Capitolo 3.

131 14 20
                                    

Capitolo 3: Leave the space.

Era una notte buia e tempestosa. I lampi squarciavano in due il cielo e, nella loro tana, le marmotte ridevano con aria da trollface, perché il gabbiano che distruggeva sempre la loro rudimentale abitazione non si faceva più vedere da un po'.

Le marmotte sembravano molto felici, tanto da alzarsi sulle zampe posteriori, avvicinare le rispettive zampe anteriori e accennare a qualche passo di danza.

Altrove era pieno di persone che attendevano con impazienza che un gabbiano defecasse sulle loro barbe o sui loro capelli o sulle insegne dei loro negozi.

Sembrava che non sarebbe accaduto mai più.

Sembrava che non ci fosse nessun gabbiano in agguato e quella constatazione riempieva chiunque di sconforto.

***

Sebby si svegliò di soprassalto, necessitando di qualche istante per rendersi conto di avere sognato.

Dopo un mese trascorso a F*ck City era la prima notte in cui, invece di sognare un gabbiano che distruggeva la tana alle marmotte, sognava le marmotte che celebravano l'assenza del gabbiano.

Si preparò per andare a scuola, indossando il doveroso cappello con lo stemma del cavallino, poi andò come al solito a fare conversazione con il fratellastro Kimi.

«Cosa ne pensi dei gabbiani?»

«Bwoah.»

«No, seriamente.»

«Ti ho già dato una risposta seria.»

«Non essere così insensibile. Li sogno ogni notte.»

«Bene.»

«Bene?! Dovrebbe essere positivo?»

«Se ti può consolare, io sogno sempre di emigrare negli Emirati Arabi Uniti e di non ricevere la licenza per il consumo di alcolici. Mi piacerebbe molto di più sognare gabbiani.»

«Stanotte i gabbiani non c'erano.»

«Bwoah, sono in ritardo, non ho tempo per queste lamentele. Prima ci sono i gabbiani e non va bene, poi non ci sono e non va bene lo stesso...»

Kimi uscì di casa e si incamminò verso l'officina.

Sebby salì come al solito a bordo del furgone e andò a scuola. Quando parcheggiò, aprì la portiera senza colpire il professor Arrivabene. Forse era assente, o forse era in sala insegnanti a litigare con il professor Wolff. Ah, già, il professor Wolff era stato licenziato perché era venuta alla luce la scandalosa relazione tra lui e una studentessa scozzese, tale Susie Stoddart, una cheerleader che se ne andava sempre in giro a braccetto insieme a una finlandese con il collo grosso, le spalle grosse e il seno grosso, che rispondeva al nome di Valerie Bottas.

Susie aveva cercato di difenderlo fingendosi innamorata di Valerie e sostenendo che la loro relazione non c'era mai stata e che era solo un pettegolezzo, ma era stato facile trovare le prove che avevano portato al licenziamento del professor Wolff. Valerie, inoltre, era fidanzata con Felipe, l'amico brasiliano di quel Fernando a cui il gabbiano defecava sulla barba nei sogni di Sebby, e non avrebbe mai preso in considerazione l'idea di avere una love-story con Susie.

Se non altro alla F*ck City Highschool si discuteva spesso di gossip molto interessanti, quindi Sebby riusciva a soprassedere a un'assenza che lasciava un vuoto incolmabile: non quella del professore che fumava ogni mattina nel parcheggio, che mancava solo quel giorno, ma quella del suo amato Lewis, che si prolungava nel tempo. Erano passati ormai dieci giorni dall'ultima volta in cui Sebby l'aveva visto e, in quei dieci giorni, non era mai comparso magicamente un numero 44 nella via Hugo Boss.

SebagullDove le storie prendono vita. Scoprilo ora