Capitolo 1

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Andrew's pov

Mi chiamo Andrew McCartney ed abito nel centro di uno dei distretti più popolati di New York, precisamente a Brooklyn.

Ho frequentato la Bronx High School of Science, situato a Bedford Park nel distretto del Bronx...in culo al mondo rispetto a casa mia.

Ogni giorno dovevo fare centinaia di chilometri per raggiungere quella fottuta scuola, nella quale lavora mio padre come insegnante di matematica.

Ed ogni giorno era la stessa storia: Io e mio padre uscivamo di casa dopo aver salutato mia madre e mia sorella maggiore Violet per poi dirigerci in macchina e fare in compagnia un tot. di chilometri prima di raggiungere la scuola.
Arrivati a destinazione, basta, eravamo estranei.

Ricordo che il primo giorno del quarto anno, prima di scendere dall'auto, io e mio padre ci siamo guardati con gli sguardi di due che già si stavano cagando addosso per quei lunghi e fottuti mesi a scuola con me come alunno e lui come insegnante

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Ricordo che il primo giorno del quarto anno, prima di scendere dall'auto, io e mio padre ci siamo guardati con gli sguardi di due che già si stavano cagando addosso per quei lunghi e fottuti mesi a scuola con me come alunno e lui come insegnante.

Ancora stento a credere che mi abbiano promosso per cinque anni di seguito.

Ne ho fatte di cazzate ed ero spesso protagonista di "drammi adolescenziali", alcuni dei quali mi portarono su una poltrona davanti alla scrivania sopra la quale posava un cartellino con scritto "Preside Comma"

Oh, il preside Comma ha lasciato un'impronta indelebile nella storia della scuola. Persino il più serio e severo dei professori non riusciva a non ridere leggendo il cartellino.

Passato lentamente, con l'ansia addosso che pesava sempre di più e con "Mai una gioia" come motto giornaliero, è stato sicuramente il terzo anno.

Al termine delle vacanze non ero ancora pronto a ricominciare...

Per mesi non ho parlato con nessuno dei miei amici per non so quale ragione ed avevo paura di rivederli per i corridoi della scuola e fingere di non aver fatto ciò che avevo fatto.

Forse volevo solo respirare un attimo, chiarire le idee su grandi questioni e perdermi in piccole cazzate.

La campanella non era ancora suonata, mio padre mi abbandonò per raggiungere i suoi colleghi in sala insegnanti ed io ero fermo al centro del corridoio in attesa dell'apparizione divina mentre una mandria di matricole mi passava accanto.

"Ti scambiano per uno di loro, McCartney!"

Non avevo riconosciuto la voce e credendo fosse uno dei tanti 'bulletti' che ogni tanto cercano nuove vittime da disturbare, cominciai a camminare mettendo le mani in tasca.

"Non ci posso credere" borbottò.

Man mano la voce mi sembrava sempre più familiare, molto...familiare.

"Come mai ti comporti come se fossero loro quelli di terza e tu uno di quei tanti sfigati di prima?"continuò la ragazza prendendomi per mano sorridendo.

"Aveva i capelli tipo Groenlandia dell'est"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora