mamma...sono lesbica, scusami

CAPITOLO 3

Maty, che dire, dopo averla conosciuta smisi per un periodo di tagliarmi, di farmi e anche di bere, faceva uno strano effetto su di me quella ragazza. Era una ragazza bassina, occhi scuri, capelli lunghi e mossi come le onde del mare. Gli occhi, pur essendo marroni scuri, ci si perdeva in quanto erano profondi, il suo sguardo era uno di quegli sguardi che ti passano fino nell'anima. Siamo state insieme per più o meno due mesi. Non so sinceramente perché una ragazzina così carina poteva stare con me, non eravamo per niente simili, per questo la nostra storia finì dopo poco, ma quei mesi mi rimasero ben impressi, come la sua voce con l'accento forte della sua zona. passammo insieme i primi mesi di scuola, ci scrivevamo anche in classe, con l'ansia persistente che i professori ci vedessero col cellulare. Ogni sera ci chiamavamo e stavamo per un po' al telefono, parlando spesso di cazzate, per farla ridere. Un giorno, mentre ero a scuola, nell'ora dell'intervallo, o meglio, in quei pochi minuti...incrociai lo sguardo di una ragazza, che non conoscevo, ma era nella classe accanto alla mia e mi chiesi come avessi fatto a non notarla prima. Maty si faceva sentire sempre meno, dicendo che i suoi le sequestravano il telefono. Cominciai a uscire anche con quella ragazza della classe affianco, così, tanto per fare un giro per quel piccolo paesino delle medie. Il giorno in cui dovevamo uscire, decidemmo di restare a mangiare fuori, al mattino, durante l'intervallo...nel corridoio, io camminavo con lei aggrappata alle spalle, questa ragazza dai capelli biondi e lunghi si chiama emy, facendo avanti e indietro per il corridoio. All'uscita ci trovammo dai gradini e andammo a mangiare, nel bar al fondo del paese mi conoscevano, andammo la così ci saremmo potute nascondere da delle scale per far si che io mi fumassi una sigaretta in pace. Appena fummo dalle scale, aprii lo zaino e tirai fuori il pacchetto di marlbloro rosse, lei mi guardò male mentre ne tiravo fuori una dal mucchio. La accesi e cominciammo a parlare, lei continuava a guardar male la sigaretta fra le mie labbra. Dopo questa piacevole chiacchierata andammo in giro per tutto il pomeriggio. Verso le 6 andammo tutte e due a casa, ci saremmo viste il giorno dopo però.