"Allan, come mi sta questa? " chiese Harden mentre si lisciava la camicetta con le mani, era nera con una striscia bianca sulla sulla spalla destra.
"Stai bene, smettila di cambiarti in continuazione."
Harden considerava Allan come un fratello, sono cresciuti insieme e una cosa che Harden ha sempre amato di lui, é il suo essere ribelle, avere dei genitori sopra le righe e uscirne fuori, andare contro di loro pur di essere se stesso.
Allan é un ragazzo alto, magro, capelli neri ed occhi molto scuri.
"Mi sembra così strano che Isabelle ci abbia invitato alla sua festa di compleanno" disse Harden.
"Ha detto che voleva un DJ decente alla sua festa per questo ci ha invitati, e probabilmente anche perché ha una cotta per te"
Harden sorrise e si mise una mano sulla fronte mentre sistema la console nella scatola.
*
"ALLAAN!" urló una ragazza che stava cercando di attraversare la folla di persone che si trovava vicino alla locazione in cui Harden stava suonando.
"JUUNE! " disse Allan con voce alta cefazzoletto superare il volume della musica.
Si trovavano sul lato opposto al tavolo di alcolici, la sua console era su un tavolo e affianco ad esso c'erano due enormi casse, capaci di far arrivare la musica in ogni angolo della stanza, quando la ragazza arrivó vicino a loro Harden poté vedere i suoi capelli biondo scuro e i suoi occhi che con le luci dei led della grande stanza sembravano a tratti verdi e a tratti marroni.
"Ti presento June, é della nostra scuola, fa il terzo scientifico"
Harden si alzó e strinse la mano della ragazza che ricambiò con un sorriso.
"Ma tu sei Harden Evans, il DJ della scuola, cioè tu.. "
"Sisi é lui, é lui. Ora andiamo a fare un giro, vuoi qualcosa da bere Harden? "
"Sí qualcosa di alcolico magari" disse e poi li vide sparire tra la folla.
Si guardò intorno, vedeva mucchi di persone strusciarsi uno sull'altro, sudare e ballare fino a perdere il fiato, sentiva la sua musica rimbombargli nelle orecchie, sapeva che quello era il suo posto, davanti a quella console, ovunque ma con la sua musica nelle orecchie.
Vedendo che Allan e June non tornavano, avviò un mix, si diresse a prendere un bicchere di assenzio e uscì fuori a prendere una boccata d'aria.
*
"CLARY NON ALZARE LA VOCE CON ME"
"Mamma sei tu che stai urlando!"
"Come ti salta in mente di fare una cosa del genere, mio dio lo dirò a tuo padre"
"Fai quello che cazzo ti pare!"
"NON PARLARMI COSÌ"
Continuò sua madre ma era troppo tardi, Clary si era già messa il cappotto e fiondata fuori dalla porta.
Capelli rossi ed occhi castani, non era molto alta, ma non si é mai lamentata del suo aspetto anche se non le andava molto a genio.
*
Harden si guardava intorno, stordito, erano le due di notte.
La festa era finita un ora fa, lui era tornato a casa a posare la console e poi era uscito a bere qualcosa con i suoi amici.
Ubriaco marcio ora cercava di tornare a casa sua, imboccò una stradina non molto ampia in cui non passavano molte macchine o persone, ma nonostante questo, era l'unico modo per arrivare al più presto.
Alzó lo sguardo e vide, alcuni metri più avanti, una ragazza venire dalla sua parte, per quanto fosse brillo, l'unica cosa che riusciva a distinguere di lei erano io capelli rossi.
Harden fece altri passi barcollando e poi cadde a terra sulle ginocchia.
La ragazza gli corse incontro e quando riuscì a guardargli completamente il viso capì di sapere chi egli fosse.
"Aspetta ma tu sei Harden.. Harden Evans" disse ma lui fece a malapena in tempo a guardarla negli occhi prima di iniziare a vomitare.
Clary fece un passo indietro, disgustata dalla scena, poi si inginocchió al suo fianco e gli porse il fazzoletto che aveva nella tasca. Harden lo prese e si pulí la bocca.
"Grazie" disse alzandosi "Ehm.. ciao".
Clary lo vide allontanarsi, barcollando e appoggiarsi alla ringhiera.
"EI ASPETTA!" urló correndogli incontro.
Harden tossí e si mise la mano davanti la bocca, quando Clary li fu vicina notò del sangue sulla sua mano.
"Harden..cosa.."
"Scusa devo tornare a casa" disse cambiando direzione e camminando più velocemente di prima.
"No aspetta" urlò Clary ma Harden non si giró nemmeno a guardarla "lasciati accompagnare almeno", così Harden si fermó ed aspettò che la ragazza lo raggiungesse.
Clary seguì Harden fino a casa sua e per tutto il tragitto nessuno dei due fiató.
Arrivarono davanti ad una casa enorme, le pareti erano bianche, il giardino era ben curato, da quel poco che si riusciva a vedere dal cancello dato che la casa era circondata da una siepe abbastanza alta.
"Grazie che mi hai accompagnato fin quí" disse Harden aprendo il cancello.
Clary tentennó un pò sul posto ma poi prese coraggio "Ehm mi dai il tuo numero?" chiese.
"Certo dammi il tuo telefono, te lo lo scrivo, per quello che ricordo"
Clary si mise le mani in entrambi le tasche e capì di aver dimenticato il telefono a casa.
"Uffa, l'ho lasciato a casa" disse imbarazzata e guardando a terra.
"HAHAHAHHHAHAH, domani alla ricreazione, vieni vicino al bagno dei ragazzi e ti darò il mio numero"
"Va bene" disse Clary girandosi per tornare a casa.
"Aspetta, mi dici il tuo nome?"
"Clary" disse voltandosi e sorridendogli.
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Happiness
RomanceSi strofinó un occhio con il pugno della mano, come i bambini, si mise a sedere sul letto e guardó l'orario dalla sveglia sul comodino. Le 06:55, strano che si fosse svegliato così presto, si guardò intorno e notó che la sua stanza era più che diso...