Strangers

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Maia


Non potevo credere che Marie mi avesse convinta ad andare in quello stupido locale solo per permetterle di incontrare un ragazzo con cui chattava da qualche settimana. Insomma, i protagonisti dell'appuntamento erano loro due, io non c'entravo. Ma quando la tua amica inizia a dirti che "magari è uno stupratore" oppure "potrebbe avere i baffi, non puoi abbandonarmi" - parole sue - tu, beh.. non la abbandoni.

Il locale era un posto niente male. Nonostante non amassi stare in fila, l'entrata dell'edificio era munita di tendoni su cui si susseguivano luci colorate in modo tale da non tenere i clienti annoiati. Dopo una mezz'ora d'attesa, pagammo il ticket all'uomo che c'era all'ingresso e demmo anche il supplemento per il guardaroba. Lasciammo le giacche e le borse nel grande armadio nero opaco che c'era all'ingresso, sorvegliato da un altro bodyguard, e tenemmo per noi il telefono e qualche contante nella coppa del reggiseno per pagarci i drink.

<<Mi ha detto che ci saremmo incontrati al bar vicino alla console del dj. Per te è un problema accompagnarmi lì? Sarà anche il nostro punto di ritrovo, non ho intenzione di farmi portare a casa sua dopo il primo appuntamento>> sentenziò la mora al mio fianco. Avrei avuto da ridire, visto che una discoteca non era il luogo ideale per il primo appuntamento. Inoltre, sapevo che con le giuste avances Marie non avrebbe resistito e sarei dovuta tornare a casa da sola. Almeno eravamo venute con la mia macchina. La pista da ballo era delimitata da dei pannelli di vetro che mi arrivavano ai fianchi, in modo tale da creare una corsia di passaggio fra la pista e i tavoli per chi, come noi, volesse dirigersi al bar.

<<Oh, eccolo. Dev'essere lui. Mannaggia se è hot!>> esclamò Marie realizzata. Mossi lo sguardo lungo il corpo del ragazzo e, dopo essermi accertata che fosse l'uomo che Marie mi aveva mostrato in foto, mi tranquillizzai.

<<Vai e divertiti, io vado a cercare Joshua e gli altri, anche se dubito siano qui. Stasera al Green Palace vendevano il terzo giro di shottini a soli tre euro>> feci spallucce, quasi a rimproverarla per avermi privato di tale sconto. Lei mi liquidò con un gesto della mano e, dopo avermi baciato le guance, raggiunse il suo accompagnatore. Vidi solo che le offrì un drink.

Mi sedetti su uno sgabello e, ansiosa di iniziare la serata, ordinai un Sex On The Beach. So che è uno dei drink peggiori, ma è anche uno dei più affidabili per non perdere del tutto la testa. In più era stato il primo drink della mia vita, ed ogni serata iniziava con lui in mano mia. Tipo una tradizione. Dopo qualche minuto strinsi vittoriosa il bicchiere contenente l'alcolico ed iniziai piano a sorseggiare il drink, godendomi il leggero bruciore che lasciava in gola. Passai lo sguardo in mezzo alla folla per cercare qualche viso famigliare ma, a parte qualche persona incrociata per i corridoi del college, non riconobbi nessuno. Stavo quasi per rassegnarmi ad una serata noiosa, quando un ragazzo fece capolino al mio fianco. Mi lanciò un breve sguardo, prima di ordinare un drink che non avevo mai sentito nominare ed un Sex On The Beach. Risi quasi per la coincidenza, visto che io stringevo i residui dello stesso drink in mano, e mi appoggiai meglio al bancone, indecisa su quale altro drink prendere. Iniziai a canticchiare una canzone appena messa dal dj, non ricordo bene quale, anche se penso fosse una nuova di Drake. Una mano si appoggiò sul mio fianco e un drink scivolò sulla superficie di vetro del bancone, fermandosi solo quando si scontrò con il mio avambraccio. Guardai il contenuto di esso e riconobbi il familiare liquido arancione-rosso. Alzai poi lo sguardo, incontrando quello del ragazzo visto in precedenza. Credevo se ne fosse andato.

<<Ho visto che stavi bevendo quello, così te ne ho ordinato un altro. Sono Avery.>> Accompagnò la frase con un sorriso smagliante. Aveva la carnagione olivastra, tipica dei californiani, e gli occhi erano di un azzurro ammaliante. Inutile dire che la sua carnagione risaltasse non solo l'azzurro dei suoi occhi, ma anche la candidità dei denti. Decisi che sarebbe valsa la pena divertirsi un po', per una sera.

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