Alba

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È il quinto giorno lavorativo - almeno per lei, io ne conto sette, ma è lei il capo - in data 25/08. La situazione non è delle migliori al mio arrivo leggermente puntuale. La sfortunata mancanza della connessione a internet è un problema capace di bloccare tutto il cinema - dalla biglietteria alla connessione dal mio cellulare - ma è assolutamente incapace di bloccare, arretrare o affievolire la rabbia di lei, il nostro spaventevole capo.
Con me lavora un uomo di quarant'anni, capace nel suo lavoro e figlio di puttana nella sua abilità di risolvere i problemi con semplicità oppure evitarli con cura. Non aver mai sentito prima il suo nome, mi ha impedito di impararlo per ben tre giorni. Da allora uso un nomignolo, ovvero le prime tre lettere e tra l'altro mi piace chiamarlo così: Dio. Ma per evitare violazioni di copyright sono costretto a chiamarlo Dyo con la "Y" che nella mia ignoranza non fa alcuna differenza di pronuncia. Dyo ha la pancia tonda classica di un uomo di famiglia e ho preso simpatia per lui fin dal mio primo giorno di lavoro per vari motivi, ma di questi citerò solo il più importante: possiede una Multipla Bi-Power argentata. Auto poco esigente in prezzo ma capace di offrire molto in quanto è incredibilmente spaziosa, dotata difatti del rarissimo terzo posto avanti. Manualità e meraviglia nella leva del cambio innalzata e posizionata al livello dello sterzo e infine cito "anche l'occhio vuole la sua parte" detto di un uomo che non conosco ma che di sicuro non usciva con donne grasse. Mi spiego, paragonata ad altre auto essa fa la sua indubbia figura: osservata da dietro risalta all'occhio esigente di un genitore con tre/infinito figli, la capacità contenitrice del bagagliaio. Osservata dal fronte è impossibile non notare quei fari extra, all'altezza del parabrezza, posizionati su di un rotolo di grasso metallico che offre anche qualcosa su cui riflettere data la sua stravaganza.

Come lavorare in un cinemaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora