Léon
infilo la camicia nera sopra i jeans del medesimo colore mentre mi preparo psicologicamente all'ennesimo raduno di ragazze dai 10 ai 25 anni che fantasticano su un possibile futuro insieme a me.
mi passo una mano nei capelli mentre cerco di concentrarmi sulla mia immagine: non dormo da una settimana per scrivere il sequel del mio ultimo romanzo e i miei occhi castani sono circondati da delle occhiaie violacee; i capelli si sono allungati di recente e l'altro giorno o dovuto rifarmi la tinta, il grigio mi incornicia bene il viso.
Finisco di prepararmi e scendo le scale del mio lussuoso appartamento, forse anche troppo. Ho il voltastomaco solo a pensare a quello che sono diventato.
Entro nella mia auto, ai sedili posteriori: perché ovviamente a cosa serve avere un auto che costa quanto un appartamento se non per stare seduto di dietro senza poter neanche guidare.****
Il viaggio dura troppo poco e quando il mio autista parcheggia l'auto vengo scortato all'interno del centro commerciale da due gorilla in giacca e cravatta. Mi accendo una sigaretta mentre aspetto il permesso per accedere alla pedana dove firmerò milioni e milioni di copie del mio fottuto libro.
Senza farmi vedere scappo dalla zona "sicura" dove non rischio di essere assalito; mi godo lo spettacolo di centinaia di ragazze che urlano il mio nome aspettando che io esca da una piccola porticina dirigendomi da loro e invece sono dalla parte opposta del centro commerciale.« non è un spettacolo pietoso?» sento dire alle mie spalle, una voce femminile delicata ma usata con acidità. Mi giro ad osservare la ragazza in questione, è leggermente più bassa di me; ha gli occhi azzurri incorniciati da un volto pallido dai lineamenti delicati; ha i capelli castani corti, il colore non è naturale, doveva essere bionda in precedenza.
« già, una mandria di ragazzine urlanti che inneggiano al nome di uno scrittore da due soldi» affermo io; la cosa peggiore di ciò che ho detto è che lo penso veramente.
il mio sguardo si sofferma sul suo corpo: i fianchi larghi, l'addome piatto e il seno non molto abbondante; il tutto coperto da dei jeans grigi a vita alta e un maglione nero.
il mio sguardo si sofferma sul suo volto delicato e sulle sue labbra carnose, oh le sue labbra.
«al liceo non era cosi idiota, da quando è andato al college si è rovinato eppure adoro i suoi libri » non ha ancora incontrato il mio sguardo e gliene sono grato, rifletto su ciò che ha appena detto e mi ci vuole poco a ricordarmi di lei; i suoi commenti carichi di sarcasmo sotto ogni mio post di Instagram mi passano davanti agli occhi in un istante e una sensazione familiare mi colpisce al cuore e mi centrifuga lo stomaco.
lei alza lo sguardo su di me, i suoi occhi azzurri incontrano i miei e sembra riconoscermi; tira fuori dalla borsa il mio ultimo libro e guarda alla fine, dove c'è la mia foto e un breve riassunto della mia vita. guarda la foto e guarda me, ripone il libro nella borsa.
« Leòn? sei davvero tu? quando ti sei tinto i capelli? hai delle occhiaie enormi sembra che non dormi da una settimana...» prima che aggiunga dell'altro la stringo tra le mi braccia coperte di tatuaggi, non so perché io lo abbia fatto, è stata una cosa istintiva ma non me ne pento .
«Eva...»
«che c'è?»
«mi sei mancata»
«anche tu»
ricambia il mio abbraccio e appoggia la testa al mio petto, è strano ma per una volta dopo tanto tempo ho smesso di pensare a Heisel ed è come se mi fossi tolto un peso dal petto.
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ti ho amato in silenzio (Cuori Confusi)||S||
RomanceLeon Gray al secondo anno di università diventa scrittore di best seller al livello internazionale; ma qualcuno lo porterà a scappare dalla bellezza di quella quotidianità idilliaca . Heisel Harrison: bella, difficile, pronta a scappare alla prima d...