CAPITOLO 2

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Un giorno...scrissi di nuovo a Nik...avevo fatto una cavolata e sentivo il bisogno di dirglielo, ero tornata a casa distrutta, la sera ero scoppiata ed avevo preso la mia amica...la lametta. Quel giorno fu la mia rovina, mi riempii il braccio di segni rossi, dopo tutto, sin da piccoli ci insegnano che gli errori vanno cancellati con una linea rossa. La sera stessa, esagerai, il dolore poco a poco passa, ma le cicatrici sulla pelle restano. Il fatto è...lei era sparita, questa cosa faceva male, ora non so se lo feci per dolore...o perchè avevo bisogno che lei mi parlasse ancora. Tutto quello che ora so...è che quella cicatrice, proprio quella, brucia ancora ed è rimasta li, a testimoniare quello che ho passato. Credo che lo feci per entrambi i motivi, stavo male e avevo bisogno che lei fosse vicino a me, sentire la sua voce dolce e quell'accento che un po' ti fa ridere e un po' ti intenerisce, vedere quegli occhi marroni nocciola che ti guardano e dolcemente si chiudono, sapere che vorrebbe tirarti due schiaffi ma che non lo fa e invece ti accarezza. Ricordo poco ormai di lei, il poco che ricordo bene è quando la sera mi salutava...e la sua mano mi sfiorava i capelli...questo è tanto tempo fa, anni fa. Una volta che mi rassegnai al fatto che Nik non avrebbe più fatto parte della mia vita, comincia a dimenticare e concentrarmi su altro. Per un po' mi concentrai sul disegno e sullo sport, ma non funzionò gran che...ma dopo qualche mese, conobbi una ragazza... aveva due anni in meno di me, lei aveva 11 anni e io 13... era molto carina, ma questa storia la lasciamo in sospeso, diciamo solo che, non eravamo vicine, lei si chiamava Maty ( nome ovviamente falso ). Era molto gentile e mi prese subito mentalmente, ma questa è una storia diversa...la vedremo la prossima volta.

mamma...sono lesbica, scusamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora