3 - Finché ti sento nell'anima non c'è pericolo

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Erano passate poche ore da quella discussione in cucina e, come era capitato la mattina, il silenzio era calato nuovamente nella casa, interrotto solo dalla voce del piccolo Bryan che rideva davanti alla televisione.

Andy era seduto di fianco a lui, mentre osservava distrattamente i muri attorno a sé. Michael invece si era chiuso ancora in camera di sua sorella, in quella che il biondo avrebbe tranquillamente definito un'alta fuga dalla verità.

Che poi, di vero non c'era proprio nulla nelle sue parole. E se Michael avesse avuto la decenza di guardarlo negli occhi e insistere, avrebbe notato sicuramente come fosse indeciso e insicuro anche lui.
Ma tutto ciò, purtroppo, non era accaduto e Andreas aveva sentito ancora crescere quel sentimento di rabbia dentro di sé, infastidito dall'ennesimo comportamento infantile del riccio.

Alle cinque in punto di pomeriggio Michael riemerse dal suo esilio nella stanza di Paloma e annunciò molto serenamente che si sarebbe fatto un the e di seguirlo se qualcuno ne avesse voluto una tazza.
Andreas borbottò sottovoce qualcosa come un "vaffanculo tu e il tuo the", per poi sdraiarsi sul divano a pancia in giù e chiudere gli occhi.
Bryan invece saltò dal divano e raggiunse suo zio, chiedendo sorridente i suoi biscotti preferiti.

Michael rivolse uno sguardo dispiaciuto verso il biondo, per poi sparire dietro la porta della cucina.

Andreas finì per addormentarsi sul divano e Mika decise di lasciarlo riposare, portando Bryan a giocare al parco.
Coprì il ragazzo con una coperta e uscì di casa, rivolgendogli un altro sguardo triste, smorzato solo da un lieve sorriso.

Quando rientrò era ormai ora di cena, ma il biondo ancora non si era svegliato.

"Vai a lavarti le manine, io sveglio lo zio Andy, così cuciniamo insieme"

Il piccolo corse velocemente al bagno, lasciando i suoi zii in salotto, nel più completo silenzio.
Michael appoggiò delicatamente una mano sulla schiena di Andreas e cominciò ad accarezzarlo.

"Andy" sussurrò al suo orecchio.

Non ottenne nessun risultato, perciò si inginocchiò e si avvicinò col busto, per lasciargli un bacio sulla guancia.
Passò poi la mano tra i suoi capelli e cercò di chiamarlo ancora. Questa volta il biondo cominciò a mugolare contrariato e muoversi lentamente.

"Andy è ora di cena, vuoi mangiare o ti devo portare in braccio a letto?"

A quella domanda, Andreas alzò di scatto la testa e sbatté le palpebre un paio di volte.
Se lo ritrovò a pochi centimetri di distanza, a metterlo in seria difficoltà ancora una volta, con quel suo profumo naturale.

"Mi alzo, non mi devi portare da nessuna parte"

Michael sorrise divertito e si allontanò di poco quando Andreas si mise seduto sul divano, ancora parecchio stordito.

"S-senti Andy.. Io-"

"No Michael. Stai zitto per favore. Non abbiamo niente da dirci"

Con queste parole Andreas si alzò e raggiunse il bagno, dove trovò il suo nipotino bagnato da capo a piedi, mentre giocava con l'acqua del rubinetto.
Dopo aver riso e sbuffato allo stesso tempo, lo aiutò a cambiarsi e raggiunsero insieme la cucina.

La sera, dopo cena, si accordarono per vedere un film sul divano, così da sperare che Bryan si addormentasse. Ma non ebbero successo, perché il piccolo rimase sveglio per tutta la durata del film, senza mostrare nessun segno di stanchezza.

Quando ormai si fecero le undici di sera, Andreas lo obbligò almeno a sdraiarsi a letto.

"Però vi mettete nel letto con me?"

When I find love againDove le storie prendono vita. Scoprilo ora