Capitolo I-l'uomo e il martello

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Tanto tempo fa, in una terra lontana...

In una terra avvolta dal freddo, baciata dal ghiacciato e dalla neve, c'era un Fabbro, un artigiano talmente stimato e amato che si poteva considerare un artista.
In ogni città del regno non c'era una città che non avesse qualcosa di Bjorn, dal chiodo nella casa del più umile allevatore, alle corone dei re. La stima per il fabbro non aveva eguali.

Bjorn martellava, incessantemente, sul ferro. Un tempo ogni colpo era una fatica, ma ora era routine. ogni fatica diventa poi routine. Il sudore, però, era un segno di orgoglio e potenza. Fra una martellata e l'altro c'era un suono anomalo.
Cavalli
Bjorn lasciò le sue attrezzature e prese una spada grezza ma affilata, .uscendo fuori, andando incontro al mondo innevato. Vide giungere, verso la sua casa isolata dal mondo, sette cavalieri. sei erano avvolte da armature e bardati con gigli dorati, e uno avvolto da una pelliccia calda, un cappuccio calato sul volto.
Bjorn era davanti la sua officina, che era una parte della casa, con la spada in mano e la punta rivolta verso il terreno. in attesa dei cavalieri.
<< Salve, o mastro fabbro, sono venuto qui per chiedere i tuoi servigi>> disse il cavaliere vestito di pelliccia, fermando il cavallo a pochi metri dall'uomo.
<< Non c'è bisogno di parlare in questo modo, sono solo un umile Fabbro. accomodatevi in casa>>

La parte abitativa della casa erra ridotta a due stanze. una Cucina e una camera per dormire.
Seduto al tavolo della cucina c'era Thors, figlio del vecchio re Ragnar che mangiava formaggio salato e beveva birra fredda.
<< Non era prevista la tua visita, non ho molto da offrire>>
<< Non preoccuparti,maestro, buon cibo e ambiente caldo è tutto ciò che un uomo può volere in giornate grigie e fredde...quasi tutto>> disse Thors sorridendo, mentre Bjorn si sedeva davanti a lui, bevendo birra dal suo bicchiere personale.
<< Cosa posso fare per il principe?>>
<< Mio padre è prossimo alla morte. Sono gli Dei sanno se sarà degno del Valhalla o sarà costretto a vagare nelle lande di Hel...ma prima di morire vuole vedere un suo ultimo desiderio prendere vita.
Il Re Ragnar, mio padre, vuole creare un gruppo di uomini scelti per difendere questo regno da altri uomini, o dallo stesso Ymir se fosse necessario e, per farlo, ha voluto le tue lame, la tua capacità, perché sei il miglior fabbro di Midgard, e le tue spade hanno accompagnato la vita e la morte di tanti guerrieri.
Ovviamente non lavorerai solo per fama, non ne hai bisogno, ma è pronto un bel sacchetto di monete per te, più un mezzo sacchetto come anticipo, per le spese>> Disse il principe, appoggiando sul tavolo un sacco marrone ricolmo di monete che suonavano ticchettando fra loro.
Bjorn allungò la mano verso il sacchetto, lo soppressò e accettò il lavoro. Erano molti più soldi di quanto poteva farne in due o tre anni di lavoro, e il freddo e le ossa spesso gli ricordavano che non era molto più giovane del re Ragnar.
<< Prima di andare ho una curiosità, mastro fabbro. Questa casa è calda, ha buon cibo, eppure manca una presenza femminile>>
Bjorn, il mastro fabbro, si accarezzo la lunga barba, aprì bocca e raccontò una storia di amore e passione, una storia di lotta e sentimenti, una storia di sangue e sudore...una storia per altre pagine.

Passarono giorni, passarono notti ma che per l'uomo non esistevano.
Il cozzare del martello sul ferro rovente era l'unico suono che si udiva in quella casa al confine della civiltà, circondato da boschi e natura, fra neve, cervi e orsi.
DOOM
DOOM
DOOM
Era il suono della potenza, della creazione, dell'artista che incontra l'artigiano.
Gocce di sudore friggevano al contatto con l'acciaio che ardeva, come la spada di Surtur.
DOOM
DOOM
DOOM

L'unica distrazione che Bjorn si permetteva era con i lupi.
Spesso ai confini della sua proprietà si riunivano alcuni lupi che sedevano ed ululavano, richiamando l'attenzione del fabbro che, concedendosi una pausa dal pesante lavoro, portava loro dei grandi pezzi di carne e, più raramente, interi cervi o daini.
E quella sera i lupi furono fortunati, Bjorn aveva usato una parte del suo anticipo per comprare alci e buoi muschiati, carne rare di ottima qualità, portando una carcassa intera ai suoi unici, veri, compagni.
Appena il cadavere toccò terra, alzando un poco di neve che attendeva l'estate per morire, i lupi si gettarono sulla carne, mentre Bjorn gli accarezzava, affondando la sua grande e possente mano nella pelliccia calda, grigia e soffice dei lupi.
Il fabbro si divertiva, qualche volta, a cercare nomi per i lupi, ma aveva poca fantasia, e così, dopo un lungo pensare, optava sempre per Sköll , Hati, Fenrir, Geri e Freki...creature grandi e possenti, che vivevano ad Asgard, o fra i ghiacci di Hel, o in cielo inseguendo la luna e il sole.
Bjorn spesso si chiedeva se quegli animali fossero cani e non lupi, vista la loro tranquillità e calma in loro presenza, oltre alla docilità e al fatto che non disdegnavano carezze, ma poi gli vedeva muoversi agili e potenti nella neve, eleganti, raffinati ma al tempo stesso inquietanti e cacciatori.

L'avanzata di un gruppo di cavalieri in corsa svegliò Bjorn che lanciò uno sguardo fuori dalla sua finestra.
Illuminati dalla luna ungevano dieci cavalieri con leggere armature di cuoio e spade di scarsa qualità che penzolavano dal fianco. Il fabbro aveva sentito parlare di un gruppo di briganti che si aggirava nella zona, ma non era mai stato attaccato, fino ad ora.
più velocemente che poteva Bjorn si vestì con una armatura leggera, scese nella fucina e presa una spada, una di quelle che aveva forgiato per il principe Thors, quei briganti potevano essere una buona prova per le lame.
Uscì nello spiazzo dove giorni prima aveva accolto il principe...strinse la presa sulla spada e attese i briganti.
<< Bjorn, fabbro, non vogliamo farti male>>
<< Neanche io voglio farvi male. Andate via>>
I dieci uomini risero, quasi all'unisono.
<< Tu sei un fabbro, non un guerriero>>
<< Neanche voi siete guerrieri>>
Bjorn girà la lama contro i briganti, mentre la pallida luna baciava la lama, avvolgendola in un mare di chiarore e riflessi.

<< Andate via dalla mia proprietà>>
I ladri si guardano in faccia e, dopo pochi secondi, si lanciarono a cavallo contro il fabbro, che allargo le gambe, piego le ginocchia e si preparò alla battaglia.

Schiva il primo affondo, mentre altri briganti si perdevano fuori dalla sua gittata, scontrandosi fra di loro. cercando di girarsi, ma incastrandosi con i movimenti.
Davanti a Bjorn c'era un brigante a cavallo che fu trafitto al inguine dalla punta della spada di Bjorn. L'uomo lanciò un urlo, mentre cadeva dal cavallo.
I briganti puntarono le loro lame e affondarono in corsa verso il fabbro, che deviò i colpi, facendo scontrare alcuni di loro con i cavalli.
Finalmente alcuni di loro capirono e scesero, avvicinandosi a Bjorn, che gli scrutava oltre la punta della spada.
Cinque parate, cinque deviazioni, e la spada che vibrava, cantando fra la neve e il freddo. Bjorn fece un affondo dall'lato in basso, un taglio potente che amputò un braccio, che proseguì in un fendente, e uno stomaco si aprì. I restanti tre rimasero in attesa, sorpresi, spiazzati, persi in un combattimento che non doveva neanche iniziare, e che ora li vedeva perdenti.
<< Buoni a nulla, lasciate fare a me>>
Dal suo cavallo scese l'uomo che sembrava essere, a suo modo, il comandante di quel gruppo di briganti.
Appena il suo piede affondò nella neve l'uomo sguainò la spada, avanzando verso il fabbro.
<< Ti sei comportato bene, come fabbro e come guerriero. Hai il mio rispetto, Bjorn, ma ora devi morire>>
Il colpo dall'alto fu veloce, e Bjorn riuscì ad evitarlo, anche se non del tutto, ferendosi alla spalla sinistra. Poco male, usava il braccio destro.
Il fabbro, piegato leggermente sulle ginocchia, cerco un fendente basso, che fu respinto capo dei briganti che, sfruttando la sua velocità, affondò la lama nella spalla sinistra di Bjorn, aprendoli ulteriormente la ferita. Il fabbro gridò dal dolore e, con rabbia, riuscì a stendersi in piedi, mostrando al mondo tutta la sua stazza, e attaccò il brigante con fendenti dall'alto continui e pesanti, potenti, con il cozzare di spade che riecheggiava nella valle. Il brigante indietreggiava, piegandosi leggermente ad ogni colpo, finché...la spada di Bjorn non si spezzò.
Mentre la lama spezzata affondava nella neve, sollevando una piccola nube, Bjorn vide il freddo sorriso di Hel davanti a lui, pronto ad accoglierlo in eterno nel mondo dei morti e, per un attimo, il cuore dell'uomo si sciolse, e la sua mente riaccese antichi ricordi, forse una lacrima nacque dai suoi freddi occhi, forse.
Ma fu tutto troppo rapido, l'aria si riempì con un ululato, a cui fecero seguito altri e, in pochi secondi, la neve si riempì di orme e zampe, attorno a lui ci furono ringhi e urla, tonfi nella neve e sangue.
Un naso freddo lo fece uscire dal suo status di semi incoscienza, Bjorn torno nel mondo e vide, davanti a se, il muso di un lupo che sembrava volerli sorridere. Il fabbro si alzò e video attorno a se il branco di lupi e, immersi nella neve, cadaveri, spade e sangue.

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La storia di Bjorn il fabbroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora