Scaglie di cioccolato

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Scaglie di cioccolato

8 dicembre 2015

Ho sempre amato il Natale. Quell'anno sarebbe stato diverso. Senza mia nonna. Senza mio cugino. Senza il mio fidanzato. I primi due morti, l'ultimo no comment. Avevo fatto l'albero, sistemato gli addobbi e me ne stavo lì sdraiata sul letto a guardare uno dei quei film strappalacrime. A farmi inghiottire dalla tristezza. Quando non sapevo che fare, chiamavo sempre mia nonna. Lei sapeva trovare sempre la soluzione a tutto. In alternativa c'era lui: Sirio, il mio amico storico.

Afferrai il telefono, composi il numero e diedi sfogo al mio malessere.

«Tutti hanno dei sogni. Io no. Non più. L'idea di trasferirmi in Spagna è andata a puttane. Quella della casa idem, per non parlare del presunto matrimonio con lo psicopatico – feci una lunga pausa – e adesso, non so cosa fare. A che punto della vita sono? Dove sto andando? Dove cazzo è andato a finire il mio entusiasmo? Io amo vivere. Cavolo se amo vivere. Amo ogni cosa che mi circonda, amo ogni persona che entra nella mia strada e amo darmi da fare. Ma non ho mai vissuto per realizzarmi. Ho sempre pensato che il mio progetto fosse vedere star bene gli altri, specialmente le persone che amo.

Sembra stupido e si può pensare che io lo faccia per essere ricambiata. Invece, no. Vivo incondizionatamente per gli altri. Però a volte capita che la mia umanità venga a bussare alla porta. Specialmente quando penso a lui. Sono felice che stia bene, ma mi chiedo quanto sia giusto per me vivere della felicità altrui. E se iniziassi a cercare la mia? Quella tutta mia. Ma non so proprio d dove cominciare. Sono brava con gli altri, ma non con me. Su di me non ho mai sperimentato. Non so come si fa. Come si fa a essere felici? Io non voglio smettere di occuparmi del mondo, ma voglio non dover restare sempre sola, quando loro vanno avanti. Mi resta sempre un incredibile vuoto» mi sollevai e posai la tazza sulla tavola imbandita di dolci.

«Non devi sentirti in colpa se pensi a te stessa. Gli altri sono capaci anche senza di te e non perché tu non sia fondamentale o importante. È così che funziona il mondo Luna. Impara a selezionare le persone, non tutte sono buone anime. Poi, inizia ad assaggiare la vita, i suoi gusti. Perché io ho la vaga impressione che tu sappia che una cosa è buona solo perché lo dicono gli altri. E lo stesso vale con le persone. Fidati del tuo istinto, ma assaggia, esplora, conosci. Comincia dalle piccole cose. Scopri chi sei. Non lo saprai mai se non ti butti. E lascia stare quello che dicono i tuoi. Non hanno il controllo della tua vita. Nessuno lo ha. Sei tu il pilota. Cazzo abbiamo un enorme potere e la maggior parte di noi non lo sa o non lo vuole usare. Ti hanno regalato il Millenium Falcom e tu parti già con l'idea di non poterlo pilotare. Provaci. Luna, provaci. Buttati. Non stare ferma a farti domande» sospirò.

«Forse hai ragione» balbettai.

«Vestiti, passo a prenderti tra mezzora» riagganciò.

***

Più tardi...

Eravamo seduti dentro un delizioso bistrot del centro. Osservai il cielo, era bianchissimo, da lì a poco sarebbe caduta la neve. C'erano dei bambini che canticchiavano canzoni di Natale e delle vecchie signore completamente coperte da sciarpe di lana e cappello con in mano grandi buste rosse contenenti i primi regali Natalizi. Quella scena sembrava un quadro, incorniciato dalle luci che circondavano la vetrata del locale.

«Tu e lui eravate gli unici due a comprendermi. Gli unici che non mi hanno mai detto cosa fare o chi essere, ma che piuttosto hanno chiesto il perché dei miei atteggiamenti. Eppure, per colpa dei miei stupidi atteggiamenti ho perso anche lui. Non so perché, ma ho la tendenza ad avvicinare le persone che hanno bisogno di me e allontano chi invece non ne è e c'è per il gusto di esserci. Tu sei l'unico che è rimasto» sorseggiai la mia cioccolata calda.

Scaglie di cioccolato - Racconto breveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora