"A volte restiamo fermi lì ad aspettare, in quel punto preciso,
che tutto possa tornare come prima,
che quella persona possa tornare da noi.
Ed è così che non ci muoviamo... non lo facciamo mai."
21Maggio 2016
Sono fermo davanti allo specchio del bagno.
Mi sistemo la camicia rossa di tartan, la tengo aperta sul petto al di sopra di un'ampia t-shirt nera e un pantalone dello stesso colore con il cavallo basso. Ho messo le Clark lucide e, per completare, una collana lunga con due ciondoli: una piuma e una mano di Fatima.
Sono nervoso, non so neanche il perché. Mi guardo allo specchio e poi mi sistemo i capelli con una mano; mi osservo quasi come se volessi scrutarmi dentro, attraverso i miei grandi occhi scuri.
WhatsApp suona: è Chris.
"Sto aspettando Damon, il solito ritardatario. Appena arriva ti avviso." Mi viene da ridere, conosco quel ritardatario di Damon.
"Okay, a dopo."
Esco dal bagno e vado verso la camera da letto.
Mi sento strano, agitato, forse perché da tanto aspettavo una serata tra uomini.
Ho insistito in modo particolare dopo aver scoperto che Damon e Chris avevano scelto un tipo di serata un po' fuori dall'ordinario: Rave Lake Party, dove la gente si dimena con la musica house o techno e acquista erba senza problemi. L'evento doveva essere fuori Seattle, a Northlake Way, a causa di questa idea è nata qualche discussione, ma alla fine ci siamo riusciti.
Chissà cosa sta facendo Eva. Eva è la mia ragazza, non vive qui, ma a Boston. La sua passione è il teatro e la recitazione in generale, vuole sfondare in questo mondo a tutti i costi. È una ragazza con una forte personalità, aggiungerei molto "persuasiva"; sa ciò che vuole e non si fa problemi a chiederlo. La nostra storia è un continuo via vai: Boston e Seattle, Seattle e Boston. Sinceramente vorrei che tutto ciò finisse, ma lei è testarda e vuole vivere a Boston, mentre io voglio restare qui.
"Ehi, io ho finito. Ora aspetto Chris e Damon. Che palle, mi sono rotto di aspettare" le scrivo.
"Ok, amore. Io sono con le ragazze, ci sentiamo dopo" mi risponde.
Uffa! Mi manchi.
Cavolo! Sono quasi le dieci ed ho già sonno! Chris mi chiama. Rispondo.
«Pronto?»
«Ehi, stiamo arrivando. A dopo» . Sempre la solita storia con Damon! Okay, controlliamo i capelli e via. Prendo le chiavi, il giubbotto e mi precipito sotto casa.
Ma chi cavolo è con questo SUV?
Attraverso la strada e vado verso l'auto, il finestrino si abbassa e mi ritrovo a guardare Clark Cooper, un ragazzo che fa il personal trainer nel centro di Belltown. È uno di quei ragazzi che cura il fisico in modo quasi ossessivo, passa le serate tra belle ragazze e club esclusivi, portando con sé Chris che, da parte sua, non riesce a fare a meno di cercare di imitarlo nei modi di fare e nello stile di vita.
Non era lui che mi aspettavo di trovare, ma che cavolo sta succedendo? Chris saprà di sicuro qualcosa, dato che mi sta fissando dal sedile del passeggero. Lui è Chris. Lo conosco dai tempi del liceo e abbiamo frequentato il Cornish College of the Arts insieme, dopodiché, io sono rimasto qui a Seattle, mentre lui, dopo il college, è andato a vivere a New York. Mollato il lavoro da web designer, ad oggi, gestisce un blog di cucina ed è un food photographer specializzato per alcuni ristoranti della città.
Nonostante ami mangiare, ricordo che una volta ha mangiato un numero sproporzionato di pizza... ha un fisico asciutto, anche se va in palestra; ha i capelli ricci scuri, gli occhi azzurri e uno sguardo diviso tra una naturale gentilezza e la freddezza di una persona sfuggente. Sembra che gli piaccia dare l'impressione di essere un tipo scostante e cinico che disprezza il sentimentalismo a buon mercato. Passa le sue serate tra locali e belle donne e per lui non sembra contare nient'altro. Io sono uno dei pochi a sapere che dietro questa apparenza si nasconde una ferita aperta da qualcuno che Chris ha amato. Io e Chris ci siamo ritrovati dopo una serie di alti e bassi nel corso degli anni, mentre adesso abbiamo ripreso a uscire insieme proprio come un tempo; tra noi esiste quel tipo di complicità che si attiva al solo sguardo. Siamo come fratelli.
«Ma che sta succedendo?» Mi accorgo di Jack e Louis, due amici di Chris, anche loro nell'auto.
«Damon ci raggiungerà dopo, quando arriveremo a Northlake. Abbiamo il GPS» aggiunge Chris e sorride per nascondere una punta di nervosismo.
Ho capito, beh, l'importante è stare insieme stasera, ma qui c'è qualcosa che non va, ne sono sicuro.
Arriviamo a Northlake, nei pressi delle stradine che portano al lago e, a quel punto, avremmo dovuto trovare il vecchio edificio dove si sarebbe svolto l'evento, attivando il GPS. In realtà, finiamo per girare a vuoto in una zona completamente al buio.
Clark inizia a dare segni di impazienza, il fastidio per il tempo perso inutilmente è sotto gli occhi di tutti. Chris, che conosce Clark, agisce prontamente e prende il telefono. Digita il numero di Damon, il telefono squilla un paio di volte e, quando Damon risponde, Chris imposta il vivavoce.
«Tra poco sono da voi. Siete già sul posto?»
«Si, siamo nella zona, ma non troviamo il luogo esatto dell'evento.»
«Dunque, è in un edificio abbandonato a Gas Works Park. Dovreste trovare delle luci per terra che indicano dove si trova l'entrata» spiega Damon, con la sicurezza di chi la fa semplice.
Chris lancia a Clark uno sguardo dubbioso, come a chiedergli se ha capito qualcosa, ma lui sembra troppo annoiato per essere collaborativo; io, Louis e Jack siamo solo confusi.
Dopo aver riattaccato, Clark, sull'orlo dell'esasperazione, rimette in moto il SUV e riprende la ricerca dell'edificio, ancora una volta senza successo. Nel pieno di quel girovagare, incrociamo un'altra macchina che si accosta a noi, il finestrino dell'autista si abbassa e nell'abitacolo c'è un altro gruppo alla ricerca dello stesso posto. Anche loro non hanno idea di dove andare, ma stanno seguendo una terza macchina che, con un po' di fortuna, ha trovato la direzione giusta.
Siamo sul punto di accodarci a loro, ma prima di deciderci, Louis richiama la nostra attenzione.
«Ragazzi, vedo delle luci in lontananza. Guardate, da quella parte.»
«Bene, forse ci siamo! Seguiamo la strada» esclama Clark.
Si dirige verso il punto da cui provengono le luci e in pochi minuti arriviamo davanti a un enorme cancello dove sono sparsi palloncini e festoni. Era chiaro che avevamo sbagliato location.
«Cazzo! È una festa di ragazzini!» si lamenta Chris.
«Già. Sapete che vi dico? Mi sono stancato. Stiamo girando intorno da quasi un'ora! Adesso basta, ce ne andiamo!» dice Clark, visibilmente irritato.
Chris invece non dice niente, ma scrive un sms a Damon: "Noi vogliamo andare via. Ti aspettiamo qui."
Trascorre un'altra ora, prima che finalmente Damon arrivi con la sua Jeep nera e si fermi davanti alla nostra auto.
Quando si abbassa il finestrino, il viso di Damon fa capolino con un'espressione da demente e un sorriso a bocca larga; gli occhi verde chiaro del ragazzo rimbalzano da una faccia arrabbiata all'altra di noi, come se nemmeno se ne accorgesse. Io e Damon ci conosciamo da anni e ormai so che tipo è.
Lui è un ritardatario cronico! Tutto il contrario di Becky, la sua ragazza, nonché mia amica da tanti anni, ormai. Lui e Becky, stanno insieme da otto anni, ma sembra che il rapporto si sia logorato a causa del tempo: da un bel pezzo Damon cerca di evadere e avere più libertà e io questo l'ho notato già da mesi.
«Allora, si va?» esclama euforico.
Ma siamo distratti da altro, per essere precisi da qualcun altro, perché vicino a Damon fa capolino, a sua volta, una ragazza bruna con i capelli lunghi e due grandi occhi da cerbiatta.
Indossa un top bianco molto scollato, insieme ai jeans e un berretto. L'insistente vivacità del sorriso che rivolge a noi le dà un'aria da svampita; l'abbigliamento e la sua presenza nell'automobile di Damon completano l'impressione generale, aggiungendo un altro aggettivo alla lista: "facile".
Mio dio, chi cavolo è questa qui?
Io e anche gli altri, continuiamo a osservarla senza dire nulla e la ragazza, che in quel momento assomiglia più che mai a Damon, non la smette di sorridere a tutti come una cretina.
«Ehi, Kath, ciao. Che cosa ci fai qui?» A rompere il silenzio imbarazzato è Chris.
«Oh, ragazzi,» interviene Damon. «Lei è dei nostri stasera. Sempre se non ci sono problemi» aggiunge, come se ci fosse davvero scelta.
Ci diamo un rapido scambio di sguardi, ma le reazioni vengono tenute a bada.
«Sai, Damon, in realtà noi torniamo in città. Andiamo al Waterfront Park, c'è un locale carino sul pontile.» replica Clark, secco.
«Ah... beh, io voglio andare alla festa, invece. Dato che ormai sono qui, non mi va di fare retromarcia» risponde Damon.
«Quindi restate qui da soli?» chiede Chris, marcando la domanda.
«Oh, sì, possiamo sempre vederci dopo, magari. Vi chiamo io» dice lui, cercando in Adam e Chris un'occhiata complice che non arriva.
«Perfetto,» taglia corto Clark. «Allora a dopo» dice, tirando su il finestrino senza dare il tempo a Damon di rispondere.
Si mette sulla strada senza dire una parola e in un attimo l'abitacolo cala in un silenzio nervoso che nessuno osa interrompere. Chris sa tutto, è chiaro; c'è qualcosa che non va ed è evidente anche questo.
«Beh, chi cavolo era quella?» chiedo.
Quella domanda buttata lì, di punto in bianco, ha l'effetto di far scoppiare una risata tra tutti e allentare la tensione.
«È un'amica di Victoria. Ha avuto qualche problema con Becky, un po' di tempo fa» spiega Chris.
«Ma cazzo! Se sa che Beck lo uccide che la porta a fare, questa qui, con noi?»aggiunge Clark irritato.
«Non mi meraviglierei se quei due ora si appartassero da qualche parte.» dice Louis, togliendo ogni dubbio.
«Per questo io Damon non lo sopporto! Una serata tra uomini e lui che fa? Si porta una ragazza! Poi finisce che Becky lo scopre e se la prende con noi che non le abbiamo detto niente. Beh, se ci andiamo di mezzo, sappi che la colpa è anche tua!» aggiunge Clark, rivolgendosi a Chris.
«Colpa mia? L'avrò anche invitato, è vero, ma non sono responsabile delle sue azioni» protesta lui.
Che accidenti sta combinando Damon? Tradisce Becky? E che tipo di incomprensione c'era stata tra Becky e Kath? Devo parlare con Chris, lui saprà di sicuro di più.
Torniamo a Seattle e ci fermiamo al parcheggio del Waterfront Park. Scendiamo dal SUV e ci dirigiamo sul pontile dove c'è un locale alla moda: il Prince, che affaccia sul mare e brulica di gente quasi ogni sera, ma nel fine settimana ne viene completamente invaso.
Okay, ora devo parlare con Chris.
«Devi raccontarmi tutto quello che sai, Chris.»
«Facciamo dopo. Adesso ho bisogno di buttare giù un po' di alcool » mi risponde ,superandomi e lasciandomi da solo.
Ci facciamo strada nel locale affollato e ordiniamo da bere qualche cocktail ghiacciato; brindiamo a voce alta per superare la musica chiassosa del locale, senza pensare alle ore precedenti.
Chris cerca con lo sguardo qualche occasione di divertimento, quindi si butta nella folla provando ad attaccare bottone con delle tipe che ballano.
Poco più tardi si ricongiunge a noi, alla ricerca di una spalla per mettere a segno qualche conquista e concludere bene la serata, ma Clark non si trova, io sono fidanzato, stessa cosa per Louis, mentre Jack frequenta da poco una ragazza, quindi nessuno sembra voler reggergli il gioco.
La lancetta dell'orologio avanza oltre la mezzanotte e sembra scorrere sul quadrante più velocemente, mentre la serata continua senza che vi siano segni di stanchezza. C'è chi se ne resta al bancone, chi si getta nella folla e balla gomito a gomito tra la massa di sconosciuti che riempiono la sala. Quando Chris si riavvicina a noi, lo fa per avvertire che Damon è in città che lo raggiungiamo a City Side. Io mi limito a fare un cenno con la testa e ci muoviamo verso l'uscita. Provo di nuovo a parlare con Chris.
«Era un pezzo che non ci divertivamo così, noi due, vero?»
«Davvero. Sono stato bene stasera. Come vedi alcune cose cambiano, ma altre non l'hanno mai fatto» risponde lui, sorridendo.
«A cosa ti riferisci di preciso?» Ma Chris come sempre parla una volta e non ripete più.
Prima che la conversazione finisca con quella frase, però, mi rivolgo ancora una volta a Chris approfittando del fatto che nessuno sembra badare a noi o ascoltarci.
«Volevi bere e hai bevuto. Hai anche rimorchiato, ora però devi dirmi che succede.»
Chris cambia espressione e si fa nervoso.
«Quel ragazzo è solo un coglione.»
«Perché?»
«Lei non doveva esserci oggi! Per nessuno motivo. Becky detesta Kath, hanno litigato l'anno scorso» afferma.
«Che genere di problemi hanno avuto?»
«Era il compleanno di Vic e l'idea era di organizzare una sorpresa, così Becky aveva messo a disposizione il suo appartamento per la festa. Damon aveva il compito di gestire l'organizzazione, dal momento che Becky era impegnata. Quindi Damon si è dato da fare per sistemare il posto. Nel pomeriggio si accorge di avere bisogno di una mano, quindi contatta Kath, l'amica di Vic, per essere aiutato. Lei si presenta nel box di Becky e si mettono al lavoro. Becky, nel frattempo, cerca di mettersi in contatto con Damon, ma lui non risponde alle chiamate, né ai messaggi, così lei decide di andare a controllare e si ritrova davanti la scena di Damon e Kath insieme che stanno rovistando tra gli scatoloni. Becky non l'ha presa bene, ha fatto una scenata e ha insultato Kath. Quel giorno è andata su tutte le furie» mi spiega.
«Ora capisco meglio. Allora perché stasera l'ha portata con noi?»
«Non lo so, Damon è soltanto cretino. Se Becky lo scopre, lo ammazza!»
«C'è dell'altro?»
«Apparentemente no. Ma ho il presentimento che tra quei due ci sia qualcosa. Comunque, se così fosse, c'è solo una persona che può scoprire qualcosa in più.»
«Chi intendi?»
«Vic, naturalmente. Come ti dicevo, è un'amica stretta di Kath. Devo parlare con lei e vedere se riesce a scoprire qualcosa» ipotizza.
«Ma sei sicuro che sia una buona idea?»
«Penso di sì. Il punto è fare luce sulla situazione e io voglio scoprire cosa combina Damon. Se salta fuori che tradisce Becky, le dirò tutto» aggiunge lui in un tono secco e sicuro, che non lascia spazio ai ripensamenti. Ci rimettiamo in auto e arriviamo al City Side, un bar del centro dove ad attenderci ci sono Damon e Kath. Li raggiungiamo e ordiniamo da bere.
Decido di scambiare due chiacchiere con Kath, cercando di capire che tipo è.
«Che maleducato che sono! Scusami, non mi sono nemmeno presentato. Io sono Adam, Adam Donovan.»
«Piacere Adam, io sono Katherine Lorenzini, ma puoi chiamarmi Kath, Tutti mi chiamano così»
«Allora, Kath, fai Lorenzini di cognome. Sei italiana?»
«No, sono nata in america, però ho origini italiane, dato che mio papà è di Roma» precisa.
Anche Damon ha origini italiane, suo padre è italiano.
«Tu cosa fai nella vita?»
«Io sono un grafico illustratore presso la Columbia Center, per conto della Graphics. M. Perry e tu?"
«Io organizzo eventi di vario genere. Per lo più feste private.»
«Wow, è interessante. Per questo sei così frizzante.»
«Sì, amo godermi la vita e mi piace divertirmi.»
Parliamo un po' tra di noi delle serie televisive che seguiamo e dei nostri interessi, finché non si fanno le tre del mattino e decidiamo che è arrivato il momento di rientrare.
All'uscita del bar, Damon avverte Chris che accompagnerà lui per primo; Chris sembra sospettoso ma non insiste. Intuisco che Damon vuole parlare di qualcosa con me, così lancio a Chris uno sguardo di intesa e non si oppone nemmeno lui.
Una volta accompagnati Chris e Kath a casa, Damon resta solo con me.
In auto il silenzio comincia a creare un senso di imbarazzo, finché Damon non decide di darci un taglio e parlare.
«Ascolta, vorrei chiarire ciò che è successo questa sera» dice, con una certa rigidità.
«No, non devi. Anche se sinceramente sono confuso. Non capisco cosa ci facesse quella ragazza con noi.»
«Kath è un'amica di lunga data. Il problema è che Becky non va d'accordo con lei» mi spiega, dispiaciuto.
Ascolto di nuovo la storia che Chris mi ha raccontato pochi momenti fa. Anche se in certi passaggi, Damon ha cambiato qualcosa, come è suo solito fare.
«Per questo Becky non sopporta Kath.»
«Okay. Però adesso che vuoi fare? Immagino che non dirai a Becky che Kath era con noi»
«Certo che no! Anzi, dovreste coprirmi, per stavolta.»
«Mentire?»
«Solo in parte. Dovreste dire che mi avete visto direttamente al City Side, d'accordo?»
«Ma tu cosa dirai a Becky?»
«Che sono arrivato tardi, che quindi sono andato al party con un mio amico e che solo dopo vi ho raggiunto.»
«Va bene, ma se tu non hai fatto nulla di male con Kath, perché mi chiedi di coprirti?»
«Perché siamo amici. Altrimenti non te l'avrei chiesto. Andiamo, fammi questo favore. Becky saprà solo questo e non ci saranno problemi!»
Sospiro e ci penso su. «Se farò quello che mi chiedi, mi assicuri che non finirò nei guai a causa tua?»
«Figurati, certo che no! Ti aiuterò io, se dovesse succedere» mi assicura.
«Non credo che Chris sarà d'accordo.»
«Ci parlo io con lui. Vedrai che lo convincerò, anche se è un testardo» dice, con un sospiro.
«Damon, voglio chiederti io una cosa, adesso.»
«Certo, dimmi pure» dice lui, tornando nervoso.
«Tra te e Kath c'è qualcosa?»chiedo senza indugi.
«No. No, io sto con Becky, anche se le cose non vanno più bene come un tempo. Ma Kath è solo una cara amica, nient'altro» risponde sicuro, senza far trapelare nulla.
«Va bene, ti credo.»
Mi chiedo se Damon dica la verità o no. Arriviamo sotto casa mia, lo saluto con una pacca sulla spalla e scendo dall'auto. Il telefono vibra: lo sapevo che mi avrebbe scritto.
"Allora, cosa si è inventato stavolta?" mi chiede.
Questa sì che è una bella domanda, penso e non perdo tempo prima di rispondere: "Ho parlato con lui, ho detto che non abbiamo nessuna voglia di finire in mezzo a questa storia e vedercela male con Beck."
La luce del cellulare mi fa da guida nel buio della mia stanza, così mi libero lentamente degli indumenti.
Chris risulta online, prima che mi risponda gli mando un altro messaggio: "In ogni caso, stasera mi sono divertito a prescindere dal resto. Certo, un tempo eri la mia spalla. Ma le cose cambiano, giusto?"
Osservo lo schermo, aspettandomi la sua risposta da un momento all'altro, ma non succede nulla e la chat resta uguale per i minuti successivi, finché non mi rassegno.
Capirai, ci sono abituato. Proprio non ce la fai a rispondere a questo genere di frasi, non è vero Chris?
Esco dalla chat con lui e provo a scoprire se Eva è ancora sveglia, anche se non si connette da parecchio, stando all'indicatore di WhatsApp. L'ultimo accesso è stato alle undici: starà dormendo.
"Amore, sono tornato poco fa e sono a pezzi. Adesso mi accascio sul letto e mi sveglio Lunedì! E' stata una serata particolare... Appena ho un momento ti chiamo e ti racconto tutta la storia. Sappi però che io non c'entro nulla."
"'Notte, ti amo" ora voglio solo dormire.
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Vite Intrecciate #1
RomanceAdam Donovan era certo di avere tutto: il lavoro dei suoi sogni a Seattle, la sua donna, la sua famiglia, i suoi amici. Ma non si metteva quasi mai in discussione. Era sicuro che se avesse recitato abbastanza bene, se fosse stato abbastanza "credib...