4.0

2.6K 160 38
                                    

Passano due anni da quell'incontro, e tantissime cose cambiano.

Louis ha trovato il modo di unire la sua passione per i bambini e quella per lo studio nel lavoro d'insegnate elementare.

Harry, dopo il successo del primo singolo e dell'EP, si è preso del tempo per scrivere il suo primo vero disco, e ha anche adottato un adorabile pargoletto, il piccolo Thomas Styles.

Thomas è un bambino intelligente, allegro e molto timido, proprio come lo era suo padre alla sua età. È anche lui un artista: ama disegnare e colorare, e Harry incentiva questa passione del piccolo settenne comprandogli ogni sorta di colori lui voglia.

Thomas ha solo un problema: proprio non va bene in matematica.
Quando copia dalla lavagna sul quaderno un 9 diventa un 6, un 12 diventa un 21.
19+1 quanto fa? Non riesce a spiegarsi che se quell'uno è un'unità e va sommato con le unità, il 9 che diventa? Mica ci sono altre unità dopo!
E le sottrazioni se finiscono le dita sono un bel dilemma. 

"È svogliato, non si applica."
Questo è il mantra che il maestro ripete ogni volta, a padre e a figlio.

Oggi il piccoletto torna a casa taciturno.
-È successo qualcosa Tommi?-
-Il maestro starà a casa per un po', è malato.-
-Oh, mi dispiace.-
-A me no.- in effetti non era proprio Mr. Simpatia quell'uomo -nel frattempo ci sarà un maestro nuovo.-
-E com'è?- chiede Harry.
-Oggi all'intervallo mi ha parlato. Mi ha detto di dirti che potrei avere un DSA. Sono malato papà?-
-No tesoro, non sei malato. Anche il papà c'è l'ha, ma domani andiamo da una signora che ci dirà subito se il maestro nuovo ha ragione, okay?- gli dice amorevolmente baciandolo sulla fronte e mostrandogli una confezione di pastelli a cera nuovi, che aveva tenuto dietro la schiena.

L'indomani si recano dalla logopedista, una signora molto gentile che conferma ogni sospetto: Thomas è discalculico.
Harry si maledice per non essersene accorto lui stesso, perché è compito suo accertarsi che il figlio non passi lo stesso inferno che aveva passato lui.
Quando la volta seguente va a prendere il bimbo a scuola decide di fermarsi a ringraziare il maestro.
Questa volta è lui a non riconoscere Louis.

Harold si complimenta con il giovane supplente per quella tempestiva analisi con una stretta di mano, senza smettere di porgli domande.

-Come ha fatto ad accorgersene? Sa, io sono dislessico, e proprio non mi capacito di non essermi accorto di ciò per primo!-
-La dislessia è più facile da riconoscere, non si preoccupi, e poi non era suo compito farlo. Suo figlio era demotivato in matematica perché non gli venivano forniti gli strumenti giusti per affrontare la materia. Ai tempi del liceo avevo un compagno di classe dislessico, che si credeva incapace di scrivere poesie, ma oggi è un cantautore di successo. Gli stimoli che riceveva dalle persone intorno a lui erano solo negativi, eppure ora le sue canzoni mi hanno fatto riflettere sugli errori del passato. Ai tempi del liceo non avrei mai creduto questo ragazzo capace di scrivere, ma ora ho capito, e posso assicurarle che finché suo figlio sarà con me riceverà gli stimoli e gli strumenti giusti.- lo rassicurò io supplente.
-Thomas è fortunato ad avere un maestro come lei, Tomlinson.-

Harry prende per mano il suo pargoletto, impegnato a giocare con dei sassi, e s'incammina verso l'uscita, lasciandolo di stucco.

-Ma io non le ho mai detto il mio cognome!-  urla il supplente.
-Lo so!- risponde l'altro, senza voltarsi.

A quel punto Louis sorride.
E sa che lo sta facendo pure Harry, anche se lui non lo può vedere.

Spero che questo finale alternativo vi sia piaciuto.
Grazie per essere arrivati fin qui e per avermi accompagnato in questo cammino.
Ho già qualche idea per le prossime storie, ma è ancora tutto da vedere.
Se questa vi è piaciuta e volete stare aggiornati, non vi resta che seguirmi.
Se non l'avete ancora letta, potete trovare un'altra Larry sul mio profilo, The Blacklist.
Un bacio!

Alphabet Boy || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora