Narra la leggenda che chi muore da eroe - chi muore felice, perché vivere una vita felice è essere eroi - non viene accolto tra le braccia della Misericordiosa Dea del Mare Profondo ma trova il proprio posto in uno speciale angolo di cielo in cui, durante la stagione più dura, sostiene i vivi apparendo nelle vive luci dell'Aurora Boreale, giocando a palla con un cranio di Tricheco, in un'eterna partita tra spiriti beati.
Era tutto il giorno che Sia ripensava a questa storia. Era solo una delle innumerevoli leggende che sua nonna Nini le aveva raccontato nel corso degli anni e non era nemmeno la più interessante, ma Sia aveva sempre trovato incantevolmente buffa l'idea di un'Aurora Boreale costituita da spiriti intenti a giocare a palla.
Fissava il soffitto della sua cameretta buia immaginandosi tra loro una volta morta. Era rilassante. Era un bel pensiero, perché avrebbe significato di aver vissuto una vita felice.
Poco distante da lei, nel lettino - troppo piccolo - che la famiglia Pickford aveva imbastito per accoglierlo in casa sua per le vacanze di Natale, Robert si mosse per voltarsi sul fianco opposto. Sia girò il viso nella sua direzione, smettendo di perdere diottrie fissando il soffitto, e rimase a guardare la sua nuca piena di corti capelli rossi. Da come le sue spalle si alzavano e abbassavano lentamente, Rob stava dormendo tranquillo. A Sia piaceva quando la gente riposava pacifica. E le piaceva ancora di più che lui fosse lì con lei.
Era la prima volta che Hart sceglieva di non tornare in Australia, ma non erano stati mesi facili e il ragazzo non aveva alcuna voglia di rivedere la sua famiglia, in cui si era inserito un nuovo uomo - e un nuovo bambino. I suoi quindici anni, la sua pancia in via di estinzione grazie alla pubertà ma ancora troppo visibile, la sua quasi totale cecità non lo spingevano di certo a voler rincontrare i conoscenti di una volta. Tutt'altro. Per questo aveva accettato di così Buon grado l'offerto della sua sorellina dodicenne.
La famiglia di Sia amava Robert. Shila, sua madre, l'aveva accolto come un figlio tornato da un lungo viaggio e i nonni della ragazzina, che vivevano con lei, avevano decretato la palese appartenenza del giovanotto alla loro numerosa famiglia composta da figli, zii, nipoti. Probabilmente Robert non si era mai sentito tanto benvoluto che con quelle piccole e silenziose persone d'aspetto orientale. Shila gli aveva permesso di entrare e usufruire della sua ferramenta e per lei Rob aveva creato, con l'ausilio del fuoco, una lampada di ferro modellato a forma di foca.
Di foca sarebbe stata composta la portata principale del giorno dopo, ovverosia Natale. Lo zio di Sia, Akiak, l'aveva cacciata personalmente alla maniera degli Inuit della loro isola d'origine: con kayak e arpione. Sia aveva temuto che suo fratello avrebbe reagito male alle tradizioni della sua famiglia, ma Rob era sembrato subito positivamente colpito da ogni cosa. La ragazzina lo amava per questo. Rob era la reincarnazione di quello che Sia intendeva per accettazione. Se il mondo fosse stato composto da Robert, lei sarebbe stata felice.
Mentre pensava a tutte queste cose, scordandosi momentaneamente del racconto della nonna, qualcosa oltre le stecche delle persiane attirò la sua attenzione. Un improvviso baluginio rosato. Sia guardò davanti a sé e aggrottò la fronte. La sua casa non si trovava vicino a strade e nessuno passava per la piana ghiacciata.
Pensò di esserselo immaginato, ma in quell'esatto istante ne seguì un altro, più intenso, verde. Poi un altro... e un altro ancora. Sia si alzò dal letto e si avvicinò alla finestra, con i piedi che immediatamente congelavano sul parquet freddo. Cercò di individuare la fonte dei lampi di luce nel buio della notte d'Alaska, ma non ci mise tanto a rendersi conto che sarebbe stata una perdita di tempo. Agitata, abbandonò la finestra e si precipitò al lettino di Rob.
"Rob, svegliati." sussurrò, scuotendolo delicatamente per una spalla.
"Mh?" fu la sagace risposta del fratello. Sia aumentò un pochino la forza di scuotimento e aggiunse: "Devi vedere una cosa."
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La seconda Iliade - Raccolta di Natale
FanfictionVi siete mai chiesti come trascorrano il Natale i vostri smandrappati eroi della nuova generazione del Campo Mezzosangue? Questa è l'occasione giusta per saperlo e, perché no, per conoscere qualcosa in più su di loro!