Capitolo 3

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Mi bloccai, quella era la prima volta che ebbi seriamente paura.

Iniziai a respirare affannosamente, scossi la testa e non sentendo più rumore continuai a camminare.

"dai Eveline..siamo quasi arrivate." Continuai a ripetermi per sbloccare quel silenzio, dove si sentivano solo i miei passi.

Finalmente arrivai al portico, corsi e aprii il cancelletto per entrare nel viale di casa mia.

Sospirai e mi avvicinai all'entrata.

Nel vetro della porta vidi una figura...

Mi girai bruscamente con il cuore in gola, e mordendomi lentamente il labbro mi guardai intorno.

Poi sentii di nuovo dei passi e iniziai a muovere nervosamente le chiavi per sbloccare la porta, che sembrava non volersi aprire.

"apriti..apriti..apriti maledizione, apriti!" Strinsi i denti.

Quando i passi finalmente furono proprio dietro di me riuscii ad aprire la porta, e per via della pressione che stavo mettendo nell'azione caddi dentro.

Scivolai a terra grazie alle scarpe bagnate dalla pioggia, mi girai e chiusi la porta velocemente.

Mi alzai e corsi in camera mia con il fiatone e il cuore che batteva.

"non..non era nulla...non era nulla..." cercai di calmarmi, ma d'improvviso sentii la porta aprirsi.

Nella foga non l'avevo chiusa a chiave... "merda..." Mi misi le mani davanti alla bocca.

Non potete immaginare quanto stavo tremando in quel momento.

"ehi tutto ben-" lo bloccai e lanciai un cuscino.

Non ero preparata ad un possibile killer, i cuscini erano la mia unica salvezza in quei momenti.

"ehi! Non mi riconosci!?" Guardai meglio la figura e feci uscire tutto il fiato trattenuto in quel momento di paura.

"maledizione sei tu!" Mi alzai nervosamente e andai da mio cugino ad aiutarlo ad alzarsi.

"non sei felice di vedere tuo cugino?" Tornai a letto sdraiandomi.

"in realtà non sai quanto sia felice che sia tu." Lui sgranò gli occhi.

"ehm..sicura di stare bene?" Venne verso di me.

"no." Chiusi gli occhi.

"la zia ancora non c'è? Cioè, tua mamma." Scossi la testa.

"in questo caso aspetterò..la devo vedere, mia madre sta nuovamente male..." aprii gli occhi.

"uhm..capisco...beh la andremo a trovare insieme."

"inoltre...è morta Liana..." lui abbassò lo sguardo, io feci un'espressione sorpresa e alzai il busto, mettendogli una mano sulla spalla.

"mi dispiace.." poi ebbi un colpo di genio. "lei..viveva a Londra vero...?"

Lui annuì. "ero a dormire da lei quel giorno, ma non sono riuscito a proteggerla..." gli diventarono gli occhi lucidi.

"l'hai visto?" Mi guardò. "il killer..l'hai visto?" Lui annuì.

"aveva i capelli neri, un grande coltello in mano e portava jeans, una felpa bianca e delle scarpe da skate, mi sembra fossero simili a converse..."

Rimasi in silenzio per un po.

Allora era vero.

Murderess LoveWhere stories live. Discover now