Special ||All I Want For Christmas Is You - Mariah Carey

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Quello era un giorno speciale per la maggior parte della popolazione mondiale, alla gente piaceva stare in famiglia durante quei giorni, compravano regali, si riunivano per celebrare, insieme, quel giorno. Quel giorno era il 23 di Dicembre, meglio definito come l'antivigilia di Natale...

<<Mamma mamma, me la compri quella bambola nuova? Ti prego, ti prego!>> una bambina sui sei anni stava strattonando, debolmente, la mamma. Voleva a tutti i costi quella bambola di pezza tanto grande e coccolosa, riteneva che sarebbe stato bellissimo abbracciarla.
<<Va bene tesoro>> rispose con tono dolce la donna, non riuscendo a trattenere un sorriso materno.
Per quelle strade, in quel preciso momento, stavano camminando due innamorati, anzi, innamorati pazzi.
Indossavano delle giacche pesanti, perché durante quei tempi nella loro amata Modena, nevicava e c'erano meno di zero gradi. Si stringevano e di tanto in tanto non riuscivano a negarsi qualche bacio. Il più piccolo, che era anche più alto, si chiamava Federico; egli aveva un viso angelico, dei lineamenti delicati disegnavano il suo volto e dei capelli dal ciuffo biondo incorniciavano quella che per alcuni era definita una vera opera d'arte. Aveva gli occhi azzurri, ma che dico, azzurrissimi come chissà quale oceano pacifico, un naso molto carino e piccolo, che si addiceva con tutto il resto e due labbra che diamine, facevano impazzire il suo ragazzo. Aveva un bel fisico abbastanza atletico e ricoperto da qualche tatuaggio non esageratamente grande e colorato solo di nero, per non dare troppo nell'occhio. Era un ragazzo molto dolce, sensibile e fragile e forte allo stesso tempo. Ecco, questo, camminava di fianco al suo ragazzo, al suo Benjamin. Benjamin era più basso, seppur più grande, rispetto a Federico. Aveva un viso che, ragazzi era indescrivibile! Faceva perdere la testa a troppe persone. Era un volto che non si vedeva tutti i giorni, rispetto al biondo aveva dei lineamenti un po' più marcati e, forse, un viso meno angelico. Aveva un ciuffo moro che qualche volta egli racchiudeva in un piccolo codino. I suoi occhi erano uno spettacolo, se li fissavi ci restavi fottuto, niente da fare; avevano delle sfumature verdi e azzurre magnifiche, lasciavano senza fiato, il suo sguardo avrebbe messo in suggestione chiunque, il suo nasino era piccolo, un po' tendente verso l'alto e su di esso vi era un piercing. Le labbra carnose e rosee completavano quel viso che definirlo fantastico era poco, perché lui era magnifico. Uno spettacolo della natura aggiungerei. Il fisico non era atletico come quello del suo amato, bensì presentava una piccola e tenera pancettina, nulla di troppo eccessivo e anche lui aveva qualche tatuaggio colorato di nero. Era un ragazzo molto intelligente, divertente e gentile.
Federico circondava con entrambe le braccia il braccio del suo Benjamin, come se da un momento all'altro sarebbe potuto scappare via da lui.
<<Ben, ti amo>> sorrise il più piccolo
<<Dimmi qualcosa che non so>> sorrise anche il più grande
<<Uhm, sei mio>> rispose il biondo e lasciò un bacio sulle labbra dell'altro
<<Ma questo lo sapevo, sciocco>> scherzò ancora il moro. Amavano prendersi in giro e ridere di ogni cosa.
<<Piccolo, che ore sono?>>
<<Le nove e quarantadue, perché?>>
<<Federico, il nostro volo parte tra meno di mezz'ora!>>
<<Oh cazzo. Muoviamoci>>
Si, quella mattina era passata troppo velocemente per i due innamorati. Così si affrettarono a tornare a casa per prendere i bagagli preparati in precedenza e scappare in aeroporto.
Fecero appena in tempo, perché quando solcarono la porta la voce metallica aveva appena annunciato il loro volo. Così corsero in mezzo alla gente, spintonando qualcuno e poi chiedendo scusa. Salirono a bordo e si sedettero ai primi posti che trovarono.
<<Ben, dove andiamo?>>
<<Lo scoprirai tra un po' di ore>>
<<Uhm, okay...>>
Benjamin voleva che fosse tutto una sorpresa per il suo piccolo. L'avrebbe portato in Australia, dove lui stesso aveva passato diversi anni, dove potè, per la prima volta, non vergognarsi di essere sè stesso.
Quando era bambino, il piccolo Benjamin veniva preso in giro dai suoi amichetti perché aveva origini australiane, lo chiamavano "canguro" e ogni volta il piccolo Benjamin tornava a casa piangendo. Superò questa cosa grazie a Jocelyn, la madre, ma continuava ad avere paura di essere giudicato. Quando partì per l'Australia fu davvero felice, si sentiva a casa perché lí nessuno lo avrebbe mai giudicato, perché lí erano tutti "canguri".
Passò la notte, poi qualche altra ora e finalmente il loro aereo atterrò.
<<Fedeee! Fede cazzo svegliati!>>
Il moro stava urlando contro il suo fidanzato che però era in stato dormiente.
<<Fè e daii!>>
Benjamin continuava a scuotere il biondo che, finalmente, pareva svegliarsi.
<<Mh Ben, io ho sonno!>> mugugnò il piccolo con la voce ancora impastata di sonno, poi si stropicciò gli occhi.
<<Dai bimbo, svegliati. Siamo arrivati>> gli sussurrò dolcemente Benjamin e poi lo baciò. Federico si alzò di scatto, prese i bagagli e, accompagnato dal suo ragazzo, scese dall'aereo.
<<Ben, dove siamo?>>
<<Hobart, in Australia -Benjamin accarezzò una guancia al suo Federico- ti piace?>>
<<Si Ben, è solo che...>>
<<Non ti piace?>>
<<No, mi piace, ma ho portato dei maglioni e qui... Beh, qui fa caldo...>>
Federico arrossì, era molto imbarazzato ad esser così sbadato.
Il moro sorrise, sorrise perché non poteva non sorridere nel vedere il suo piccolo Federico ancora imbarazzato quand'era con lui. Perché si conoscevano da anni e ormai il più grande sapeva anche le più piccole cose di Federico.
<<Fede, lo so che avevi portato giacconi pesanti e robe varie. Probabilmente la valigia pesava più di me e avremmo pagato il doppio, te l'ho preparata io mentre tu non eri in casa. Ci ho messo anche qualche costume.>> Il moro rassicurò il più piccolo.
Così camminarono tra tutta quella gente per trovare un taxi, ma alla fine c'erano solamente loro, perché il biondo non aveva occhi che per il moro e il moro non aveva occhi che per il biondo.
<<Taxi!>> Chiamò Benjamin quando ne vide uno. Il taxista si fermò davanti ai due innamorati, li fece salire e gli domandò la meta. Benjamin gli disse l'indirizzo della casetta che aveva affittato.
Arrivati alla loro momentanea dimora, Benjamin pagò il taxista e lo ringraziò.
<<Ben>>
<<Cosa?>>
<<Sei davvero irresistibile quando parli in inglese>
<<Thank you>> Benjamin gli fece l'occhiolino e il biondo gli diede un bacio, uno dei loro baci.
Entrarono in casa, era arredata con mobili bianchi, come il colore delle pareti.
<<Non c'è la neve qui, vero?>>
<<No, qui si festeggia vicino al falò, altro che albero!>> rispose Benjamin eccitato
<<Quindi Natale senza albero e neve?>>
<<Si, ti spiace?>>
<<No, affatto. Non mi interessano i regali sotto l’albero di Natale. Voglio solo che tu sia mio, più di quanto si possa immaginare. >>
<<Sicuro?>>
<<Non ho bisogno di appendere la mia calza lí sul camino.
Babbo Natale non mi renderà felice con un giocattolo il giorno di Natale.
Voglio solo che tu sia mio. Tutto quello che voglio per Natale sei tu, Benjamin. >>
<<Anche tu sei tutto quello che voglio per Natale, Federico.>>

Songs||FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora