The Modern Vampires

~L'incontro~

(7 mesi prima)

È il primo giorno di scuola del quarto anno, per la precisione lunedí.
Settembre non mi è mai piaciuto molto come mese, non so bene perchè.

Mi sono svegliata alle sette per farmi una doccia, perché sapevo che poi il bagno sarebbe stato occupato. Infatti alle 7:30 precise Jeremy bussa, e io sono costretta ad uscire e asciugarmi i capelli in camera.

Visto che è il primo giorno si entra alle 9, mentre il resto dell' anno si entrerà alle 8.

Scendo di sotto già vestita e trovo mia madre intenta a prepararci la colazione.
- Mamma se vuoi faccio io, non è un problema. - Non è proprio la sua specialità preparare la colazione, perchè di solito la faccio io.
- Tranquilla tesoro, è quasi tutto pronto. Chiama Jeremy e papà. -

Salgo di sopra e sveglio mio padre, poi busso al bagno e urlo: - È pronta la colazione, esci. -

Ci sediamo a tavola e mangiamo toast, muffin e macedonia, accompagnati dal thè.
La mia famigli non è di certo ricca, ma se la cava, i nostri genitori non ci hanno mai fatto mancare niente.

🐺

Io, Bonnie e Caroline ci sediamo alla mensa a spettegolare.
- Hey, avete saputo chi è il nuovo arrivato? - Caroline sa tutto di tutti, non puoi nasconderle niente.
- Chi? - domanda Bonnie prima di addentare una mela.
- Quello là. - Ci fa un cenno col capo.
- Capelli scuri e occhi celesti? - domando.
- Già... Carino eh? -

Sembriamo delle maniache, ma poco importa. In effetti è molto carino...
- Come si chiama?- domando di getto.
- Damon. Ti piace? - Risponde prontamente Caroline.
- No, pura curiosità. -
Poi aggiunge, - Ho saputo che è il fratello minore di Stefan Salvatore.-

Usciamo da lí e andiamo nelle nostre rispettive classi.
Damon è davvero un bel ragazzo. Indossa una semplice maglietta grigia a maniche corte che gli fa risaltare i pettorali, e dei jeans neri.

🐫

- Ciao, benvenuto alla Harvard. - mi rivolgo a Damon nel corridoio.
- Grazie. E tu saresti.. -
- Eléna, Eléna Gilbert. -
- Ciao Eléna, io sono Damon Salvatore, del tuo stesso corso a quanto pare. -

Entriamo in classe, dove il professore ancora non è arrivato.
- Ti dispiace se mi siedi vicino a te? -
Mi chiede, ed io rispongo - No, fa pure. - riesco ad intravedere un suo sorriso, con ai lati due fossette.

👽

Sono le 18 circa ed è già buio, quando mi ricordo di aver lasciato il libro di scienze a scuola. Esco e vado a vedere se è aperta, e con mia sorpresa lo è. Non ci sono luci accese, forse c'è qualche club in una aula, anche se è appena iniziata scuola.
Mentre cammino per andare a recuperare il mio libro, sento dei rumori dietro di me. Ovunque.
Sto iniziando a spaventarmi, le luci sono spente.
Ad un certo punto Damon esce da una classe ad una velocità spaventosa, poi mi dice :- Che ci fai qui?  Vattene, è pericoloso. - lo dice in un tono arrabbiato.
- Pericoloso? Siamo a scuola. Sono venuta a riprendere il mio libro, e tu perchè saresti qui? - ribbatto.
Sento un rumore, qualcosa ha sbattuto contro un banco.
- Che succede là dentro? - chiedo indicando una porta.
- Non te impossessati un' altra volta. Vattene. - non pensavo che potesse essere cosí minaccioso, e forse devo assecondarlo.
Mi giro e cammino verso l'uscita, quando una persona mi ferma.
- Elena, giusto?  Non dovresti essere qui. Forse farai una brutta fine. - mi rivolge un sorriso malizioso, poi i suoi occhi diventano strani, sembrano impossessati. Mi fissa il collo, poi con uno scatto mi morde.
E io sono ferma. Il mio cervello non reagisce.
Cos'è? I vampiri non possono esistere. Forse è tutto un sogno. O un incubo.

Dopo un istante, qualcuno mi ha preso e mi ha portato via. E quel qualcuno è Damon. Siamo chiusi in una classe, sono ancora sotto shock.
- Tu sei come lui? -
Chiedo con voce tremante.
Senza rispondermi si morde il polso, poi me lo porge.
- Tieni, bevi il mio sangue. Sei ferita, ti farà guarire. -
- Io non bevo sangue! - esclamo stupita.
Si avvicina a me, e guardandomi negli occhi dice - Bevi. -
Nel sentire quella parola le mie pupille si dilatano, poi lo assecondo. Non riesco a disobbedire, è come se dovessi farlo a costo della vita.
- Tu non dovevi essere qui... È pericoloso... - dice a se stesso.
- Cosa succede?  Perchè? - riesco a dire. E lui ovviamente tace.