"Tu sai cosa vuol dire amare qualcuno?"
Ricordava ancora quando lei glielo aveva domandato per la prima volta.Le porte dell'Estate si erano già chiuse, lasciando la strada libera affinché l'Autunno compisse il medesimo passo fra il seccarsi di foglie colorate che avrebbe smagrito la natura sotto cieli ingrigiti dalla pioggia e una traboccante fioritura di Higanbana che bruciava la terra gelida con il lustro dei suoi steli sottili. Quell'anno il carico di rosso che vergava le tombe dei defunti librava una dolce malinconia appena appuntita dal freddo precoce.
Yuya Sakaki si era quasi indotta a credere che dietro l'improvvisa rigidità che ne pizzicava le guance rosee ci fosse la mano di un qualche spiritello furbone, ma altri erano i crucci che ne affollavano la testolina arruffata, annegandone i sensi in un'espressione quasi di convenienza, per il suo animo scisso in due opposti accesi.Quando Reiji Akaba la sconfigge il sentimento che spezza la sua esistenza sa di perdita, perché il Pendolo che oscilla in mani altrui è una visione orribile che le fa mancare la terra sotto i piedi mentre le unghie affondano nei palmi, dove il livore germoglia in fiori velenosi che tuttavia non brillano di rivalsa, ma di amarezza nel vedere il suo piccolo orgoglio essere esibito affinato e al tempo stesso incompleto di ciò che lei ancora non ha realizzato.
Eppure, la gentilezza con cui quel ragazzo sbucato dal nulla le chiese scusa successivamente, dando voce al perché di quelle migliorie che palesano un abisso fra le rispettive inventive, dissipò il sapore acre addensatosi in bocca, cospargendoci sopra un pizzico di indefinito sollievo. Reiji Akaba - e questo lo avrebbe ricordato fino all'ultimo - apparteneva a una categoria di persone non collocabile in un contesto quale era il suo; l'allinearsi dei suoi discorsi seguiva più fili, inanellati in una logicità a sua volta fulcro di una maglia di pensieri scevra di superficialità, distinta e asettica per quel creare l'illusione che il proprio tornaconto personale fosse una ragione più che plausibile per soprassedere alla volontà delle persone.
Contrariamente, lei soleva risaltare con intensità infusa di una vistosità molto più sciolta, crepitante cromie solite a discostarsi dalle sorelle uggiose.
Avrebbe dovuto guardarsi bene da una persona che ne sapeva più di lei, precisa nel perseguire un obiettivo drappeggiato dall'enigmaticità che splendeva affilata nelle iridi ametista, ma all'epoca neppure lui aveva idea di quanto sarebbe stato grato a quel "Sì", semplice e spontaneo che lei gli diede, lasciandolo incerto a causa del dubbio suscitato per quella concessione richiesta eppure così inaspettata per la vivida fiducia che lo attraversò da una parte all'altra.Note di fine capitolo.
E...Salve a tutti quanti. Parto subito col dire che questa storia avrebbe dovuto essere una One-shot, ma per esigenze ho finito per dividerla. Non sono nuova al mondo di Yu-gi oh, fui inizializzata, per così dire, da mio cugino, e io, che sono una che shippa tanto le coppiette sopra cui pone gli occhi, non ho resistito alla tentazione. Come avrete notato, Yuya qui è una ragazza. Perché, vi chiederete? Semplice: io adoro il gender bender e su pixiv ho visto dei disegni che mi hanno praticamente stregato. I capitoli, posso già dirlo, sono cinque e cercherò di postarli brevemente. Mi auguro che i personaggi siano IC il più possibile, non ho seguito la serie, giusto conosco di nome e grossolanamente i personaggi, quindi siate clementi, per favore "^^. Avverto subito che le note del capitolo le metterò qui e nell'ultimo capitolo, salvo veloci specificazioni. Spero vi possa piacere, auguro a tutti una buona lettura! Scrivetemi in numerosi.
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Yu gi oh Arc V. Higanbana.
Fanfiction"Tu sai cosa vuol dire amare qualcuno?" La loro era una relazione fatta di fili rossi intrecciati che evocavano la stessa sinuosità degli Higanbana quando arricciavano le punte e si sporgevano in più direzioni con la corolla a fiammeggiare orgoglios...