Capitolo 1 il presente

393 29 0
                                    

"Corro, a per di fiato senza fermarmi... é tutto oscuro poi uno squarcio, una pioggia di sangue..."
Mi sveglio urlando nel mio letto, madida di sudore, sentendo ancora quella fitta di dolore che neanche nove anni di pace e tranquillità sono riusciti a lenire.
Mi sdraio sul letto e guardo la sveglia sul mio Samsung, sono le sei, fra un'ora dovrò alzarmi.
Resto distesa sul letto in quella che da otto anni é la mia stanza. Da il primo momento in cui l'ho vista ho pensa che fosse la camera di una principessa, il letto é a baldacchino con lenzuola di velluto bianche, la testata é realizzata in legno di quercia con rifiniture in oro.
Sulla parete di sinistra c'è una porta che conduce a un'enorme cabina armadio con ogni genere di abbigliamento a mia disposizione.
Ci sono due finestre ai lati del letto, alte dal pavimento al soffitto, si affacciano all'immenso giardino sul retro della "casa", meglio dire palazzo.
Affiancato alla parete destra c'è un mobile che percorre tutta la stanza, anch'esso in legno di quercia con rifiniture in argento e bronzo, che contiene tutto il necessario per truccarmi e pettinarmi, e sopra il mobile c'è uno specchio alto metà parete, e largo quanto essa, la cornice, in platino, presenta elaborati disegni floreali.
E ciliegina sulla torta il lampadario realizzato con veri diamanti, rubini e zaffiri, quando si accende sembra un caleidoscopio.
Ho appena ripreso sonno quando... << Signorina Elaija si svegli >> la domestica bussa alla mia porta, "vafanculo" penso "perché i vampiri non dormono durante il giorno? Uffa".
Da quando sono qui ho scoperto che i vampiri sono svegli durante il giorno, possono stare all luce del sole, hanno varie classi sociali ( re, nobili, e servitori) e possono anche non nutrirsi necessariamente di sangue umano, che stranezza, mi tiro su con un gemito, quanto vorrei dormire ancora.
Per fortuna il riscaldamento é acceso, così mi ritrovo un bel pavimento caldo, e non si gela.
La cabina armadio é gigantesca, ho l'imbarazzo della scelta. Alla fine scelgo dei fuseaux neri, una maglietta lunga fino a metà coscia dello stesso colore a maniche lunghe e degli stivali di pelle neri "siamo in inverno spero mi tengano al caldo". Prendo i vestiti e esco dalla stanza per andare in bagno. Il corridoio é lungo e ampio con un tappeto così morbido che i piedi ci sprofondano, le pareti sono coperte di ogni genere di quadro, dalla natura morta al cubismo, e naturalismo.
Apro la porta del mio bagno, ringraziando mentalmente la domestica per aver già riempito la vasca.
Mi spoglio, del pigiama, e entro nell'acqua calda, qui ci potrebbero entrare cinque persone.
Ogni stanza sembra voler ostentare la ricchezza del padrone di casa, solo qui c'è una vasca idromassaggio, una doccia con sei soffioni, un lavandino in marmo con rubinetto in titanio e uno specchio, che se vuoi puoi far scomparire dentro la parete semplicemente edpremendo un pulsante.
Resto immersa nell'acqua calda per mezz'ora, prima di uscire. Mi vesto e asciugo i capelli, mentre torno in camera noto Rix, il mio maggiordomo, lui non è un vampiro ma è un mezzo demone, passo molto tempo con lui perché avendo una parte umana mi capisce meglio di altri domestici al mio servizio.
<<Buongiorno Rix >> lo saluto, << buongiorno signorina Elaija >> ricambia con un sorriso.
Rix é molto affascinante, ha i capelli argentati, non sono molto lunghi ma gli arrivano quasi alle spalle, i suoi occhi cambiano colore, e ha una carnagione bronzea, é molto carino, ma se si arrabbia diventa una furia incontrollabile, e il suo sangue demoniaco prende il sopravvento trasformandolo in un lupo infernale del pelo argentato e occhi neri come pece.
Quando sto per entrare in camera lo sento aggiungere <<oh, buon compleanno >> mi orrigidisco all'istante, oggi è il venti Ottobre il giorno del mio, sedicesimo , compleanno, e io lo odio. Perché dovrei essere felice nel mese in cui è morto mio padre?!
Rivolgo a Rix un sorriso tirato e lo ringrazio.
Mi fondo in camera, mi accascio contro la porta e lotto per non lasciarmi andare al pianto.
Dopo aver ripreso il controllo di me stessa, mi avvicino allo specchio per truccarmi.
I miei capelli rosso rame, si sono leggermente scuriti ( succede ogni volta che arriva l'inverno ), il ciuffo che tengo sopra l'occhio destro dev'essere tagliato, i miei occhi sono la cosa più bella che ho, sono di un verde inteso con sfumature nocciola, ho una carnagione pallida, il mio corpo a delle curve niente male, anche se non né tengo molta considerazione. Finisco di truccarmi solo un po' di mascara e matita. E nel guardarmi nuovamente allo specchio rimango scioccata...sono identica a mio padre, cado sulle ginocchia cercando di soffocare i ricordi di quel giorno che ancora mi tormentano...

    Io so cosa c'è  nel tuo Cuore (La Storia É completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora