Il mio sbaglio più grande

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Juvia non poteva crederci. L'aveva fatto di nuovo! Perché un giorno il suo Gray-sama dimostrava un minimo interesse nei suoi confronti e il successivo non la degnava di uno sguardo, anzi la allontanava infastidito quando provava ad avvicinarsi? Possibile che non riuscisse a fare chiarezza nei suoi sentimenti e a decidere, una buona volta, come comportarsi con lei?
La maga dell'acqua continuò a camminare a grandi passi verso la spiaggia nella speranza che anche questa volta il mare riuscisse a calmare il suo cuore in tumulto.
Giunta sulla riva, Juvia si sedette su uno scoglio con lo sguardo perso sulle onde illuminate dal sole ormai quasi al tramonto inspirando a pieni polmoni il dolce profumo dell'oceano. Con un gran sospiro e gli occhi lucidi per le lacrime che cercava di trattenere, la ragazza, dopo aver seguito per un po' il volo di due gabbiani che volteggiavano sopra di lei, cominciò a riflettere, rimuginando sconsolata sui consigli delle amiche di lasciar perdere il mago del ghiaccio e rivolgere altrove le sue attenzioni.
"Che abbiano ragione?" si domandò, ripensando con rabbia e dolore a tutte le volte in cui lui l'aveva trattata male, l'ultima quello stesso pomeriggio.
Non credeva che sarebbe mai successo, ma mai come quel giorno era davvero tentata di voltare pagina e non degnarlo più nemmeno di uno sguardo.


Lo sai? Tu mi ha messo nei guai
I miei occhi sono isole dove non viaggi mai
Bravo, forse più di me, a ingannarmi senza maschera
Ed io a fidarmi di te


Perché l'incontro con l'alchimista le aveva cambiato in meglio la vita mostrandole per la prima volta il sole e aiutandola a lasciarsi alle spalle la sua vecchia gilda, ma il piacevole calore che lui le aveva lasciato dentro con il suo primo sguardo, era diventato presto un fuoco che la stava bruciando inesorabilmente: il fuoco di una passione travolgente che la spingeva a mettere da parte la sua caratteristica dolcezza per spaventare e allontanare all'istante qualunque ragazza si fosse avvicinata al suo Gray-sama. Una passione rovinosa e distruttiva che ad ogni battaglia le urlava di sacrificare anche se stessa per il suo bene, ma cosa ne aveva ricavato finora se non qualche blanda dimostrazione di affetto che il ragazzo avrebbe potuto rivolgere anche ad uno qualsiasi dei loro nakama? Ogni volta che succedeva, le sembrava di volare e di poter toccare il cielo con un dito, ma il mago si era mai davvero preoccupato per lei, mettendosi in pericolo perché, in fondo, provava qualcosa nei suoi confronti?


E' durato un flash
Io mi ero illusa di noi
Ma con l'istinto di una donna
Oggi so chi sei!
Un gioco che non vinco mai
Il mio sbaglio più grande
Che rabbia che mi fai!


No che non lo aveva mai fatto. La verità era che lei, ai suoi occhi, era solo una ragazza come le altre. Anzi, forse anche meno. Perché Juvia era solo una stalker, una pazza che lo seguiva dappertutto immaginando scene d'amore che facevano solo preoccupare per la sua sanità mentale chiunque le fosse vicino, che forse, a quel punto, la proteggeva per semplice pietà nei suoi confronti.
E lei era stufa di questa situazione.


La trappola dei giorni miei
Sei il mio sbaglio più grande
Ma che rifarei!


L'amore da sogno che aveva sempre immaginato fin dalla prima volta in cui l'aveva visto, era appunto solo un sogno. L'aveva cambiata e aiutata facendole finalmente capire cosa volesse dire avere una famiglia e degli amici, e per questo sarebbe stata per sempre grata a questo sentimento e a colui che l'aveva risvegliato, ma era ora di guardare avanti, anche se la tentazione di continuare a crogiolarvisi all'infinito rivivendone tutti i momenti più belli era davvero molto forte.
Adesso, però, era ora di rimediare al suo errore di trascurare se stessa per qualcuno che non la meritava... O forse no?


Dimmi... Dimmi come stai
Sembri un angelo depresso
Che non vola mai
Giuro che ti sposerei
Ma c'è nascosto un diavolo
Nelle lacrime che mi dai!


A dire la verità, prima avrebbe tanto voluto scoprire cosa provasse davvero per lei, e perché a volte l'avesse lasciata fare senza lamentarsi, come se, in fondo, apprezzasse in qualche modo le sue attenzioni, soprattutto quando sedeva da solo davanti al bancone con una bibita ghiacciata tra le mani e lo sguardo perso nel vuoto.
In quei momenti, Juvia era sicura che pensasse a qualcosa di brutto e avrebbe voluto essere lei a consolarlo, immaginando di coccolarlo fino a fargli tornare quel bellissimo sorriso che ogni volta le faceva mancare un battito. Allora pensava che un giorno l'avrebbe sposato, e a quel punto sarebbe stato sempre felice, ma ora, mentre le lacrime solcavano il suo viso al ricordo di quei momenti dolci e dolorosi insieme, non poteva fare a meno di darsi della stupida per essere stata così ingenua da illudersi di potergli piacere.

Il mio sbaglio più grande (Gruvia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora