Imbrunire

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La furia divina si è abbattuta su Dyo nella piccola stanza della biglietteria, chiusi dietro la porta con sopra stampato un attore in motorino, il capo contrae i muscoli del viso per aggredirlo. Ignaro di tutto ciò - mia grave mancanza, tutti noi dovremmo pensarci due volte prima di entrare in una porta chiusa - al mio ingresso quella furia si riversa anche sul mio umile essere:
"Non vedi che sto parlando?! Quando si entra qui bisogna bussare!" dice lei, il nostro capo. Come se un poliziotto mi stesse puntando contro l'arsenale dell'intero dipartimento, sono indietreggiato con le mani in alto e ho quasi chiuso la porta quando mi raggiunge, la afferra e sputa fuori da quel bellissimo viso diabolico "Hai capito?!".
Il problema non stava nel fatto che lei, il capo, fosse arrabbiato. Piuttosto era il mio senso di colpa in quanto possibile, che sia stato io stesso a creare il problema del blocco di internet la sera prima, tentando di guardare Friends online data noia e la consapevolezza che la scopa mi aspettava nello sgabuzzino per danzare con me a fine serata.
Ho capito che per sopravvivere avrei dovuto mentire coprendo il più possibile le tracce unte di vergogna nei confronti di Dyo.
Alle domande di lei, il capo indiscusso lì dentro, ho risposto affermando che ciò che ho fatto sia stato solo rispettare la prassi del mio dovere, ovviamente dopo aver tolto di mezzo la spia neutrale al servizio di un topo che fa "clik", la cronologia.

28/08
Seduto sul marciapiede non proprio pulito del cinema aspetto Dyo, una sua apparizione, un miracolo, eppure, la sua Multipla può portarlo ovunque pensavo. Il film in programmazione inizia alle 17.30 e ormai sono le 17.13, questo implica che i pop-corn avranno più importanza della mia stessa vita. Almeno per lei, il capo dei pop-corn.
Con me c'è un mio amico, Gian, che poco fa mi ha offerto un caffè all'amicizia - e perché sono senza soldi. Mentre scrivo, fuori fuoco ma invasivi, vedo i suoi mocassini di fianco a me. Questo mi fa pensare a tante cose, alcune sconnesse tra loro come il suo motorino bianco ma che una volta era arancione. Quando era arancione, Gian viveva nell'illegalità e quando ciò finì dovette sparire dalla circolazione, non del tutto, ma tenne un basso profilo. Dunque tra sputi e tapparelle abbassate cambiò colore al motorino, nascosto tra gli altri come un puma nella notte.
Mi chiama lei, il capo con l'Iphone e in lontananza intravedo Dyo, non ci vedo bene con il sinistro e sono certo di lui quando è a 4m da me. Arriva a piedi mentre io sono al telefono con lei che sa che il cinema è ancora chiuso. Coincidenza eccezionale passo il telefono a Dyo che soddisfa la mia curiosità sul suo ritardo: la Multipla Bi-Power argentata è morta. La cinta della distribuzione, i pistoni distorti sono tra le ipotesi del proprietario. Io non dico nulla, ma la prendo male, non meritava di morire così presto, ci conoscevamo da poco e non sapevo nemmeno la sua targa. Ma riesco a darmi una regolata emotiva perché poco dopo avrei dovuto preoccuparmi di ben altro.

Se volete sopravvivere a lavoro, quando fate qualcosa che al vostro capo non piace ricordate sempre di controllare se ci sono telecamere.
Nel mio caso le telecamere ci sono così come la leggerezza di un ventenne nel fare bene il proprio lavoro.
Dyo nella sua premura ha pensato bene di avvisarmi che lei, il nostro onnipresente capo, dalla sua dimora distante 40Km non ha mancato si sbirciare con il suo occhio elettronico il mio operato non certo eccezionale: abuso - distribuito nel tempo - del refrigeratore e delle bevande al suo interno; abuso di cibo quale Ritz, pop-corn e hot-dog. Dico abuso perché penso che al capo piacerebbe usare questa parola. Qualcuno - chi non lavora in Italia forse - potrebbe pensare che nutrire il proprio corpo, con cautela, possa essere giusto e costituzionale.
Ma per lei, il capo dei miei incubi, questo è troppo. Se dovessi paragonare la situazione a un viaggio nella foresta amazzonica da solo direi che mi sono slogato una gamba saltando un torrente e perso il dito mignolo della mano destra - sono mancino non è una grave perdita - cacciando la preda sbagliata.
La mia sopravvivenza è a rischio, potrei morire da un momento all'altro assiderato, per la fame, per la cacarella o per la mononucleosi.

30/08
La chiamano fortuna del principiante, una situazione estranea, novella in cui il destino, la religione o il culo ha avuto un impatto decisivo. La gamba è tornata a posto, il mignolo destro riapparso dalle fauci dell' hot-dog e potrei dire di averci guadagnato addirittura un dito extra. Facciamo un pollice destro in più.

Erano circa le 19 quando il nostro commercialista mi chiama al telefono per dirmi che sarei dovuto andare tempestivamente a lavoro: "È successo un casino, non so bene cosa ma sembra che sia saltata la luce in tutto il cinema" al mio chiedere spiegazione non c'era risposta, e al mio arrivo di corsa ma con calma ho trovato Dyo e il commercialista ai piedi dell'edificio abbellito da locandine di film per famiglia.
Il nostro commercialista è un buonista che se vuole ti aiuta fino in fondo ma che non perde tempo a mandarti a fare in culo se non gli stai a genio. Mi disse che aveva già lavorato per lei, il capo di una volta, e che per ovvi motivi l'abbia abbandonata, per tornare indietro deve aver avvistato la grana con quei suoi inquietanti occhi azzurri, capaci di vedere un profitto accentuato dal suo ottimismo incrollabile. Mi hanno detto che una volta aveva i capelli, e la barba, cosa che la lucidità del suo viso cela perfettamente risaltando il ghiaccio nell'iride e facendolo sembrare un comico di stend-up quando sorride, un comico inquietante però.
Cercare informazioni da loro sembrava inutile: Dyo doveva già aver parlato con lei, il capo che sente ciò che vuole, e questo deve avergli stimolato qualcosa nel cervello che lo ha portato alla rabbia, non solo per le petalose parole ma anche dall'eccessiva lucidità dei suoi occhi - rivista tempo a dietro da me negli occhi di mio padre, quando voleva farmi spiegare qualcosa dalle sue mani.
Pare che dei tecnici chiamati da lei, il capo, testando la funzionalità dei mai visti funzionanti condizionatori in sala, abbiano fatto saltare la corrente in tutto il carcere, cosa che per vie oscure, traverse e sconosciute è caduta, rimbalzata e ricaduta violentemente su Dyo. Ho detto carcere? Volevo dire cinema.

-Qualche giorno dopo-
Oggi l'onore e la gloria di aprire il cinema è stato dato a me.
Dyo mi ha abbandonato, la mia luce guida si è estinta e forse non la vedrò più a illuminarmi il cammino. Gli accordi tra lui e lei, il capo che dà, non mi sono chiari ma so che domani lui e lei, il capo che toglie, chiariranno l'accaduto.
Anche oggi sono sopravvissuto e se dovessi paragonare la situazione a un giro in barca direi che ho pescato un tonno pinna gialla di 31Kg con un amo senza esca, alle 14 del pomeriggio mentre mi facevo una sega.

03/09
Se avete della dignità, anche poca, se ce l'avete ma siete a capo di una famiglia, avete problemi a pagare l'affitto o non avete soldi per le sigarette, non disperate e non buttatela seppur poca. Non svendetela con falsi sorrisi, capi chini o movimenti ciclici del capo dal basso verso l'alto. Quando è lo Stato, quando dunque è l'uomo nero più in alto di voi a fregarvi, potreste farvi cogliere da un senso di sconforto nei confronti della fatica erculea che vi si pone per rimuovervi quel pene ignoto dal culo. Ma quando colui è lì, potete vederlo, potete toccarlo, la situazione è al pari di un dado a 20 facce. Con questo esempio non indico la casualità, bensì la molteplicità.
L'umanità credo di poter dire, è il nostro punto forte nel bene o nel male. La capacità di compiere un atto, oltre la moralità i preconcetti e l'ignoranza, lo rende di per sé magnifico. La capacità di essere capaci è magnifica.
Se lei, il mio capo umano, decide di non volermi pagare alcune giornate con il pretesto del potere divino, intoccabile e legislativo, potrei io dire che tutto ciò è giusto? Non lo so, ma so che è bellissimo. Se vogliamo porlo in termini qualitativi, lei è un umano più bello di me in quanto capace di ottenere quello che vuole.
Io voglio se possibile tenermi quella deliziosa dignità che fa di me quel che sono, anche se potrebbe portarmi alla stupidaggine di abbandonare il lavoro senza pretendere i soldi che ho sudato.
In quanto la mia sopravvivenza è strettamente legata alla mia dignità - non certo perché mi convenga - potrei rimanerci secco adagiato scomodamente nella sala cinematografica, su una di quelle sedie che diventano tali solo quando qualcuno ci è seduto sopra.
Voci di corridoio, sussurri da chi è morto prima di me, dicono che la maggiore parte dei miei predecessori siano deceduti per lo stesso motivo: i soldi.
Quei soldi che tutti noi amiamo ma disprezziamo maggiormente. Oggetti che se dati in cambio per pagare un ipotetico visitatore dello spazio, dopo aver constatato il loro essere cellulosa, verranno restituiti con un interesse del 100%, esso costituito dalle sue cinque dita aperte sul vostro viso - e speriate che ne abbia solo cinque.
Ma fortunatamente qui, sul nostro pianeta, hanno un valore immenso. Per cui state tranquilli se volete comprare le caramelle o una bambina di 8 anni, ognuna ha il proprio giusto prezzo.
E dunque lei, il capo dei miei soldi, applica una strategia molto usata da chi possiede dei lavoratori senza contratto: fare finta di niente.

Come lavorare in un cinemaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora