Lezione di danza

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Le sei del pomeriggio, Hasetsu è già avvolta in quella morbida penombra, un po' nostalgica che dal castello antico si propaga inghiottendo lentamente la cittadina, come un manto di velluto blu.

Avanzo avviandomi verso l'atrio della scuola di danza, con le sue pareti rosee e le rifiniture in ottone, così familiare e rassicurante.
Da quando ho vinto il secondo posto al Grand Prix sono cambiate molte cose ed io, mio malgrado, tento di fare del mio meglio per essere un pattinatore coscienzioso, un atleta migliore.
Non voglio deludere Victor!

Avviandomi verso il discreto corridoio avverto le ultime note dell'Adagio di Chopin, realizzando che devono essere appena terminate le lezioni del secondo corso.
Un piccolo gruppo di ragazzine in body, pochi istanti dopo, dalla sala maggiore si riversa nel corridoio, incrociandomi quasi senza far caso alla mia presenza.
Appena giunto nella sala, vengo accolto da Minako sensei, mi sento a mio agio.
<<Yuuri! Sei puntuale, addirittura.>> Sorride sorniona nel dirlo e non posso far altro che ricambiarla, con un sorriso imbarazzato.

<<Beh? Dov'è il tuo allenatore?>>
Guarda alle mie spalle incerta, poi scruta verso il corridoio aggrottando la fronte.
Intanto, abbandono la borsa nell'angolo della sala e inizio a scaldarmi farfugliando timidamente: <<Victor non verrà, vorrei chiederti di impartirmi delle lezioni particolari oggi.>>
<<Uhh?>> Mi scruta vagamente perplessa, mentre si poggia alla sbarra fissata lungo la parete a vetri.
Continuo a riscaldarmi, piegamento dopo piegamento, cercando di scacciar via l'imbarazzo che mi impedisce di proseguire il mio discorso.
<<E quindi? Vuoi ancora imparare a muoverti in modo femminile?>> Inarca le sopracciglia, domandandomi con tono stupito.
Mi tiro su, portando le mani ai fianchi. <<Non proprio, vorrei però riuscire ad imparare qualcosa che possa stupire Victor.>>

<<Mmh..>> Si massaggia una guancia scrutandomi meditabonda, poi annuisce.
<<E sia. Ho notato che irrigidisci un po' le gambe, pur essendo bravo nelle sequenze combinate, dovresti fare più affidamento su di esse per ondeggiare meglio il bacino. Devono sostenerti con sicurezza ma apparire leggere.>>
Le sorrido, so che posso fidarmi di Minako sensei.
<<Inizieremo da dei pliè, devi imparare a bilanciare il peso con maggior eleganza>>

Scorre in fretta l'ora successiva, fra esercizi di piegamento, spostando il peso da un fianco all'altro e mentre eseguo gli esercizi che la mia maestra mi impartisce, la mia mente vaga fino a Barcellona, riportandomi alla Cattedrale, all'abbraccio di Victor dopo la vittoria, alle sue lacrime..
<<E sette e ott.. Yuuri!!>> Mi riprende, allarmata. Sono caduto mentre l'immagine delle lacrime di Victor mi passava davanti agli occhi.

Non riesco a credere ancora di averlo visto piangere e questo, evidentemente, mi sgomenta.

<<Quando ha qualcosa per la testa, Yuuri sbaglia i salti e, a quanto pare, anche gli esercizi.>>
La voce di Victor mi accarezza, facendomi trasalire. Mi volto di scatto e lo trovo lì, la sagoma velata dalla penombra sull'uscio, poggiato allo stipite della porta, mentre mi scruta con un'espressione indecrifrabile.
È serio? Sta pensando che sono una frana? O forse sta solamente ironizzando?
<<Oh Victor! Non avevo fatto caso fossi entrato, accomodati.>> Minako lo saluta, con il suo garbo discreto, mentre io, ancora assordato dalle mie preoccupazioni, non posso far altro che guardarlo silenzioso.

Attraversa la sala, raggiungendo la mia postazione, e si china poggiandosi su un ginocchio.

Giusto, sono caduto e non mi sono ancora rialzato!
<<Ti sei fatto male, Yuuri?>> Mi scruta intensamente, il suoi occhi sono ancorati ai miei, poi sorride amabilmente, porgendomi una mano.
<<N..no.>> Mi faccio forza, vietandomi di accettare quella mano, e facendo leva mi rialzo.
Non sono un totale fallimento, devo rialzarmi da solo. Non posso dipendere sempre da Victor, ora che anche lui dovrà allenarsi e non devo deluderlo.

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