Akira

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Stare al caldo sotto le coperte è, a mio parere,  uno dei più grandi piaceri della vita, specialmente se fuori la temperatura è vicina allo 0 e mancano pochi minuti alle 7: ovvero l’ora in cui quello strumento infernale, meglio conosciuto come “sveglia”, metterà fine a questo momento quasi paradisiaco.

No, non sto affatto esagerando.
Chi ha avuto la sfortuna di doversi trasferire sa di cosa parlo. Oggi sarà il mio primo giorno in una nuova scuola, con nuovi compagni, nuovi professori, insomma, sarà tutto nuovo! (Tranne forse la mancanza di carta igienica nei bagni, ma questo è un loro discorso…).
Tutto ciò che voglio al momento è rimanere qui sotto le coperte in eterno...
A pensarci bene però c’è qualcosa che resterà invariata, ovvero la presenza di…

- AKIRA!!! CHE CI FAI ANCORA A DORMIRE!? È TARDI!!! – Grido una ragazza dalla folta chioma bianca irrompendo nella mia camera.

Eccola, parlavo proprio di lei, la mia sorella gemella, Shiro. Da quando andavamo all’asilo abbiamo sempre frequentato la stessa classe e anche quest’anno sarà lo stesso.

- Ma che vai farneticando? Non sono neanche le sette, Shiro! – Ribatto rintanandomi sotto le coperte.

- Ma la mia sveglia segnava le otto… - Mormorò mia sorella guardando perplessa l’orario segnato dal mio orologio.

- L’avrá manomessa la zia, sapendo quanto sei pigra non la biasimo affatto… - Mugugno alzandomi di malavoglia.

- In quanto a pigrizia direi che stiamo messi bene entrambi… - Ribatte lei stropicciandosi i grandi occhi azzurri.

- Poco ma sicuro… -

- Allora,  non sei emozionato? – Mi chiede su di giri. – Una nuova scuola, nuovi compagni, nuovi professori, è così emozionante! –

Già, direi proprio che pur essendo gemelli abbiamo una visione del mondo completamente diversa. Certo, entrambi siamo positivi e sempre col sorriso sulle labbra, ma lei è decisamente più portata per quanto riguarda le relazioni umane, e pensare che è perfino più otaku di me…

- Scommetto che anche ieri sera sei rimasta sveglia fino a tardi. – Le dico mentre facciamo colazione.

- Non è vero, mi sono addormentata che era a malapena mezzanotte. –

- Mezzanotte è tardi… - Le faccio notare per quella che sarà la centesima volta.

- Pensala come vuoi, ma è un miracolo che sia riuscita a staccarmi dal cellulare, quella storia che sto leggendo si fa sempre più avvincente, è impossibile staccarsi! –

- Di che parla? – Le chiedo, ma non appena la vedo sfoggiare uno dei suoi sorrisi a trentadue denti, mi pento di avergli lo chiesto. – Sai che ti dico? Non mi importa, tieniti per te le tue fantasie da fujoshi. –

- Ora dici così, ma tanto io lo so che un giorno verrai da me in ginocchio implorandomi di aiutarti a confessare il tuo amore a un ragazzo. –

- Sì, sogna e spera… - Sbuffo alzando gli occhi al cielo.

- Dai! Saresti un uke perfetto! –

Eccola che ricomincia…

- Insomma, l’aspetto da femmina non ti manca… -

- Ehi! –

- Lamentati quanto vuoi ma è così. – Mi ammonisce prima di continuare. – Sei di costituzione minuta e hai degli occhi a dir poco adorabili, aggiungici il fatto che sei la tenerezza fatta persona e… Insomma, come puoi biasimarmi se ritengo che saresti perfetto nei panni di un uke? –

- Dimentichi un piccolo particolare. – Le dico zittendola.

- Si, lo so, ora mi dirai che non sei gay. – Sbuffa lei alzando gli occhi al cielo prima di sorridere in maniera ben poco rassicurante. – Dicono tutti così all’inizio,  poi incontrano il seme… -

- Basta! Non una parola di più!  - La interrompo alzandomi di scatto, rosso in viso.

Va avanti così da quattro anni ormai, dal giorno in cui ha visto quella stupida foto yaoi su internet per puro caso, si è informata, ha scoperto cosa significa “yaoi” e, seppur alla tenera età di 12 anni, si è follemente innamorata del genere, mettendomi mio malgrado in mezzo ai suoi pensieri da fujoshi…

E poi non è vero che sembro una femmina! Ok, forse un pochino, ma nei manga che si legge lei ho visto ben di peggio, c’erano dei ragazzi che per capire che fossero davvero maschi bisognava arrivare al punto in cui… ok, meglio che mi fermo qui… maledetto il giorno in cui ho aperto quel dannato volumetto! E pensare che, a detta di Shiro, si trattava di uno dei suoi manga più “tranquilli”…

- Allora, pronto per andare? – Mi chiede entrando nei panni della sorella protettiva. – So che ti agiti sempre quando dobbiamo affrontare una nuova situazione, ma non devi preoccuparti di nulla, ok? Ti rimarrò appiccicata almeno la metà di quanto mi appiccico a un nuovo manga o al mio computer. –

Non poteva dire cosa peggiore, ora sono perfino più preoccupato di prima, quando dice così significa che non mi lascerà stare un solo istante! Sarò fortunato se riuscirò ad andare in bagno da solo!

- Non serve arrivare a tanto, vedrai che oggi non mi succederà nulla. – La rassicuro con un sorriso un po forzato.

- Non so… Ho come un brutto presentimento… - Ribatte Shiro guardandomi preoccupata. – Non appena ti senti un po strano dimmelo, ok? –

- Sì, come sempre. – Le rispondo io.

- Questo vale anche in caso tu incontrassi il seme dei tuoi sogni. – Aggiunge con aria sognante.

- Ora basta! – Le dico esasperato. – Se accadrà qualcosa sarà solo colpa tua, sappilo. –

No, cos’ho combinato? Ora tornerà a fare l’iperprotettiva.

- Dico sul serio Akira, non appena ti senti un po strano dimmelo, non potrei mai perdonarmelo se accadesse di nuovo… -

- Non è stata colpa tua, Shiro, quante volte te lo devo dire? –

- Invece si che lo è stata! – Esclama lei mentre delle lacrime iniziano a rigarle il viso. – Avevo giurato che ti avrei aiutato sempre, invece… -

- Che sono questi pensieri così negativi già di prima mattina? –

Chiede nostra zia entrando nella sala da pranzo.
A proposito, ho dimenticato di dire che dato che i nostri genitori sono sempre in giro per lavoro, da quando siamo piccoli abbiamo sempre vissuto con lei, ci ha praticamente adottato.

- Su con la vita, Shiro! Vedrai che questa volta andrà bene – La rassicura mettendole una mano sulla spalla con fare protettivo.

- Ma è la terza volta che cambiamo scuola… - Mormora lei asciugandosi le lacrime.

- La terza è quella buona. – Ribatte la zia sorridendo. – Dai, ora andate o farete tardi. – Ci saluta porgendoci i rispettivi zaini.

Non ne sono sicuro, ma in effetti anche io oggi ho un brutto presentimento, spero solo che non diventi realtà… A causa mia noi tre abbiamo dovuto cambiare città già tre volte in soli cinque anni e non voglio che accada di nuovo, tutte le volte quando dobbiamo andarcene Shiro ha sempre le lacrime agli occhi perché in fondo non vuole lasciare gli amici che ha trovato, ma dice sempre che non è un problema per lei e questo lo fa solo per me, per proteggermi…

“Da cosa?” starete pensando… Ogni cosa a sua tempo, spero solo che non accada anche oggi…






Che ne pensate? Spero di avervi incuriosito almeno un po’. Ditemi che ve ne pare, se qualcosa non vi è chiaro, se avete qualche idea riguardo il segreto di Akira... insomma, fatevi sentire (si nota tanto che sono disperata?).                                                                                                                          Grazie per aver letto e Bye Bii!!!! 
(Chi ha visto Lucky Star capirà da dove ho preso questo saluto… )

Kurai, Akira e "Lui" //Yaoi//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora