Capitolo 4

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Oltrepassata la seconda staccionata del recinto, in mezzo agli alberi si intravedeva un sentiero di pietra. Gli elfi fecero cenno di andare in quella direzione. Il sentiero era sgombro da ostacoli e appariva molto antico, la luce che filtrava dagli alberi dava al paesaggio un ché di mistico, veniva spontaneo immaginare i viandanti che lo avevano attraversato anni orsono magari accompagnati da bizzarre creature. I ragazzi erano ansiosi dì arrivare al villaggio ma al tempo stesso nutrivano un certo timore. Ben fissava il suo medaglione, ora non faceva più alcuna luce e la pietra incastonata all interno era ritornata opaca. Tim vedeva questo mondo come una potenziale fonte di pericoli di ogni sorta, ma al tempo stesso era eccitato dall'idea di essere un valido combattente, i racconti sulle sue gesta che aveva sentito finora lo avevano entusiasmato e non poco, anche se nutriva dei dubbi sulla sua natura timorosa. La stessa cosa la pensava Paul, aveva desiderato molte volte combattere in una battaglia, spesso questo suo desiderio di battersi era sfociato in alcune risse ma sempre dopo aver avuto un valido pretesto, per quanto possano essere considerati validi tali pretesti. Talvolta ci andava sotto anche Ed che superava il fratello in quanto a ira ma non era mai brillato per forza fisica. Tuttavia nessuno di loro sapeva cosa avrebbero scoperto una volta arrivati a destinazione, se mai avrebbero rivisto le loro famiglie, se sarebbero potuti tornare a casa o se invece erano destinati a restare lì per l'eternità, questo dubbio incessante li tormentava, come il pensiero dell'incidente. Nora invece sembrava estranea a questo tipo di dubbi, viaggiava con la fantasia, era impaziente di arrivare e nonostante cercasse di nascondere i suoi pensieri, come del resto aveva sempre fatto, gli altri se ne erano accorti.

<Ti vedo impaziente Corinna> le aveva sussurrato Talina. Dopo un iniziale attimo di incertezza dovuto al nome con cui le si era rivolta L'elfa, la ragazza rispose imbarazzata.

<oh, si signora, non vedo l'ora di arrivare>

<Non credo che dovrai attendere molto allora>

L'elfa aveva accennato un sorriso. Dopo un breve proseguimento del viaggio in seguito a una curva il bosco aveva iniziato ad aprirsi gradatamente e ai lati del sentiero erano comparsi due muretti in pietra dello stesso colore e fattura del sentiero. Videro di fronte a loro una piccola collina rocciosa scandita da gradini di lunghezza differente scavati nel terreno stesso. In cima alla scalinata si distingueva un grosso portone con una cinta muraria.
Paul fece una faccia scocciata.

<Abbiamo già camminato molto, i miei piedi abbaiano, con questa armatura di metallo, per giunta dobbiamo salire anche questo erto ripido>

<ti ricordavo di tempra più forte Erhik, se vuoi restare quì a aspettare il latte della mamma noi ti aspetteremo piccolo>

Questo genere di provocazioni facevano imbizzarrire Paul, che sarebbe stato capace di gettarsi da un palazzo per dimostrare, a chiunque l'avesse sfidato, il suo valore.

<semmai tuo padre aspetta il lattuccio>

Si alzò e cominciò a salire i gradini prima degli altri, era un ragazzo particolare ma buono, non se la sarebbe mai presa con qualcuno in difficoltà. Nonostante non fosse eccessivamente atletico il suo coraggio lo rendeva capace di affrontare qualsiasi situazione, sarebbe stato capace di farsi prendere a pugni per ore senza mollare se c'è ne fosse stato un reale bisogno.
Quegli scalini saranno stati un migliaio, i ragazzi arrancavano. Cate chiese l'aiuto di Ben, si fece portare sulle spalle fino in cima. Il ragazzo ne era entusiasta, credeva fermamente che questo fosse un segno di benevolenza nei suoi confronti e accettava con sommo piacere di salire circa mille gradini con il peso della ragazza sulle spalle. Non era la prima volta che lo sfruttava, sapeva della debolezza di Ben nei suoi confronti. Ricordava divertita quella volta che gli aveva fatto fare interamente la sua verifica in classe. A nulla servivano gli avvertimento di Tim e Paul che cercavano di aprire gli occhi all'amico. Un ragazzo così posato e riflessivo che perdeva ogni ragione di fronte a una ragazza. Tim non aveva mai compreso tutto ciò, era convinto che l'amore fosse relegato al solo aspetto fisico, trovava irrazionale l'atteggiamento del suo amico e pensava che prima o poi avrebbe aperto gli occhi da solo anche se, a guardarlo bene, non ne era così sicuro. Ben era entusiasta della situazione, essere un "mulo da soma" lo rendeva molto soddisfatto anche per il fatto stesso del contatto fisico che Cate gestiva in modo piuttosto disinvolto.

Il Destino Di RegindorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora