Capitolo 2

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Erano passati giorni da quando avevo conosciuto George, e ogni giorno poco dopo le consegne reali, andavo senza farmi vedere fuori dal cancello, per andarlo a trovare alla panetteria. La cosa che mi dava più alla testa, era il fatto che nessuno, notava la mia assenza. No che mi importasse tanto, ma questo mi faceva capire quanto valgo in questa famiglia. La prima impressione che mi sono fatto di lui e che è un ragazzo gentile e pensieroso.
L'altro giorno abbiamo passato la giornata a raccontare qualcosa della nostra vita. Io gli raccontavo del palazzo di mio padre, delle mie sorelle, dei Marchesi e di quanto fosse orribile e stressante la mia vita. Ma lui non era convinto, invece lui come ogni ragazzo del villaggio avrebbe voluto entrare all' interno del possente palazzo di Karaba'. Il popolo racconta  leggende su di esso, peccato che nessuna di queste sia vera. sono stato un bel po' a parlare della mia vita a tal punto che notavo che George era un po' stufo, mi interrompo all'improvviso e faccio continuare lui.
George inizia il discorso dicendo "-beh Steven, della mia vita non c'è gran che da dire....-", non ostante questo però lo raccontava con una certa passione.
"- Io sono figlio di un fornaio, la mattina io e papà, ci alziamo in torno alle 5 del mattino-" le 5 del mattino?? Esperimento da provare, non mi rassicuro che sia eccitante, ma da provare!! Mi dissi. "- Ci prepariamo e con il carro che ci danno in prestito i vicini, in cambio di una focaccia, ci dirigiamo verso la campagna per prendere qualche spiga per la farina. Il viaggio dura diverse ore e spesso mi annoio. Il cavallo deve fare anche qualche sosta ogni tanto, poiché è abbastanza vecchiotto. Arrivati lì mio padre baratta qualche altra focaccia per un carico di spighe e poi torniamo.-" Lo interrompo per fargli una domanda. "- voi non usate i soldi??-" magari sarebbe stata una domanda sciocca, ma io che il mondo esterno al palazzo non lo avevo ancora conosciuto fino a qualche giorno fa, era per me di senso compiuto. "- Noi non ne guadagnano molti di soldi, facendo questo lavoro. La maggior parte dei soldi li impiega mio padre, cercando di mantenere la panetteria e il rimanente lo uso io per comprarmi qualcosa da mangiare che non sia pane.... Per questo usiamo gran parte delle nostre focacce per barattare con qualcuno che ci dia le spighe per continuare a produrre farina che poi.....-"sinceramente ne ero sbalordito. E pensare che noi i soldi li usiamo per comprare scemenze che neanche ci servono. E concluse dicendo "- Il resto della giornata la passiamo impastando e sfornando pane-" Tutti gli altri giorni abbiamo fatto qualcosa di diverso ma che si centrava sull'argomento della nostra vita. Io sono ancora qui a parlare!!! Ma non mi rendo conto che se non mi sbrigo non riesco a incontrare George. Mi preparo, guardo fuori dalla finestra più vicina, la quale si sarebbe potuto vedere la cancellata.  Attendo l'ora precisa e mi reco vicino alla sala del trono per uscire alle uscita più vicina. Mi dimenticai di una cosa importante;
A passo felpato ma veloce mi recai alla dispensa. Una guardia mi noto', era evidente ma lasciò passare come niente fosse. Apro un mio sacchetto e ci butto tutto il cibo possibile : formaggio, carne di maiale, qualche coscia di tacchino, un po' di frutta....E con il sacco pieno ritorno all'uscita.
Ma nel corridoio, c'era un altra delle mie 5 sorelle,  Margò , lei era un altra al quale non è possibile riferire niente e impicciona com'è, forse era meglio non farsi vedere. Non ci avrebbe pensato due volte a dirlo a nostro padre. Mi nascosi dietro una colonna portante e aspettai che se ne andasse.
Quando se ne andò feci una corsa veloce fino al cancello, che purtroppo era chiuso. Eh no oggi non è giornata!!! Esclamai sbuffando. Dopo pochi minuti il cancello si aprì e senza perdere tempo riuscii ad uscire. Feci una corsa fino alla panetteria dove incontrai George. Stavo ansimando dalla stanchezza ma Come niente gli diedi il sacco e lui mi ringraziò di cuore. "-Ho fatto una corsa.... che poi mi è capitato di tutto....-" gli raccontai.
Siccome la giornata non era già storta di suo, il peggio successe adesso:
Vedo inchinarsi all'improvviso George, cosa strana dato il fatto che ormai ci conoscevamo. Ma non si stava inchinandosi a me, dietro alle mie spalle c'era mia madre affiancata da due guardie reali. Io in quel momento volevo svenire. Subito fece attirare la folla affinché si inchinassero di fronte a lei.
"-Non devi parlare da chi è diverso da te-" gridò mia madre con il dito puntato verso di me. George abbassa il capo, dispiaciuto ma soprattutto offeso poiché sembrava non adatto ad avere come amico un principe. George sempre a testa bassa cercò di spiegare, ma non fece in tempo a dire parola che mia madre gridò"- zitto tu, e chi ti ha detto di alzarti rimani in ginocchio. Ti dovrei far frustare solo per avermi visto negli occhi!!!-" A quel punto intervenne anche il padre di George e dopo lunghe discussioni. Ce ne girammo le spalle e ci dirigiamo verso il palazzo. Mia madre era arrabbiata con me, ma io lo ero ancora di più e dopo essere strattonato con forza e cercato di essere portato via, cercai di girarmi per salutare George che in lacrime fece un piccolo cenno per salutarmi.
Ero indignato, da come avevano trattato George. Ma ero ancora più indignato di come mi avevano trattato me, non ero libero di fare niente. Le guardie mi chiusero in camera mia, mentre di là non si faceva altro che udire le urla di mia madre che si era arrabbiata per così poco, ma si era arrabbiata e discuteva della punizione con mio padre. Mi buttai sul letto, sguardo sul tetto pensiero su George. Sarei riuscito a rivederlo? sarei riuscito a parlargli un altra volta ?? Mentre mi facevo queste domande, sbuffavo all'idea di non voler continuare questa vita. Mi rendeva infelice mi rendeva schiavo. Questa non è libertà Questo è non avere modo fare ciò che da ragazzi ami fare di più, uscire con amici rivolgersi a loro ecc...... mi alzai, rivolsi sguardo alla finestra e con le lacrime di dispiacere che incominciavano a calare sulla guancia, chiesi scusa al mio grande e unico amico. Di colpo nella camera entrò mio fratello Gasper, l'unico secondo me che un briciolo di pensiero per me c'è l'ha. Io subito mi asciugai le lacrime e feci finta di niente. Ma lui se ne accorse subito e mi chiese come mai stavo male. Io cambiai discorso "- strano che le guardie ti abbiano fatto entrare??-"
Lui se ne accorse subito e cercò di riagganciare il discorso"-Gia!!! Com'è ancora più strano che ti sia così giù!!-"
Persi le speranze, non ero in grado di cambiare discorso, ma la cosa mi piaceva, uno a cui stavo veramente
a cuore. "- Non cela faccio più Gasper,
Questa vita non mi piace, non riesco a farmela piacere, non riusciamo a parlare con la gente del villaggio, non riesco.... Non riesco e non voglio!!!!!-" gli spiegai cosa facevo in questi giorni, cosa era successo oggi è cosa sinceramente avrei cambiato della mia vita. L'avventura, quella che mi manca è l'avventura!!!-" mi diede un sacco di consigli buoni ma non utili. Uscì dalla stanza abbastanza dispiaciuto per me. Io sapevo cosa fare. Sarebbe stata l'unica scelta che mi avrebbe cambiato la mia vita e gli avrebbe dato un enorme svolta. Ho sempre saputo che qui non c'era niente per me solo tristezza e delusione. Imparerò qualcosa esplorando il mondo. E la mia casa sarà proprio il mondo stesso. Lo avrei fatto questa sera, si questa sera ci sarebbe stata l'ultima consegna e sarebbe stata l'ultima occasione che avevo di scappare. Così avevo deciso e ormai niente mi avrebbe fatto cambiare idea.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 02, 2017 ⏰

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