Attualmente soltanto due cose mi separavano dalla calda terra americana: un immenso strato di nuvole bianche ed una spessa lastra di vetro trasparente.
Il mio volo diretto a Miami sarebbe dovuto partire esattamente tre ore fa ma si sa perfettamente che gli aerei non sono mai in perfetto orario, come si sa perfettamente che non si può scegliere come innamorarsi di una persona e, tantomeno, si può scegliere di chi inmamorarsi.
Mi trovavo su quest'aereo da mezz'ora e l'unica ragione che mi spinse a prendere, nuovamente, il volo nonostante sia una delle mie più grandi fobie era la mia fidanzata, Camila.Tra qualche giorno sarebbe stato il suo compleanno e decisi di farle una sorpresa, dato che le diedi praticamente buca a Natale.
Avevo già organizzato il viaggio di dicembre ma mi bloccai letteralmente quando arrivò il momento dell'imbarco, era davvero più forte di me e non capisco ancora da dove abbia tirato fuori il coraggio per salire nell'aereo quest'oggi.
Penso che questa mia grande paura si possa attribuire a quando ero più piccola, avrò avuto sì e no dodici anni e mio zio, un pilota d'aerei, mi raccontò di come il suo ultimo volo fosse stato turbolento e del suo impegno per far rimanere l'aereo dritto.
Da quel giorno il pensiero che potesse succedere una cosa simile anche a me si intrufolò nella mia mente e non andò più via.La parte più spaventosa, per me, era sicuramente quella dell'atterraggio. Sarebbe bastata anche soltanto una piccola distrazione da parte del pilota.
Un solo secondo e la vita di decine di persone si sarebbe potuta fermare, anni passati a costruire quella vita distrutti in un secondo.Camila, invece, era il mio completo opposto dato che adorava volare.
Un "semplice" volo di quattordici ore non l'avrebbe turbata nemmeno lontanamente ed io, dal mio canto, mi lamentavo per un volo di nove ore e mezza.
Quando ne aveva l'occasione si divertiva a sfottermi per questi miei "problemi d'altitudine" come li chiamava lei, io ridevo e scherzavo con lei fino a quando non si sentiva in colpa e mi ripeteva che non ci si prende gioco delle paure, delle fobie altrui.La mia fidanzata era davvero impulsiva la maggior parte delle volte, c'è però da dire che riusciva sempre a riconoscere i suoi sbagli e si scusava infinite volte. Ogni volta che faceva così mi faceva impazzire.
Avrei voluto che fosse qui con me ora, avrebbe sicuramente reso il viaggio meno pesante con una delle sue battute squallide oppure si sarebbe semplicemente addormentata, ma anche quella sarebbe bastata come distrazione dato che probabilmente avrei passato tutte le ore di viaggio ad osservarla dormire.
Uno spettacolo meraviglioso, ancor più bello del guardare le nuvole.Spostai il mio sguardo e la mia attenzione a destra per poter osservare le attuali protagoniste del cielo insieme al sole; le nuvole.
Delle semplici forme bianche e indefinite riuscirono a catturare la mia attenzione a lungo.
Mi addormentai.Eccola lì, la voce dell'assistente di volo avvertì i passeggeri dell'imminente atterraggio.
Mancavano solamente quindici minuti.
Lauren girò, con molto timore, la faccia verso il vetro.
La pioggia batteva incessantemente sull'altra parte del finestrino, sembrava a tutti gli effetti che un temporale si stesse scatenando proprio in quel preciso istante.
Dieci minuti.
Nella mente della ragazza ormai non era rimasta accesa nemmeno un'ipotetica luce della speranza, sembrava quasi come se sapesse di essere faccia a faccia con la morte e stesse cercando di accettarlo il più velocemente possibile.
Cinque minuti.
La ragazza prese il suo cellulare e scrisse velocemente una nota. Fece uno screenshot e lo impostò come sfondo della schermata di blocco.
In quella nota svelò dell'esistenza di una cassaforte in camera sua e scrisse anche la combinazione.
Quella cassaforte conteneva alcune lettere scritte da lei, pochi giorni prima. Adorava avere tutto preparato e sotto controllo, anche quando si trattava di qualcosa del genere.
Aveva già previsto la sua possibile morte.
Il segnale acustico e la voce metallica dell'assistente di volo avvertirono i passeggeri di essere appena arrivati sopra all'aeroporto.
Lauren guardò per l'ultima volta fuori dal finestrino e scorse l'enorme pista d'atterraggio.
Sentì la pioggia farsi più intensa e l'aereo scendere di quota.
Era il momento, chiuse gli occhi.Mi svegliai di colpo e guardai istantaneamente fuori dal finestrino.
Il sole splendente che c'era prima che mi addormentassi era andato via, lasciando spazio ad un altro spettacolo meraviglioso: la luna, padrona del cielo, circondata da miliardi di stelle all'apparenza simili, ma totalmente differenti.
Guardai l'orologio e notai che mancava poco tempo all'atterraggio.Decisi di prendere il mio cellulare per fare una delle cose che mi riuscivano meglio: scrivere.
Esprimere tutti i miei pensieri a parole era la mia principale valvola di sfogo, anche se non sempre era così semplice.
Aprii la conversazione con Camila e cominciai a scrivere."Ciao piccola mia, non so se leggerai mai questo messaggio e non so dove sarò quando, e se, lo leggerai.
Questo è tutto quello che non ti ho mai detto ma che ti ho anche detto, insomma, hai capito, dai.
Ti ho conosciuta quasi per caso (ma decisamente non per sbaglio) ed inizialmente non ti ho dato l'attenzione che meritavi. Probabilmente non avevo ancora capito che "qualcosa" stava cambiando, cambiando in meglio.
Quando, finalmente, me ne resi conto capii che, ogni giorno, coloravi la mia giornata completamente grigia di svariati colori diversi, tra cui anche il tuo colore preferito: il rosso.
Non puoi nemmeno immaginare quante volte io abbia sognato anche soltanto di starti accanto.
Perché te lo meritavi.
Perché te lo meriti.
E volevo che anche tu mi stessi accanto perché, infondo, anch'io me lo meritavo no?
Credevo che fosse impossibile dipendere così tanto da una singola persona ma, a quanto pare, è possibile eccome.
Da quando stiamo insieme, credimi, non c'è stato un singolo giorno in cui abbia rivisto del grigio.
Spero di vederti tra qualche istante e spero di vederti sorridere davanti al cellulare, a causa di questo messaggio.
Ti amo, Camila."Sentii in lontananza la forte voce metallica dell'assistente di volo annunciare ai passeggeri di non sganciare le cinture di sicurezza, fino a quando l'aereo non sia completamente fermo.
Guardai alla mia destra, notai l'aeroporto davanti a me e la pista d'atterraggio sotto ai miei piedi.
L'aereo era atterrato.
L'aereo era finalmente atterrato ed io non mi ero seriamente accorta di nulla?
Involontariamente, Camila mi aveva salvata nuovamente dalle mie paranoie.

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Clouds - Camren
ContoDove Lauren, terrorizzata dalle altezze e dagli aerei, decide di prendere il volo per andare a Miami da Camila, la sua fidanzata.