Capitolo 2

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"Ciao Sara" ma veramente non lo sento da 7 anni e ne esce con un ciao Sara. Quando i miei si non lasciati ho passato un periodo difficile perché ero molto legata a mio padre.
"Ciao" rispondo freddamente.
Ci dirigiamo verso la macchina, una jeep nera molto elegante, le guardie stanno nei sedili davanti, io e mio padre dietro. Durante il viaggio non ci scambiamo parola.
......
Arriviamo in una strada piena di grattaceli altissimi, ci fermiamo davanti al più alto, entriamo e prendiamo l'ascensore mio padre schiaccia il 16esimo piano. Saliamo ed entriamo in un appartamento gigante, è come una casa a due piani. È molto elegante, ci sono due scalinate che portano al piano superiore, dove mi trovo ora c'è il salotto a destra dell'entrata e a sinistra penso si trovi la cucina.
Sul divano in sala c'è una signora che avrà più o meno 40 anni: capelli viola chiari, fisico normale e molto elegante; sta parlando con una signora anziana sui 60 anni, penso la cameriera. La donna ci nota e mi viene in contro, si mette vicino a mio padre e sorridendo mi porge la mano "Ciao io sono Adeline, la compagna di tuo padre, sono felice di conoscerti" le faccio un sorriso forzato e le porgo la mano "Adesso Olivia di accompagnerà in camera tua così ti sistemi, mio figlio arriverà stasera verso le 8. Se quando ti sei sistemata vuoi fare un giro vai pure"
Penso tra me e me <Ma ti ho chiesto qualcosa su tuo figlio?> ma non lo dico non voglio sembrare sgarbata già il primo giorno perciò dico un semplice "Okay".
Mi accorgo che Olivia sta per prendere la valigia, ma la blocco e la prendo io, non voglio sottomettere le persone, soprattutto se sono anziane.
Arriviamo al piano superiore e Olivia mi accompagna davanti ad una porta, la apro trovando una camera molto semplice bianca e beige: al centro della stanza c'è un letto matrimoniale con ai fianchi un mobiletto, davanti al letto c'è un armadio, lo apro ed è pieno di abiti di tutti i tipi, facevo prima a non portare i miei, a destra del letto c'è un terrazzo, a sinistra invece il bagno con una vasca e uno specchio enorme con vicino un tavolo pieno di trucchi.
Sistemo le mie cose e decido di andare a fare un giro.
Esco di casa senza avvertire e visto che abito vicino a Central Park mi dirigo lì.
.......
Appena arrivò cammino un po' per il parco e da lontano noto un albero isolato, allora mi avvicino e mi ci arrampico sopra. Mi rilasso un po' e perdo la cognizione del tempo, sto per scendere per tornare a casa ma sento dei passi avvicinarsi, da un lato spunta un gruppo di ragazzi, per fortuna sono ben nascosta dai rami... lì sento parlare ma non capisco che dicono
19.30
Quei ragazzi sono ancora lì ma non mi importa di andare a casa subito non ho un coprifuoco e se anche fosse non lo rispetterei.
Iniziò a stancarmi di stare lì e mi fanno male le gambe... i ragazzi stanno per andarsene ma mi suona il telefono e si accorgono di me.... sono fottuta.
Scendo dall'albero e.... aspetta ma lui lo conosco è quello dell'aereo, fantastico, di bene in meglio,
"Ehi piccola Wilson, non pensavo che le foglie di papà si arrampicassero sugli alberi e poi ormai è tardi papino non sarà in pensiero?" dice ridendo, stronzo te la faccio vedere io la figlia di papà "Sentimi Bambi uno non chiamarmi piccola due non sono una figlia di papà e tre levati dalle palle oppure sarò costretta a chiamare papino" dico sottolineando l'ultima parola, sento dire "Tosta la ragazza" da un ragazzo.
Bambi non si sposta, ma si avvicina ancora di più allora dico "Ma sei scemo o cosa ho detto di toglierti" non capisce e si riavvicina un po' ma poi sento dire da due voci " Hamilton togliti noi dobbiamo andarcene ora" sono due ragazze una riccia e una liscia entrambi more, la riccia mi prende sotto braccio e mi porta via.
Mi stacco bruscamente e dico "Potevo farcela benissimo da sola" ma la liscia dice "Prego non importa che ci ringrazi, troppo gentile.... comunque io sono Emily mentre lei è Alicia" "Non ve l'ho chiesto...." me ne torno a casa e vado dritta a letto, sono stanca e dopo domani inizia la scuola chissà come sarà.

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