La Caduta

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Jim aveva gli occhi sbarrati. Guardava il cielo mentre il suo corpo rigido giaceva su quel pavimento macchiato di sangue. Due uomini vestiti di nero arrivarono vicino a lui e, uno prendendolo dalle braccia e l'altro dalle gambe, lo sollevarono e lo portarono dentro, senza dirsi una parola l'un l'altro. La via era libera. Tutti erano fuori, concentrati su qualcosa di apparentemente più importante. Entrarono di corsa dentro l'obitorio, posarono il corpo su un lettino vicino a una finestra aperta, accanto al quale c'era una ragazza con una coda di cavallo e un camice bianco che, mantenendo lo sguardo basso, cominciò a spingere il lettino nella direzione di una cella che fino a poco prima era stata ospitata dal cadavere di un uomo che si diceva somigliasse molto a Sherlock Holmes. Guardava in basso per non incontrare lo sguardo di quegli uomini, ma questo non le impediva di sentire quei sensi di colpa che la assalivano mentre guardava l'uomo steso davanti a lei, quell'uomo che una volta lei aveva creduto provasse dei sentimenti nei suoi confronti, ma che invece aveva fatto solo cose terribili. Non appena i due uomini videro che lo stava portando verso la cella le si posero davanti bloccandola.

"Lui non va lì dentro."

"Ma credevo che dovessi nascondere il corpo nell'obitorio."

"Si. Ma non li dentro."

"Non capisco..."

"Non devi capire. Devi solo fare ciò che ti viene detto."

"Ma dove altro dovrei nasconderlo? Perché una cella per i cadaveri non va bene?"

"Perché non è un cadavere."

Il Caso ReichenbachDove le storie prendono vita. Scoprilo ora