CAPITOLO 1
Mi chiamo Hassef Kebal e vivo ad Abu-Dhabi da ormai trent'anni, ma le mie origini sono curde. Mi sono trasferito in questa splendida città nel 1990 da Baghdad, capitale iraqena, per colpa dell'ennesimo litigio tra mio padre e un ufficiale iraqeno afflitto da un profondo odio nei confronti dei curdi.
Infatti, quel giorno mio padre si era recato al municipio della capitale per chiedere spiegazioni di una raccomandata che aveva ricevuto. Giunto lì, davanti al palazzo trovò il soldato che non lo fece passare con la scusa che il comune era chiuso a quell'ora. Infuriato, papà lo prese per il colletto della camicia e lo minacciò di ammazzarlo, ma la gurdia lo scaraventò a terra e gli puntò addosso la pistola intimandolo di andarsene. Papa eseguì l'ordine, ma prima lo scaraventò a terra, ferendolo ad un braccio, e poi scappò.
Il giorno dopo ricevette una lettera dal governo che lo costingeva ad emigrare entro un giorno, se non voleva morire e, così, facemmo rapidamente le valigie e partimmo.
Tuttavia oggi non nutro alcun rancore per quelle persone e non ho intenzione di vendicarmi, perchè ce lo insegna il Corano e noi curdi lo rispettiamo molto di più che altre persone apparentemente più "sagge".
Noi curdi siamo un' etnia di trentacinque milioni di persone che si insidia tra Iraq, Iran, Turchia, Armenia e Siria. Purtroppo questi stati non nutrono un grande rispetto nei nostri confronti perchè sono colmi di razzisti, incentivati dallo stato.
Un triste esempio avvenne il 14 luglio 1990, festa nazionale dell'Iraq, dove nella piazza del mercato di Baghdad erano state allestite centinaia di bancarelle e, in un angolo della piazza furono esposti i nostri prodotti e noi cantammo le nostre musiche popolari, invece di quelle iraqene.
Appena gli ufficiali ci sentirono, si precipitarono verso di noi e ci obbligarono a cantare le loro canzoni, ma noi ci rifiutammo e fummo presi a bastonate da costoro. Ci furono due morti e dieci feriti.
Ma dopo questo tristissimo evento, meditammo vendetta. Eravamo stufi di essere maltrattati: adesso tutto doveva cambiare!
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LA TERZA GUERRA MONDIALE
Historical FictionIl mondo cambierà in maniera netta nei prossimi cinquant'anni e noi dobbiamo essere pronti a tutto, come dimostra apertamente questo libro