I kept running for a soft place to fall

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Disclaimer: Ovviamente non possiedo Claudio o Mario e tutti i fatti riportati sono frutto delle mia immaginazione (sigh). Tranne il fatto che quei due si siano ubriacati, tutti ci ricordiamo il 'Bravo Mario', no?



Scese dalla macchina barcollando e si chinò nuovamente al suo interno per trascinare fuori Claudio, rischiando di far cadere a terra entrambi sotto il suo peso.

Salutò goffamente Camilla e Riccardo mentre quello premeva violentemente sull'acceleratore, sgommando via sull'asfalto. Sperò che non venissero fermati da nessuna pattuglia e intanto estrasse a fatica le chiavi di casa dai pantaloni.

Claudio sembrava aver trovato posto nell'incavo del suo collo, continuando a strusciare il naso sul lembo di pelle scoperta e lasciandovi sporadicamente anche qualche bacio a bocca aperta. Questo non aiutava certamente la sua concentrazione mentre cercava di compiere delle semplici azioni attraverso la pesantezza che era diventata la sua testa a seguito di quella serata.

Era stato divertente, avevano cominciato da una semplice cena tra amici, una bottiglia di vino e tante chiacchiere, quando Clarissa si era lasciata sfuggire su Instagram la loro posizione erano cominciate ad arrivare le prime persone e la serata si era interrotta per qualche foto.

Riuscito a liberarsi era corso in macchina insieme a Camilla, ridendo al video postato poco prima da Federico, dove un Claudio evidentemente brillo cantava e accennava un balletto seduto sul sedile posteriore dell'altra macchina.

Nel locale dove erano arrivati poco più tardi la situazione gli era effettivamente sfuggita di mano.

Avevano completato tutti un primo giro di cocktail, minando la loro già minima lucidità, e successivamente ricordava di aver ordinato altre due bottiglie da dividere con il gruppo, per la gioia di Riccardo che gli aveva urlato in faccia un sentito 'Bravo Mario!', subito supportato da Claudio.

Ridacchiò chiamando l'ascensore al ricordo del suo ragazzo che gli si avvicinava da dietro, ormai completamente privo di freni inibitori a causa dell'alcol, appoggiandosi al suo sedere, le mani strette a trattenergli i fianchi. Era scivolato via dalla presa prima che la lieve pressione che percepiva sul fondo della sua schiena potesse peggiorare.

Onestamente, era stata una serata di grande sforzo per il suo autocontrollo, dover scappare ogni cinque minuti dalla presa di Claudio solo per non farlo pentire il giorno successivo di aver dato spettacolo in un luogo pubblico.

Le porte metalliche davanti a lui si aprirono, permettendogli di entrare nello spazio angusto. Non era affatto un estimatore di quell'ascensore, cercava anzi di evitarlo il più possibile, ma in quel momento sembrava l'unica alternativa al trascinare un poco collaborativo Claudio per ben sei piani di scale.

Appena le porte si chiusero davanti a lui la presenza del suo ragazzo si fece più insistente. Le mani di Claudio salirono sulla sua vita, stringendola, e sforzò qualche passo nella sua direzione, costringendo Mario ad appoggiarsi ad una parete, mentre il meccanismo li faceva salire lentamente nel palazzo.

Claudio si portò di fronte al suo viso, guardandolo con insistenza negli occhi.

-Che c'è?- chiese Mario confuso, portando le mani a stringergli gli avambracci.

Quello, per tutta risposta, guardò con occhi appannati le sue labbra muoversi attorno alle parole per poi fiondarsi su di esse.

Mario sussultò leggermente di sorpresa, trattenendo il respiro, e chiuse le bocca d'istinto, negando l'accesso all'altro, ma bastò solo qualche secondo perché lo stupore svanisse e la lingua impaziente di Claudio, che disegnava il contorno delle sue labbra con lentezza, riuscisse a superare quella barriera.

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