Broken [Isak & Even]

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N/A: questa è una One Shot sul programma norvegese "Skam" ed in particolare sulla terza stagione che vede Isak come protagonista. Se avete intenzione di iniziarla, vi consiglio quindi di non leggere questa One Shot in quanto si svolge dopo uno degli episodi e, di conseguenza, contiene spoiler! In caso contrario, vi auguro buona lettura :)

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Ad Isak pulsano le tempie così forte che farebbe qualunque cosa per azzerare quella sensazione. Le lacrime si sono oramai accumulate agli angoli degli occhi e premono per uscire, ma lui stringe i denti e scuote il capo come a dire "no, io sono più forte di questo". Il che è forse vero o forse no, nemmeno lui sa darsi una risposta. Sa solo che il fatto di aver visto Even con Sonja ancora una volta, proprio ora che loro due si erano presi una pausa dalla relazione, gli fa tremare le gambe e le mani tanto forte che non vede l'ora di dormire e dimenticare ogni particolare della scena a cui, suo malgrado, ha assistito.

Entra in camera e sbatte la porta alle proprie spalle; non gli importa se Eskild o Noora si arrabbieranno per il suo comportamento né se gli faranno l'ennesima ramanzina per le sue cattive maniere. Adesso che ha capito quali siano le vere intenzioni di Even niente ha più importanza.

Eppure, rigirandosi nel letto, non può fare a meno di pensare a lui, al suo amore mancato, alla sfida che ha perso sul più bello e all'improvviso. La confessione di Even gli aveva dato speranza, l'input che inconsciamente aspettava per concedersi all'amore in ogni sua forma senza limiti o pregiudizi. Even ha distrutto ogni briciola del sentimento che portava nel cuore facendo spazio alla rabbia, al rancore, al rimpianto di aver ceduto ad una maledetta cotta nei confronti di un ragazzo troppo bello e irraggiungibile per uno come lui.

Scosta dal corpo parte della coperta, sente caldo e freddo allo stesso tempo, e serra i pugni lungo i fianchi. Nel farlo, dà voce ad una promessa che si convince di essere intenzionato a mantenere: «Non voglio più avere a che fare con Even.»

Ma ecco che la sua mente si ribella e gli mostra le immagini del loro primo bacio, in quella piscina, durante la sera di Halloween quando insieme sono scappati dalle grinfie di Emma e Sonja. Magari Even l'ha fatto per capriccio, per non dover sentirsi dire cosa fare e cosa non fare, ma per Isak è stata tutta un'altra storia: lui sognava di vivere un momento così. Lo stava aspettando con tutta la forza e il coraggio che aveva a disposizione. Avverte sulle labbra le sue, quelle di Even, come se stesse accadendo in quel preciso momento e non fossero passati giorni. Gli sembra ancora di avere il suo viso tra le mani, di abbandonarsi alla foga dei suoi baci e il giorno dopo alle carezze, agli abbracci, ai baci sul naso.

E forse Emma aveva ragione quando gli ha detto "avresti dovuto dirmi che sei gay Isak, siamo nel 2016", ma a lui probabilmente quella persona non piace e se prima stava cominciando ad accettarla, ora non ci vuole neanche provare. Non vuole dare ad Even il potere di scoprirlo vulnerabile, anche se è già troppo tardi e con lui si è aperto fin troppo. Ha calato la maschera per mostrare ad Even che a lui ci tiene, che lo vuole avere nella propria vita, che la sua presenza lo rende felice come un bambino.

Prende il telefono dal comodino e scorre tra le notifiche. I suoi amici sono preoccupati, gli chiedono dove sia finito, ma quei messaggi non fanno altro che alimentare la frustrazione, la delusione, il fallimento, l'illusione di essere significato qualcosa per quel ragazzo che aveva portato a galla le sue paure più nascoste. Lo lancia lontano, in fondo al letto, e per poco non cade sul pavimento. Non sospira di sollievo, ci fa a malapena caso, perché perderlo vorrebbe dire essere davvero indifferente alla questione e non avere neanche la tentazione di sbloccarlo nella vana speranza di trovarvi un suo messaggio.

Si prende la testa tra le mani e il ricordo del film che ha visto, Romeo e Giulietta, torna prepotente a rammentargli quei momenti. Dall'istante in cui l'ha conosciuto a quando lo ha cercato su ogni social, da quando lo ha sorpreso sul suo stesso autobus a quando erano sul medesimo letto a farsi le coccole.

Due colpi alla porta della sua camera lo fanno trasalire e per un nanosecondo lo sfiora l'idea che possa essere Even. Non si disturba a permettere a quella persona di entrare né a domandare chi sia.

«Stai bene, Isak?» È la voce di Eskild quella che ascolta attutita dalla porta che li divide.

«Vattene» ribatte secco e un leggero rumore di passi che si allontanano lo rincuora.

Gli occhi rossi e gonfi gli rammentano che non è poi così tanto immune ai sentimenti, che Even si è rivelato essere più importante di quanto credesse. Non sapeva che l'amore potesse fare così male, che potesse effettivamente annientare una persona, distruggerla, farla a pezzi. È adesso che si lascia andare ai singhiozzi che reprime per quanto possibile, tentando di piangere in silenzio soffocando le lacrime nel cuscino già bagnato a volontà.

Lo rivede, Even. Rivive la scena ancora e ancora ed anche se è stata Sonja ad avvicinarsi a lui, a baciarlo, lui non l'ha allontanata. Ha approfondito il bacio davanti ai suoi occhi.

E se fosse stata tutta una bugia? Se Even si fosse limitato a giocare con lui, a prendersi gioco di un ragazzino che non vuole accettare di essere diverso dai suoi amici e coetanei? Il modo in cui si sente nei suoi confronti ora gli fa ribrezzo, si pente di averlo baciato, di averlo voluto.

Il cellulare emette un bip. Deve aver inserito per sbaglio la suoneria quando lo ha lanciato senza cura. Combatte tra l'istinto di leggere il messaggio che ha appena ricevuto e quello invece di barricarsi in quella stanza e chiudere fuori tutto il resto del mondo fino a quando non si sarà ripreso e rimesso in carreggiata.

Non è in grado di resistere, però, e allora si alza per stringerlo tra le dita e scacciare una volta per tutte il pensiero di Even. E infatti non è lui: è Emma, ancora una volta, che non si sente in colpa ma solo messa da parte per una cosa che in fin dei conti non può cambiare.

Isak scoppia a piangere di nuovo, ma stavolta prende tutto e niente, senza riserve. Si crogiola nel pensiero di un universo parallelo in cui ora lui ed Even sono insieme, in una stanza dalle tende gialle, anche se è sbagliato. Abbassa le palpebre e afferra il nulla, manco Even fosse lì accanto, e urla con la testa premuta sul cuscino che lui, con quel ragazzo, si era sentito giusto. Non si odiava tra le sue braccia, vi apparteneva, ed è questo che lo fa soffrire a tal punto. Testa e cuore combattono senza tregua, ma non ci sono né vincitori né vinti in questa storia.

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Gaia, questa la dedico a te! Grazie di aver ascoltato il mio consiglio e di condividere con me gli scleri su questi due cuori 🌹💛

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