Non avrei mai creduto di essere capace anche solo di provare ad esprimermi in questo modo con qualcuno che non fosse il mio diario;è straordinario ma allo stesso tempo mi incute terrore.
Ancora scossa per quanto accaduto, cerco di arrivare in classe senza destare troppi sguardi. Arrivo nell'aula di storia che già a primo impatto mi sembra un museo data la sua ricchezza di carte geografiche, busti, ritratti ed immagini di scontri e battaglie. Quando ritorno alla realtà mi rendo conto che in classe ci sono solo io ed un'altra ragazza. Non voglio conoscere nessuno, voglio solo seguire le lezioni in pace e farmi una nuova, anche se temporanea, vita; non posso rischiare di legarmi a qualcuno e trascinarlo nella mia spirale di dolore, sarebbe ingiusto. Mi guardo intorno confusa finché non scelgo un posto dove sedermi e ripassare il piano di studi per il trimestre. Pochi minuti dopo la classe inizia a riempirsi di studenti ed arriva anche l'insegnante di storia, la signorina Scarlett.
《Buongiorno a tutti quanti, ragazzi! Dalle vostre facce deduco che non vedete l'ora di iniziare questo nuovo anno scolastico, vero?》Dice in maniera scherzosa la donna dai lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri destando gli sguardi increduli degli studenti.
《Dunque...》
《Scusi prof, c'è stato un piccolissimo incidente di percorso che probabilmente si ripeterà...non mi metta il ritardo.》La interrompe uno studente in ritardo con un viso a me noto.
《Come al solito d'altronde, vero Gray?》
《Verissimo, prof.》Pronuncia infine destando gli sghingnazzi dell'intera classe.
《Ora che siamo al completo, possiamo dare il benvenuto ad una nuova studentessa: Sarah Jhones. Alzati in piedi e presentati ai tuoi nuovi compagni, cara.》Mi esorta l'insegnante.
《I...Io sono Sarah Jhones, ho diciassette anni e vengo da Brooklyn, Stati Uniti.》Purtroppo è tutto quello che
riesco a dire
《Fantastico, non hai altro da aggiungere, Sarah?》
《No, nient'altro》Rispondo a mia volta.
Nel bel mezzo della lezione, sento qualcuno punzexchiarmi la schiena, mi giro e vedo che si tratta di un ragazzo, non di un ragazzo comune, bensì proprio di quel ragazzo.
《A quanto vedo non sono il solo ad essere un "cafone del cavolo", eh?》Dice a bassa voce mimando delle virgolette immaginarie.
Non sapendo assolutamente cosa fare, ed avendo per giunta anche il cuore a mille, decido di fare l'unica cosa che in quello, e in altri momenti, mi sarebbe parsa sensata: girarmi ed ignorare il ragazzo del corridoio.
Subito dopo aver realizzato il mio proposito, sento una risatina alle mie spalle che, invece di incutermi terrore, mi fa quasi...sentire felice.
Terminate le lezioni decido di posare gli appunti ed i libri di testo nel mio nuovo armadietto.
《Merda, ancora tu!》
《Cosa?!》Esclamo girandomi alla mia sinistra.
《Proprio come hai sentito.Che fai mi pedini per caso?》Dice accennando quella sua belliss...no!Volevo dire odiosa ed antipatica risatina.
《I...io non ti sto pedinando!》Sbuffo con un fil di voce. In questo momento mi sta guardando dritto negli occhi, e solo adesso mi accorgo che ha degli occhi di un colore che non avevo mai visto prima d'ora: verdi smeraldo con delle piccole striature azzurre che partono dalle pupille, visibili solo quando compare il riflesso del sole.
《Ah no? 》Mi provoca mordendosi il labbro inferiore.
《No.》Ho la gola secca.
《Certo, come no.》Ho il cuore a mille quando mi rendo conto che mi sta fissando. Mi sento molto in soggezione, nessuno,oltre a Trevis, mi aveva mai guardata in questo modo e ho molta paura che questo sconosciuto possa ferirmi anche solo con le parole.In fondo tutti gli uomini sono così, avrei dovuto impararlo in tutto questo tempo. Quello che mi trovo parata davanti è solo un altro Trevis, un Trevis senza maschera...《Perché sei così agitata?》
《Non sono agitata.》
《Come cazzo du salta in mente di parlarmi in questo modo, eh?!》
《Trev, scusa...ho perso per un secondo il controllo...ti giuro non era mia intenzione...》
《Tu sai che non mi piace quando la mia bambolina si trasforma in una stronza, vero?》
《Trev...》
《Cosa succede quando rispondi male, Sarah?》
《Rispondi!》
《B...b...bisogna che io venga punita.》
《Esatto!》
Ricordo ancora il dolore che i suoi pugni e le sue percosse mi provocavano, erano come un incubo senza fine che man mano diventava sempre più nefasto.
《Allora, hai imparato la lezione, Sarah?》
《Si!》
《Si cosa?! Dillo bene!》
《Si, ho imparato la lezione!》