Capitolo 2

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Adrien sbadigliò, aprendo lo sportello dell'auto e facendo un cenno distratto di saluto al Gorilla che, dopo aver consegnato il suo prezioso carico, se ne andò velocemente; il biondo osservò un attimo, la macchina argentata mischiarsi con le altre e poi sparire dietro una curva: «Ehi, amico!» lo salutò allegramente Nino, battendogli un mano sulla spalla: «Max ha un nuovo videogioco.» esclamò, informandolo subito delle novità: «Oggi pomeriggio vado a provarlo con Kim. Sei dei nostri?»
Il biondo si prese un po' di tempo, cercando di rammentare il programma della giornata: «Sì, oggi pomeriggio sono libero.»
«Fantastico, amico!» dichiarò Nino, assestandogli un'altra manata, leggermente più forte della prima, e facendolo leggermente incespicare in avanti: «Vado a dirlo a Max.»
«Ok.» assentì Adrien, guardando l'amico avvicinarsi al duo e spostando poi l'attenzione da tutt'altra parte: Marinette stava giungendo, il viso immerso nell'ennesima rivista di moda; sorrise, osservandola completamente concentrata e ignara del mondo che la circondava, mentre le codine, con cui aveva raccolto i capelli, danzavano a ogni suo passo.
Carina. Marinette stava diventando ogni giorno sempre più carina.
Da qualche tempo, i suoi occhi avevano iniziato a interessarsi alla timida compagna di classe, che sedeva dietro di lui e balbettava ogni volta che provava a rivolgerle parola, mentre la pelle le si colorava di una graziosa tonalità rossa.
Forse era davvero il farfallone che Ladybug, molto spesso, gli aveva rinfacciato di essere.
Anche se, in verità, l'unica ragazza, oltre alla bella eroina parigina, che aveva suscitato il suo interesse era Marinette: solo a lei aveva dato un nomignolo – che usava solamente come Chat o dentro di sé, quando pensava alla ragazza –, esattamente come aveva fatto con la sua lady.
Si voltò, osservando Nino discutere con gli altri, quasi sicuramente mettendosi d'accordo su cosa avrebbero fatto, indeciso se raggiungerlo oppure provare a parlare con Marinette: fece un passo verso l'amico, scuotendo poi il capo e dirigendosi verso la ragazza, che aveva quasi raggiunto la scalinata.
«Buongiorno, Marinette!» trillò una voce allegra e, poco dopo, Lila saltò al collo della ragazza che si guardò spaziata attorno, mentre l'italiana la stringeva affettuosamente in un abbraccio.
Ok. Cosa si era perso?
«Buongiorno, Lila.» mormorò Marinette, abbozzando un sorriso timido verso l'altra ragazza.
Sorrise, sistemandosi meglio la tracolla della borsa: «Buongiorno, Marinette. Lila.» dichiarò, avvicinandosi alle due ragazze e fermandosi vicino alla moretta.
«A-adrien!» esclamò la ragazza, voltandosi nell'abbraccio dell'altra e arrossendo leggermente: «Buongiorno!» mentre l'italiana serrava al presa attorno alle spalle e lo fissava malamente.
Lila lo stava guardando, per la prima volta da quando era avvenuto quello che aveva battezzato l'incidente Volpina, ed era uno sguardo...
Beh, molto differente rispetto a quelli che gli lanciava quando non era amica di Marinette.
Sembrava...
Sembrava...
Sembrava astio.
Che cosa le aveva fatto?
Andò indietro con i ricordi, ripercorrendo il suo comportamento con l'italiana dall'incidente di Volpina: aveva provato a parlare con lei, cercato di placare la rabbia che, di volta in volta, la faceva akumatizzare ma Lila era stata glaciale e, ogni volta, se n'era andata via senza neanche rivolgergli una parola. O uno sguardo.
All'inizio aveva pensato che provasse vergogna per ciò che era successo, la prima volta che era stata akumatizzata, ma invece...
Sembra proprio che non mi sopporti.
«Andiamo!» sentenziò l'italiana, afferrando Marinette per una mano e trascinandola su per le scale, permettendo così ad Adrien di vedere la maglietta che la moretta indossava: una graziosa zampetta di gatto e la scritta Meow dominava il centro della stoffa e lui non poté che trovarla adorabile.
«Lila...» mormorò la ragazza, mentre veniva costretta a salire i gradini, si voltò indietro osservandolo e quasi scusandosi con lo sguardo, per il comportamento dell'altra: «Ci vediamo in classe.» mormorò, girandosi poi in avanti per evitare di inciampare in uno degli scalini.
Quella maglietta...
Marinette era carinissima con quella maglietta.



La professoressa Bustier si appoggiò alla cattedra, osservando la classe: «Bene, e con gli stati della zona balcanica possiamo dire che abbiamo concluso il nostro viaggio in Europa. Dalle prossime lezioni passeremo invece all'America.» la donna si fermò, sorridendo: «Come compito per la prossima settimana, voglio dividervi in coppie – sei coppie e un gruppo di tre – e ognuna dovrà portare una relazione su uno stato europeo che vi darò io, per evitare doppioni. Chloè, Sabrina: Spagna. Alix, Juleka e Ivan: gli stati baltici – siete in tre, quindi non potete lamentarvi –. Max e Rose: Portogallo. Lila e Nathanael: Italia. Alya e Myléne: Regno Unito.»
«La terra di Harry Potter.» commentò la castana, ridacchiando e facendo un cenno all'amica: «Ci divertiremo, Myléne!»
«Sicuramente.»
«Kim e Nino: Grecia. Ed infine, Adrien e Marinette la nostra Francia.» concluse la Bustier, osservando la classe: «Voglio una relazione dettagliata dello stato: dati tecnici, breve storia, geografia, economia, politica. Tanto più sarà corposa il vostro lavoro, tanto più alto sarà il vostro voto.»
La campanella suonò in quel momento e la classe fu in fermento: «Ehi, Marinette.» esclamò Adrien, voltandosi e osservando la ragazza dietro di lui: «Quando possiamo incontrarci per il progetto?» le chiese, cercando di ignorare l'italiana che, velocemente, aveva raggiunto i loro posti e adesso lo stava fissando.
Posso sentire il suo sguardo trapassarmi..., pensò Adrien mentre teneva ostinatamente l'attenzione su Marinette, senza voltarsi verso Lila, sapendo di suscitare la curiosità di Nino e Alya.
«Ehm.» mormorò Marinette, voltandosi verso Lila e poi verso Adrien: «Sono libera questo pomeriggio.»
Quel pomeriggio.
L'incontro con Nino e gli altri.
Vabbè, lo avrebbe annullato.
Si voltò verso l'amico, notando l'italiana che, braccia incrociata, non lo mollava nemmeno per un secondo: «Mi sa che non posso esserci oggi, amico.»
«Nessun problema, bro.» dichiarò Nino, facendogli l'occhiolino: «I compiti hanno la priorità, eh?» sentenziò e Adrien fu sicuro che compiti era un qualche nome in codice, forse intendeva ragazze o, più specificatamente, Marinette.
«No, no, no.» esclamò la ragazza, alzando le braccia e osservandoli sorpresa: «Se-se avevi già un impegno, possiamo trovare un altro giorno...»
«Oggi pomeriggio va benissimo.» sentenziò Adrien, sorridendole dolcemente e afferrandole una mano: «Ci vediamo a casa tua, ok? Ora devo andare ho attività libera. A dopo.»


Lei è mia! || Miraculous Fanfiction {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora