Finalmente la sveglia suona, non ho dormito manco mezz'ora dato che l'eccitazione di andarmene finalmente era troppo alta da farmi dormire tranquilla. Sono le cinque e mezzo di mattina e ho solo più un'ora e mezzo per prepararmi, alle sette ho il volo che segnerà una svolta alla mia vita.
Un po' mi spiace lasciare mia sorella minore,Bea, e mio padre da soli, ma non posso ancora credere che parto per Miami, all'università di economia più prestigiosa d'America.
In questa notte presa dall'eccitazione della svolta che segnerà la mia vita ho deciso di studiarmi a memoria il campus, ho guardato le foto su internet e me lo sono immaginata. Questo campus oltre ad essere molto grande ha anche uno stile un po' antico, sembra di essere in uno dei castelli medievali, secondo le foto.
Mi sono pure stampata i programmi delle varie materie e ho iniziato anche a leggere alcune pagine dei miei futuri libri scolastici.
Da come avrete intuito, amo pianificare, mentre le persone normali per addormentarsi contano le pecorelle, io programmo il mio futuro. Sembra stupido si, ma mi da più forza e sicurezza sapere cosa fare.
<<Sele, svegliati!>> urla mio padre.
Sono già in ritardo, mentre mi vestivo ho incominciato a fissare un punto talmente intensamente che mi è venuto il capogiro.
<<Selenneeee>> urla mio padre <<tra meno di dieci minuti partiamo, farai tardi>> dice bussando.
<<Arrivo papi>> so che anche lui odia i ritardi e ama pianificare, infatti, se ha un appuntamento arriva sempre con minimo dieci minuti in anticipo.
Finalmente mi sono vestita e pettinata, pensavo di truccarmi un po', ma la voglia e il tempo scarseggia allora decido di prendere la valigia e portarla già in macchina.
<<Pronta Sele?>>
Annuisco mentre entro in macchina. So che quella domanda è riferito se sono pronta psicologicamente di dire ciao alla mia casa per un po', ma sono al contempo felice di sire addio alla monotonia di questa piccola cittadina.
Da casa mia all'aeroporto ci vogliono venti minuti di macchina, ma sembra che duri tre giorni questo viaggetto.
Quando scendo dalla macchina per prendere la valigia ed entrare mio padre mi racconta com'è stato per lui lasciare nonno e nonna, ma anche se cerco di seguire molto attentamente il suo discorso mi ci perdo sperando che la mia compagna di stanza sia silenziosa e simpatica, è l'unica cosa che in questo momento non sono stata in grado di pianificare.
Mentre entriamo mio padre parla entriamo e mi preparo per il check-in e quando ho finito sento una voce che informa di prepararmi per salire in aereo.
<<Se tua madre fosse qui, sarebbe molto fiera di te, Selene,e prima di lasciarti entrare nell'aeroplano ti devo dare una cosa, apparteneva a tua madre e so che lei la voleva dare a te>>
Mi allunga una lettera e una scatola.
<<leggila mentre sei in aeroplano, invece questo è un regalo da parte mia, promettimi di chiamarmi appena scendi e promettimi che ti prenderai cura di te, ora devi andare, mi mancherai figliola >>.
Mentre mi abbraccia cerco di cacciare via le lacrime, ma con esito negativo.
<<Grazie papi, e salutami ancora bene bene da parte mia Bea, dille che mi mancherà da morire le sue bravate>>.
È giunta l'ora di lasciare questa terra, la mia amata Australia per andare andarmene.
Mi mancherà soprattuto mia sorella Bea oltre a mio padre e mentre salgo sull'aereo inizio a piangere.
Il posto vicino a me è occupata da una bambina che meno male si addormenta subito dopo che l'aereo è decollato, sembra abituata a viaggiare sull'aereo, mentre io me la sto letteralmente facendo sotto. In questo periodo molte famiglie in vacanza rientrano dato che le vacanze sono appena finite.
Quando mi sono un po' tranquillizzata, apro la lettera di mia madre. Lei era morta quando io avevo solo undici anni. Quel periodo dopo la sua morte è stato il periodo peggiore della mia vita, già prima ero chiusa in me stessa, ma con la sua morte mi ero allontanata da tutti, tutt'ora non ho avuto molte amiche, duravano pochissimo e non sono il genere di adolescente che il sabato sera fa baldoria, preferisco vedere un film o leggere un libro.
Quando inizio a leggere, mi escono già le lacrime, nella lettera c'è scritto di come mi madre ha passato il suo periodo universitario, di come ha conosciuto mio padre e mi ha scritto che è fiera di me, che mi sorveglia dall'alto e che sarà sempre con me.
Finisco di leggere la lettera e noto che ho pianto talmente tanto che ho la maglia inzuppata di lacrime.
Apro la scatoletta e dentro trovo una collana, la riconosco subito, è la stessa collana che portava sempre con lei. Dentro c'è un biglietto con scritto 'Goditi la vita finche c'è l'hai'. Mi rabbuio all'istante, ma mi sento anche felice di possedere, oltre alcuni suoi vestiti, qualcosa di suo. Mi metto subito la collana con una pietra blu, sembra prezioso, e anche bello.
Quando mi sono ripresa un po' dal pianto apro subito il regalo di mio padre. Dentro al sacchetto ci sono due fantastici orecchini con delle perle, gli saranno costati un mucchio di soldi, ma sono bellissimi, adoro mio padre.
Il viaggio di dodici ore passa velocissimo, e arrivo finalmente a Miami, dove i miei genitori si sono incontrati.
E sono prontissima di iniziare questa esperienza che segnerà del tutto il mio futuro.
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Resta ancora
Teen FictionAll'inizio è stato difficile accettare o credere chi sono veramente, arrivo in una nuova città è come una bomba di carta tutto ciò che possiedo sparisce. Prima di andare a vivere a Miami, abitavo a Sidney, una città piuttosto tranquilla, amavo la mo...