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Sinestesia.

Era una parola che poteva dividersi in diversi significati, un esito mai riconosciuto che aveva portato difficoltá nella vita di un giovane ragazzo.
Jungkook non ne sapeva nemmeno l'esistenza, di quel problema neurologico, ma ci conviveva con una tale naturalezza da essere quasi inesistente per lui.
Dopotutto, non era a conoscenza della complessitá della sua mente.
A dir la veritá per Taehyung era piuttosto attraente questo suo lato, quindi lo curava attentamente.

Nella sua infanzia Jungkook non aveva mai avuto particolari problemi, il periodo delle medie lo aveva passato nella tranquillitá assoluta, nella classica ingenuitá e spensieratezza che provava un ragazzo di quell'etá.
Le superiori si erano svolte ben diversamente: ovviamente, il suo modo di ragionare e parlare non era passato inosservato agli sguardi e orecchie più fini.
E lo credevano pazzo, Jungkook, quando ascoltava la sua playlist preferita e descriveva un universo colorato. 

Lo prendevano in giro, quando leggeva un libro e diceva le varie sfumature che componevano le lettere, nonostante fossero nere agli occhi degli altri.
Lo bullizzavano, nel momento in cui una voce delicata gli aveva creato un gusto dolce sulla lingua, un forte calore alle mani e un inebriante profumo di fresco.
E aveva visto del rosso, in un ragazzo che gli aveva rivolto la parola.
Taehyung aveva portato una spolverata di buon umore nella vita di Jungkook, un sorriso persistente sulle labbra che si illuminava ogni volta che le loro iridi si incontravano, come se fossero nate per riflettersi a vicenda.
"A scuola dicono che sei pazzo"
Taehyung osservava di striscio il profilo dolce di Jungkook, ora illuminato da un lieve riflesso del sole penetrato attraverso le tende.
"Non credo di avere qualcosa di differente dagli altri, soltanto...percepisco le cose in modo diverso, a quanto sembra"
E in quel pomeriggio di qualche anno prima, Jungkook rilasciò un sospiro frustato, avendo la piena consapevolezza di non avere proprio un'ottima fama, nonostante i suoi buoni propositi.
Per un momento gli venne il dubbio che persino Taehyung, il ragazzo con cui condivideva la maggior parte delle sue giornate, avesse lo stesso pensiero nei suoi confronti.

"Taehyung..."
Il corvino si morse il labbro inferiore, come per ordinare l'intera frase nella mente.
"Anche tu la pensi come tutti gli altri?"
Soltanto un'espressione confusa, quasi colpevole, si dipinse sul viso di Taehyung.
"Certo che no! Anzi, per me le tue sono delle doti che nessuno possiede, e proprio questo ti rende il Jungkook speciale che adoro!" 

Una parola di troppo.
A volte Taehyung aveva voglia di tagliarsi la lingua.
E Jungkook, ovviamente, senza vergognarsi del colorito presente sulle gote, sorrise di risposta.
Un lieve rosso si dipinse davanti ai suoi occhi scuri, delle scintille cremisi danzavano allegre intorno a loro e Jungkook poteva quasi sentirne il gusto, leggermente dolce sulle papille gustative. 

"Cosa farei senza di te"
Fu Taehyung, questa volta, ad ingoiare la saliva pesantemente e a spalancare gli occhi a dismisura, non sapendo pienamente se quelle parole fossero soltanto la sua immaginazione.
Ma tutto svanì quando Jungkook si accoccolò dolcemente tra le sue braccia, il viso a premere nel petto, le labbra a strofinare con dolcezza sul tessuto grigio della maglietta.
Tra di loro non c'era ancora nulla, ma entrambi potevano avere la conferma che, in quel pomeriggio di molti anni prima, qualcosa tra di loro stava cambiando radicalmente. 

Gli attimi seguenti passarono nel silenzio assoluto, dove i piccoli mugugni di Jungkook interrompevano la quiete ogni qualvolta Taehyung gli passava la mano in mezzo ai capelli.
"Secondo te i sogni possono diventare realtá?"
Jungkook non riusciva a vedere l'espressione dell'altro, ma era sicuro che si fosse contratta dalla confusione.
"Dipende qual è il tuo sogno"
Un lieve sospiro, un piccolo movimento e un cambio di posizioni.
Ora Jungkook poteva osservare gli occhi scuri di Taehyung, riusciva a delinearne le minime sfumature con attenzione, si soffermava in quelle costellazioni e si perdeva a guardarle. 

"Jungkook..."
Sbiascicò Taehyung quando il silenzio si prolungò per troppo tempo.
Il corvino sbattè varie volte le palpebre e scosse la testa, rivolgendogli un'occhiata imbarazzata.
"Scusami...a..a volte mi perdo nei miei pensieri..."
E Taehyung lo sapeva, forse meglio dello stesso Jungkook, che quel comportamento era qualcosa di perfettamente involontario nella sua mente.

La madre del minore, quando lo aveva visto per la prima volta, si era subito curata di avvisarlo dei suoi problemi, che Jungkook aveva molto bisogno di qualcuno che lo aiutasse a svagarsi.
Ovviamente Taehyung aveva accettato con euforia, dato che i suoi sentimenti per lui si erano accesi dalla prima volta che le loro iridi si erano incrociate.
"Non ti preoccupare"
Taehyung passó una mano sulla guancia soffice dell'altro, delineandone le minime caratteristiche: la pelle era rosea, priva di qualsiasi imperfezione a rovinare quella creazione perfetta.
"Piuttosto dimmi, qual è la tua ambizione per il futuro?"
Nell'esatto istante in cui Taehyung pronunciò quelle parole, Jungkook abbassò lo sguardo, senza trattenere un sospiro frustato.
"Mi piacerebbe tanto fare l'acrobata, danzare nel cielo, ballare intorno ad un lungo lenzuolo di seta..." 

Fece una piccola pausa.

"Ma questo sogno è stato oltrepassato da un altro, e tuttora sta navigando nella mia mente"
Taehyung lo guardò incuriosito, le dita appoggiate sul ginocchio dell'altro, le labbra incurvate in un lieve sorriso intenerito.
"E quale sarebbe?"
Jungkook titubò qualche istante, non sapendo se rivelare la risposta.
Gli occhi scuri del corvino percorsero rapidamente tutta la stanza, quasi lo aiutasse a diminuire l'imbarazzo, per poi soffermarsi nuovamente in quelli di Taehyung.
"Stare con te, per sempre"

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