Mi disrtuggeva a parole.
Non sapevo come facesse, ma era capace di ferirti con una semplice frase; vedeva i tuoi punti deboli e li sfruttava a suo favore.
E ogni giorno venivo ferita sempre un po'di più, e ogni giorno tentavo di farla finita, e ogni giorno mi ritrovavo ad andare avanti.
Speravo che col tempo tutto quello cessasse.
Ma non finiva mai, era una tortura, un girone dell'Inferno creato apposta per me.
Lo supplicavo di smetterla, gli chiedevo perché, piangevo lacrime amare.
Eppure nulla cessava, tutto andava avanti per la sua strada, e nessuno si voltava ad aiutare una piccola margherita calpestata da suole, che invano tentava di fuggire dalla piccola crepa nel cemento in cui era confinata, che invano cercava uno spiraglio d'aria fresca, che ingenuamente sperava in un futuro migliore, differente.
Ero come un uccello in gabbia, ferito ad un'ala.
Qualcuno mi aiuti! Mi finiva la voce.
Salvatemi! Nessuno più sentiva.
Aiuto... Un sussurro.
- Liberami, apri la gabbia, l'uccellino ha bisogno di volare.-
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•Direct || Shawn Mendes
Kısa HikayeSola. Era sola. Aveva bisogno di qualcuno. Ma in fondo, chi c'era? Nessuno. Non seppe nemmeno lei come, ma si ritrovò a inviare un messaggio. Un piccolo, breve insignificante messaggio in direct su Instagram a colui che, anche se di poco, la aiutava...