Parte 4

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POV Philip

Entrai nella casa dove vivevo fino a poco tempo fa con mia madre. Fui immediatamente sommerso dai ricordi, mia madre mi voleva bene nonostante tutti i suoi problemi con la droga non mi aveva mai abbandonato e io le volevo bene più della mia stessa vita. Ero felice di essere lì.  Appena mia madre mi vide mi corse incontro era felice di vedermi.
-Philip che ci fai qui?- mi chiese tenendomi stretto nel suo abbraccio - Non dovresti essere qui se il giudice lo scoprisse non potrò più vederti-
- Non sapevo dove altro andare. Avevo bisogno di vederti.- le dissi stringendola forte a me.
-È successo qualcosa? Gabe ed Helen non ti trattano bene?- era preoccupata lo capivo dal suo tono di voce.
-No no con loro va tutto bene. Si prendono cura di me come meglio riescono- la rassicurai.
-Allora cosa c'è che non va? Ti conosco e vedo che non stai bene- mentre parlava mi accarezzava la guancia - problemi di cuore?-. Annuii triste in risposta, aveva colto nel segno.
-Come si chiama?-
-Lukas- dissi sottovoce quasi a non volermi far sentire.
-È un bel nome- stava sorridendo - lui lo sa che ti piace?-, annuii di nuovo.
Mi strinse in un abbraccio forte. Venni immediatamente avvolto dal suo profumo, sapeva di sigaretta e rose, era il profumo di casa.
-Mi manchi tantissimo mamma- scoppiai a piangere senza volerlo, non avrei mai più voluto andarmene da lì.
-Anche tu mi manchi amore, ma non puoi stare qui- mi strinse ancora più forte a se -Gabe ed Helen ti staranno cercando. Torna a casa-
-Quella non è casa mia, questa lo è-
-Tra poco saremo di nuovo insieme, te lo prometto. Sto facendo il possibile per ristabilirmi.- mi stava guardando dritto negli occhi mentre diceva quelle parole come a farmi sapere che stava dicendo sul serio. Forse questa era la volta giusta, avrebbe voltato pagina e finalmente saremo potuti stare di nuovo insieme.
-Ti voglio bene, mamma- la abbracciai di nuovo.
-Te ne voglio tanto anche io-, mi staccai controvoglia da quell'abbraccio e mi alzai. Aveva ragione lei, dovevo tornare a "casa".

Arrivato a casa mi buttai subito sul letto. Avrei voluto saltare la cena anche quel giorno, ma era meglio non far preoccupare troppo i miei genitori affidatari così mi sforzai di mettere qualcosa nello stomaco. Speravo non avrebbero notato che non stavo bene, non ero pronto a rispondere alle loro domande. Raccontargli cosa mi stava succedendo significava dovergli dire che ero gay. Ero pronto a farlo? Dopotutto mi avevano accolto in casa loro, mi trattavano come un figlio. Forse non mi avrebbero mandato via, ma la mia paura era tanta.
-Philip? Hai sentito cosa ti ho chiesto?- Gabe mi stava sventolando la mano davanti agli occhi per attirare la mia attenzione.
Mi girai verso di lui, sembrava preoccupato -No, scusa. Ero sovrapensiero. Cosa stavi dicendo?-
-Volevo sapere come sta andando a scuola. Ho notato che ormai passi i pomeriggi fuori casa quindi hai trovato degli amici, no?-. Ecco che le domande erano arrivate. Cosa rispondere? "Si ho conosciuto un ragazzo di cui mi sono innamorato follemente. Siamo sempre insieme, ieri mi ha baciato poi cacciato via, stamattina mi ha baciato di nuovo ma è fidanzato e ha paura di quello che i suoi amici e suo padre penserebbero di lui se sapessero che ha baciato un ragazzo. In sostanza gli ho detto di andare a fanculo finchè non avesse capito cosa cazzo vuole davvero e io sono qui distrutto perché non sopporto di non potergli stare vicino".
-Va tutto bene, al pomeriggio aiuto semplicemente un ragazzo con alcuni video- sembrava essere una risposta soddisfacente visto che mi sorrise e continuò a mangiare.

Finita la cena mi rifugiai in camera. Mi misi davanti al computer e giusto perché non stavo soffrendo abbastanza iniziai a guardare i video di Lukas. Non erano i video "ufficiali", quelli che avevo postato sul suo canale, erano quelli in cui faceva cose stupide che mi facevano ridere e innamorare sempre più di lui. Mi faceva male vederli, mi ricordava di quanto tutto fosse semplice fino a quello stramaledetto bacio, ma non riuscivo a smettere di farlo. Lukas era diventato la mia droga. Dio quanto mi mancavano i suoi sorrisi. Più tempo passava e più mi mancava.
Non risucivo più a stare senza di lui ma avevo preso la mia decisione e non mi sarei tirato indietro. Non potevo permettermelo.
Spensi il computer e andai a letto prima di ricominciare a piangere ancora.

I'm not gay like you (Philkas)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora