Parte 1 senza titolo

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Il posto più bello che io abbia mai visto è la grande terrazza di uno dei grattacieli di New York, la città da qui su è così piccola e luminosa. Amo venire qui quando l'aria lì sotto si fa troppo pesante, mi siedo sui bordi con le gambe che penzolano nel vuoto, mi metto a fissare le stelle il più delle volte e mi accendo una sigaretta così che tutti i pensieri possano sparire per qualche secondo.

Questa è una di quelle notti,sono qui da almeno due ore e l'orologio segna le 3 in punto. Mi alzo e mi spolvero i pantaloni, prendo lo zaino e lo metto in spalla, scendo le scale facendo il meno rumore possibile per non essere scoperta dalla guardia che sorveglia il posto.

Appena sono fuori sento già l'angoscia che sale, l'aria è gelida e cerco di stringermi il più possibile nella mia felpa grigia. A quest'ora le strade non sono molto affollate come di giorno, la maggior parte delle persone dorme oppure è rintanata il qualche pub. Inizio a camminare a passo svelto per riuscire a prendere un pò di calore ma poi in lontananza vedo un pub e decido di andarci, l'insegna non era molto luminosa, sembrava uno di quei pub dei cartoni animati e c'era scritto "welcome to joe".

Apro la porta di legno scricchiolante e la visione che mi si pone davanti è questa: pavimento in legno e mura rosse, tavoli in legno, in fondo alla sala un tavolo da biliardo con grossi uomini che fumavano e bevevano birra e poi c'era il bancone anch'esso in legno, sui sgabelli erano sedute due persone; Una donna abbastanza anziana che singhiozzava e beveva del wisky e poi un ragazzo con il cappuccio sulla testa e l'aria misteriosa.

Decisi di sedermi al bancone tra le due persone, si avvicinò un signore, probabilmente joe. Aveva i capelli grigi e una camicia a quadri verde

<< Cosa posso portarle signorina?>> mi chiese con voce rauca e stanca,

<< Una birra andrà benissimo>> risposi accennando un sorriso.

Aspettai la mia birra picchiettando le dita sul bancone di legno,iniziai a sentire caldo così tolsi la felpa e aggiustai i lunghi cappelli color nocciola, Joe non era ancora tornato con la birra così continuai a picchiettare le dita sul bancone ma questa volta sentivo lo sguardo di qualcuno fisso su di me.

Mi voltai nella direzione del ragazzo misterioso e scoprii che mi stava fissando con aria minacciosa, scompigliò i suoi ricci e poi si schiarì la voce

<< La pianti? sei snervante>> poi si alzò e andò versò il bagno.

Lo segui con lo sguardo fin quando la porta del bagno non si chiuse, rimasi per un pò a fissare il vuoto, poi qualcuno si schiarì la voce.

<< ecco la tua birra>> Joe stava sorride ma la sua faccia era davvero stanca o almeno sembrava così. Gli accennai un sorriso e poi mandai giù qualche sorso di birra

<< Come ti chiami>> chiese joe quasi titubante.

<<Margot, tu devi essere joe?>> cercai di metterlo a suo agio, ma nei suoi occhi c'era qualcosa di strano. Sorrise e annui,poi prese un panno bianco e iniziò a pulire il bancone.

Ormai si erano fatte le 4:00 am e il locale si era svuotato, joe dormiva su una sedia così pensai di tornare a casa ma c'era una cosa che mi tormentava la mente: che fine aveva fatto il ragazzo misterioso?

Scesi dallo sgabello in legno, posai lo zaino sul bancone, sistemai i pantaloni e camminai verso il bagno degli uomini. Bussai tre volte ma nessuno rispose, così decisi di entrare senza fare troppe storie. Aprii la porta e il bagno era vuoto, dov'era finito? poi mi accorsi di una piccola porta marrone dietro un muro di mattonelle bianche e mi avvicinai. Si sentivano delle voci, due persone stavano litigando.

<< che cazzo significa che non hai i soldi?>> era una voce furiosa, la stessa che avevo sentito prima al bancone.

<<Harry, ti prego! dammi una settimana,almeno una>> rispose una voce tremante e supplichevole.

Quindi il suo nome è harry? la mia curiosità mi stava assalendo, volevo aprire quella porta e vedere cosa stesse succedendo. Misi la mano sulla maniglia e prima di aprire qualcuno sparò, il mio cuore si strinse e l'aria cominciò a mancarmi, prima che potessi scappare o fare qualcos'altro la porta si aprì e rivelò Harry.

Indietreggiai fino a toccare le spalle contro il muro, il suo sguardo era furioso, più di prima.

<<che cazzo ci fai qui?>> quasi urlò e si avvicinò a me, strinse la mia mascella con le mani in modo che non potessi muovermi.

<<NON TOCCARMI>> urlai dimenandomi per fargli mollare la presa.

La sua mano rallentò la presa fino a spostarsi completamente, sentivo il suo respiro su di me per quanto fosse alto.

Era il momento di scappare, mi spostai dal muro e corsi verso l'uscita del bagno, afferrai lo zaino dal bancone e corsi fuori dal locale.

Dopo un paio di isolati mi fermai, avevo il fiatone e se non sarei tornata subito a casa mia madre mi avrebbe messo in punizione per il resto della vita. Presi un taxi che mi lasciò qualche casa prima della mia, così i miei genitori non si sarebbero svegliati.

Tolsi le converse bianche ormai sporche di fango e entrai in bagno, mi sciacquai il viso e legai i capelli in una coda alta.

Infilali una maglia larga di mio fratello e mi catapultai sul letto. Rimuginai quello che era accaduto, ero una testimone? avrei dovuto chiamare la polizia? sarò la sua prossima vittima?

PORCA PUTTANA.

MargotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora