Come sabbia tra le dita

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A te che sei
come sabbia tra le dita

(mi manchi)

Io e te non abbiamo mai parlato del futuro. Ci crogiolavamo nel pensiero di un presente assieme, di qualche ora, di un paio di secondi in cui avevamo avuto la fortuna di trovarci nel medesimo luogo.

Mi raccontavi dei tuoi viaggi oltreoceano ed io pendevo dalle tue labbra. Forse non te l'ho mai detto – anzi, ne sono quasi certa – ma starei ore ed ore ad ascoltare chi, come te, di esperienze ne ha vissute fin troppe e non aspetta altro che condividerle con qualcuno.

Mi dicevi che un giorno mi ci avresti portata, in America, e che mi avresti fatto scoprire i viottoli nascosti che mi descrivevi nei particolari. La chiamavi casa, anche se tu di case ne avevi due e la vita che avevi non era mai quella che avresti voluto.

Sorridevi per le piccole cose, ridevi per le mie battute senza senso e mi baciavi tanto e forte ovunque. Le tue labbra erano la scia luminosa che mi dipingeva la pelle, che la faceva brillare di vita.

Mi levigavi il cuore secondo il tuo umore, lo tenevi tra le mani con delicatezza; 24 carati da proteggere e custodire.

Mi sono beata delle tue attenzioni, della cura con cui mi prendevi la mano, prima incerto e poi sempre più saldamente. La stringevi forte in quel parco grande come una porta aerei; temevi forse che potessi scappare, scivolare via come sabbia tra le dita?

Ricordo che a volte mi capitava di chiudere gli occhi mentre parlavi. Il rumore delle onde in lontananza, la tua voce molto più di un sottofondo che mi cullava come un mare in burrasca. Disegnavi nella mia mente paesaggi che non avevo mai visto e che forse non visiterò mai, parole che nessuno aveva mai osato confessarmi e affermazioni che mi facevano tremare le mani e le gambe e tutto.

Mi dicevi che qui – indicavi il cuore, lo puntavi con il mio dito indice – c'era spazio solo per me. Ti credevo, non avevo alcun motivo per dubitarne. Eri davanti a me, le tue dita viaggiavano tra i miei capelli, quindi come avrei potuto anche solo pensare che mi stessi mentendo?

Poi ho capito. All'infuori di quei giorni, di quegli attimi, il tempo era contato. Le lancette correvano veloci, gli impegni si susseguivano ininterrotti uno dietro l'altro, e la quotidianità avrebbe preso il sopravvento su di noi. Là, in quella fretta, noi non potevamo esistere.

Noi eravamo quelli che si svegliavano tardi e con calma, quelli che l'ora sull'orologio non la controllavano mai, quelli che passeggiavano sul lungomare fino a quando non calava il sole e lo stomaco cominciava a brontolare. Noi eravamo quelli che le regole non le seguivano, ma le inventavano; noi eravamo quel tipo di persone che insieme erano in grado di creare qualcosa di magico, però senza limiti né confini.

A noi la monotonia di un'esistenza organizzata spaventava da morire. Non eravamo capaci di guardare le cose senza provare meraviglia, non eravamo capaci di proseguire per la nostra strada senza farci caso.

Quante volte ci siamo fermati in riva al mare ipnotizzati dal ritmo costante delle onde che s'infrangevano a riva? Quante volte abbiamo arrestato il passo nel bel mezzo del sentiero solo per poter ammirare il cielo terso o le stelle? Ci saremmo amputati un arto soltanto per poterci concedere lo stesso spettacolo e la stessa compagnia per anche un solo, misero minuto di più.

Ma non è così che funziona per quelli come noi. Ci siamo sentiti in gabbia tutto a un tratto, quando la realtà ci è piombata addosso con una potenza che nessuno dei due avrebbe mai potuto prevedere. L'idillio vissuto fino ad allora era tale e tale sarebbe rimasto. Non potevamo chiedere di più.

Ed è così che ci siamo lasciati andare, col cuore pesante e la libertà negata, quando il giorno è diventato notte ed i baci avevano il sapore della malinconia. Sapevano di addio; non avrei mai creduto di poter attribuire un sapore ad un'emozione, sai?

E se mi dovessero chiedere ora di descrivere la tua assenza, potrei dire che è come sabbia tra le dita. Mai lontana, ma neanche vicina. Non è mai veramente effettiva e tangibile, siamo sempre ad un battito di ciglia dall'incontrarci ancora.

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Probabilmente tutto questo non ha un senso logico dato che l'ho scritto qualche notte fa perché non riuscivo a dormire, ma spero comunque di essere riuscita a farvi provare qualcosa, qualsiasi cosa.

Un abbraccio,
Martina :)

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