Le riflessioni di Lovino - Parte 1

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Quel mondo prima così grigio e rosso, dove tutto quello che contava era avere abbastanza polvere da sparo e il coraggio di sparare, piano piano si ricolora, prima i coriandoli, rossi, blu, bianchi, poi la gente, il cielo, l'aria di festa. È tutto perfetto, finalmente. O quasi. Forse me la sarei meritata io la pallottola nel petto, anziché il capitano. Era un grande uomo, il quale desiderava solo la libertà del suo paese, niente più, a costo di dare la sua stessa vita. Oggi dovrebbe essere un eroe, se non un santo, ma non un martire. Dovrebbe ridere, sorridere in quel contagioso modo che gli riesce così bene, festeggiare tra la folla, e dare l'ultimo saluto ai suoi compagni. Me lo meritavo io, non lui. Lui si meritava solo il meglio, il meglio che la vita prima potesse offrire. Doveva stare a casa, proteggere la sua famiglia, forse arruolarsi nell'esercito italiano, poiché arruolarsi tra i partigiani assicura spesso la morte. Non si meritava niente di tutto questo. Forse rinascerà in un altro corpo, magari in un altra epoca, un tempo pacifico in cui possa avere una famiglia e molti figli, e chissà, magari ci potremmo rincontrare prima o poi.

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Ahhahahahaha mi sono divertita un pochino stamattina!
Vi piace l'idea se a volte faccio cose così?
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