Capitolo 1

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Lilith fu la prima donna creata dalle mani di Dio, modelllata come la più bella delle creature.
Dal nulla nata per rendere felice Abramo, primo uomo, per non essere più solo e per dare un futuro alla razza umana. Dio aveva dato a Lilith la bellezza di una dea, la quale aveva la pelle bianca candida e il corpo snello provvisto di curve seducenti.
I capelli erano rosso vivo,baciati dal fuoco, i quali le morivano nelle spalle nude, gli occhi verde smeraldo e le labbra carminee. Lilith però era una donna forte e sicura di sè e non sopportava di essere sottomessa da nessuno.
Adamo non era un uomo degno di quel fuoco ribelle, quel fuoco che si spegneva ogni istante di più. Così Lilith, stanca di essere trattata come inferiore, si ribellò al promesso e a Dio. Venne punita e cacciata dal Paradiso e la sua pena, di colei che non voleva stare in compagnia di Adamo, era stare in una cella, da sola, in eterno. Lilith però non piangeva,nè implorava o chiedeva aiuto.
Era forte e non si sarebbe fatta piegare da niente e nessuno.
Fu questo ad incuriosire Lucifero, che, quando passò per la sua cella non percepì paura o disperazione.
Aprì la porta per trovare una ragazza dai capelli rossi, la pelle bianca scoperta e sangue sul corpo.
Il Diavolo rimase incantato da quella bellezza indomabile e la salvò: la fece uscire da quelle mura di pietra, la curò, la lavò, la vestì e la protesse con le sue ali nere.
Mai prima d'ora il male aveva provato il più puro dei sentimenti: l'amore. Ed era così, Lucifero era innamorato della bella Lilith, amava lei, amava il fatto che si fosse, come lui, sporcata di peccato.
Quando i suoi occhi di vetro avevano danzato insieme per la prima volta con gli smeraldi di lei, quando le sue labbra avevano scoperto quel dolce peccato e quando la sua mano fredda aveva sfiorato quella pelle calda, quella pelle umana che tanto amava, aveva capito che sarebbe stata la sua compagna per sempre.
Lilith non si sentiva oppressa tantomeno schiavizzata, si sentiva viva e amava poter essere libera. Non ci volle molto che il ventre della donna diede vita a una bambina: viso pallido come una bambola di porcellana, occhi glaciali, labbra carnose rosso sangue e capelli corvini. Sembrava il più crudele dei demoni con la bellezza di una dea.
Si chiamava Hel.
Il piano di Dio, però, non era quello di allietare le punizioni dei due dannati e di renderli felici.
Mandò quindi il più fedele dei suoi figli: l'angelo Michele, simbolo di purezza e lealtà.
L'alato doveva prelevare la ragazza e portarla in Paradiso al cospetto del Signore. Ma ciò che Dio non sapeva era che il nuovo figlio prediletto conosceva già quella donna, conosceva il suo viso a cui si era aggrappato nelle notti solitarie, conosceva il suo cuore e avrebbe voluto renderlo felice.
Non sopportava il fatto che quella giovane donna si fosse innamorata di quel mostro invece di lui, che voleva salvare quell'anima ancora redenta. Quando si presentò all'Inferno i due amanti erano seduti su una panchina di pietra,avvinghiati in un bacio.
Non riuscì a fare niente, non riuscì a compiere la missone che gli era stata affidata ma solo a provare una forte fitta al petto come se il suo cuore immortale si fosse spezzato.
Attese che il consanguineo malvagio andasse via per trovare la ragazza. Con il cuore in mano, le dichiarò il suo amore e il suo piano di salvezza, ma la peccatrice si limitò a ridergli in faccia e a schernirlo per il sentimento che mai sarebbe stato ricambiato. L'angelo provava vergogna e dolore, la sua bontà mangiata dalle risate della belva che amava.
Finrono lì tutta la sofferenza e il sentirsi male che lo schiacciavano mentre prese la sua spada dorata e trafisse il corpo della giovane che tanto lo faceva soffrire.
Morta.
Lui, l'angelo per eccellenza aveva ucciso, aveva commesso un omicidio, un peccato. Mollò la presa e la spada, quando sentì un rumore che si dissolse nel nulla.
Luicifero era distrutto, dilaniato dal dolore straziante di vedere Lilith morta.
Mai aveva provato la felicità e vedersela strappare via dalle mani era come una pugnalata dritta nel cuore. Si sedette sul pavimento di marmo nero, prese il corpo dell'amata e con una mano le chiuse gli occhi, gli stessi che poco prima brillavano di vita.

Tolse la spada dorata dal petto della giovane e la lanciò urlando.
Il suono emesso fu così forte che anche il Paradiso sentì la sofferenza del Diavolo che reclamava vendetta.

Il destino degli ErediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora