Parte 1

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POV Philip

Da quando ero stato costretto a vivere in questa cittadina sperduta non ero riuscito a fare amicizia con nessuno, tutti pensavano fossi strano, mi evitavano come la peste. A me non importava granché perché me ne sarei andato presto, o almeno così speravo, dovevo solo aspettare che mia mamma si fosse ripulita e poi finalmente sarei tornato in città, sarei tornato a New York.

La mia vita qui era noiosa, Helen era sempre al lavoro e sembrava non facesse il minimo sforzo per legare con me, al contrario Gabe cercava in tutti i modi di legare e farmi aprire, sperava che riuscissi a conoscere qualcuno e che smettessi di starmene rintanato in camera davanti al computer. Non riuscivano a capire che io li proprio non ci volevo stare, che volevo andarmene, volevo stare con mia madre in città dove non avrei dovuto nascondermi perché sono gay. Qui non potevo permettere che si sapesse, era una cittadina di gente chiusa che pensava ancora che fosse un problema da estirpare. Volevo semplicemente essere libero.

Ormai era passato un mese da quando stavo a Tivoli ed ero costretto a frequentare la Red Hook High School. Nessuno mi parlava ed ero felice cosi.
Un giorno mentre uscivo da scuola lo vidi, sulla sua moto da cross e rimasi fisso ad osservarlo, era bellissimo. Si chiamava Lukas, aveva dei bellissimi capelli biondi e un sorriso che mi aveva tolto il respiro  (peccato che fosse rivolto alla sua ragazza, Rose).
Avevo capito immediatamente di essermene innamorato, ma sapevo anche che non avrei mai avuto speranze visto che era etero e pure fidanzato. Mi limitavo ad osservarlo da lontano sperando di potergli almeno una volta rivolgere la parola, anche solo per chiedere una penna, non mi importava molto avevo solo voglia di avvicinarmi a lui.

Avevo passato le ultime settimane a trovare un modo per parlargli, ma proprio non risucivo a trovarlo.
Ogni tanto la fortuna girava dalla mia parte perché fu lui che si avvicinò a me. Un giorno stavo girando un video a scuola (era sempre stata una delle mie passioni infatti ero diventato molto bravo con tutti quei programmi che servono a montare i filmati) quando mi notò e mi venne a parlare. Mi chiese se, visto che avevo la videocamera, avessi potuto realizzare dei video mentre si allena con la moto. Senza nemmeno pensarci accettai, ero felice come non mai in vita mia perché ero riuscito ad ottenere la sua attenzione poco importava se non era quel tipo di attenzioni che avrei voluto io, a me bastava solo poter passare del tempo con lui.

Ci eravamo dati appuntamento il giorno dopo a casa sua, l'attesa era stata snervante e le ore sembravano non passare più.
Quando arrivai ero talmente emozionato che iniziai a tremare. Dovevo calmarmi assolutamente altrimenti non sarei riuscito a fare nessun video decente in queste condizioni.
-Ehi- Lukas mi era arrivato alle spalle senza che me ne accorgessi immerso com'ero nei pensieri (che ovviamente riguardavano lui) -sei pronto?-
-Si..dove vuoi andare? Spero non troppo lontano visto che sono a piedi-  cercai di sorridergli ma non credo di esserci riuscito tanta è la tensione che ho in corpo.
-Non ti preoccupare- disse lanciandomi un casco -andiamo con la moto- dicendo l'ultima frase sorrise, uno di quei sorrisi che gli vedo sempre fare a Rose, uno di quei sorrisi che amavo e stavolta era per me. Mi sentii le gambe cedere ma mi feci coraggio e presi un bel respiro. Salii in moto e partimmo. 

È stato il pomeriggio più bello, era la prima volta da quando ero qui che mi stavo divertendo veramente. Non solo Lukas è bellissimo ma è anche simpatico e gentile. Mi ha riempito di complimenti per i video continuava a dire che ero fantastico, che erano i migliori che gli avessero mai fatto. Avevamo deciso di continuare a vederci per i video, mi disse che aveva bisogno di avere tante visualizzazioni se voleva essere notato da qualche sponsor.
Avrei continuato ad uscire con Lukas, pensai fosse un bellissimo sogno e pregavo nessuno mi svegliasse mai, non riuscivo a credere fosse successo veramente.

Erano passate due settimane dalla nostra prima uscita. Helen e Gabe erano felici di vedermi sempre fuori casa, era ancora difficile per me aprirmi con loro. Non gli avevo nemmeno detto di essere gay, per paura che mi cacciassero di casa. Se fino a poco tempo fa non vedevo l'ora di andarmene, adesso avevo un motivo per restare e non volevo assolutamente perderlo.

I'm not gay like you (Philkas)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora