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Andare a scuola con un livido sullo zigomo non mi affascinava molto, ma non l'avrebbe visto nessuno.
Come al solito.

I miei compagni non mi rivolgevano la parola sin dal primo giorno di scuola, sin dal primo momento in cui avevo messo piede in quell'aula.
Non sapevo il motivo; forse il fatto che anche se era Settembre appena iniziato e facesse ancora caldo, io ero in felpa in classe, forse per il fatto che ero entrata subito al suono della campanella per evitare di rimanere bloccata in prima fila già dal il primo giorno di scuola, forse era per il fatto che quando la professoressa mi aveva chiesto di presentarmi io avevo semplicemente detto nome e cognome, a bassa voce, con la testa china, mentre mi torturavo le unghie delle mani.

Forse era per quello.

Non avevo neanche mai tentato di approcciarmi a qualcuno, mi sembravano tutti estremamente vuoti, corpi privi di anima che ripetevano ogni giorno le stesse azioni, in una banale monotonia che mi faceva incazzare. Nessuno di loro provava mai ad avere idee prorpie, tutti a ripetere quello che i genitori gli avevano ficcato in testa, nessuno di loro si poneva domande e tentava di darsi riaposte, magari andando anche lontano anni luce dalla risposta corretta, nessuno che formulasse pensieri, che esprimesse idee opinioni. Erano tuttu uguali, fatti con lo stampino.

Credevo di poter stare in pace con me stessa solo ascoltandolo, solo concentrandomi sulle parole che leggiadre uscivano dalla sua bocca, memorizzandole e analizzandole, tentando di capire a pieno il loro significato e che cosa lui volesse dire con esse, che rapporto avesse con loro.

Eppure la mia vita rimaneva la stessa, e Lui era lo stesso e mi faceva le stesse cose.

E anche Lei era la stessa.

Credevo di non farcela.

- Mi va bene anche non sentire mai il tuo profumo, ma almeno sii presente quando cadrò a pezzi.-

***

- E se fossi già quí?-

•Direct || Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora