𝕮𝖆𝖕𝖎𝖙𝖔𝖑𝖔 1

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L' altro mercoledì sera, dopo la mia solita lezione di danza contemporanea, quando già si era fatto notte e il vento soffiava forte, rientrai a casa insieme a mia madre. Lei mi disse di aspettarla in casa perchè doveva chiudere ancora il pollaio delle sue amate galline. Scesa dalla macchina mi diressi con le chiavi in una mano, verso il portone di casa, cercai la chiave della porta e la infilai nella serratura; dopo averla girata, spalancai il grande portone di legno, varcai l'uscio e me lo richiusi alle spalle.

Appena dentro l' abitazione, nonostante indossassi un pesante piumino rosso, avvertii un freddo molto strano. Andai subito in cucina per vedere se la stufa si fosse spenta e purtroppo la mia supposizione era vera. Ecco spiegato il gran freddo che c'era, ma un'altra cosa mi sembro strana, le mie due sorelle non erano venute a salutarmi e questo era alquanto anormale. Così le chiamai a gran voce ma non rispose nessuno. Cominciai a preoccuparmi seriamente e per questo le cercai dappertutto ma di loro non c'era traccia; la paura mi stava assalendo anche perchè mia madre non era ancora rientrata in casa e questo non era da lei, no di certo. Ero sola in quella casa che mi appariva come un'altra, una casa che non era la mia.

Accesi la TV della cucina per distrarmi un pò da quei fatti, ma subito essa si spense, come se fosse posseduta. Un brivido mi attraversò dalla testa a piedi.

Cominciò a piovere e a tuonare e il terrore aumentò. Presi sul tavolo il cellulare e feci il numero di mio padre che era al lavoro e doveva ancora tornare a casa, ma come suo solito non rispose. Feci altri due tentativi ma mio padre continuava a non rispondere, così decisi di chiamare la mia migliore amica per dirle dell'accaduto. Al secondo squillo la sentii dire "pronto" e feci un sospiro di sollievo; le spiegai la situazione e lei preoccupata mi disse che sarebbe partita subito per venire a vedere come stavo, e proprio mentre pronuncio un "ci vediamo tra poco" sentii un urlo provenire dal cellulare e chiamai a gran voce il nome della mia amica: "Bea Bea cosa succede? Bea rispondi ti prego!". Sentii un grido di aiuto ma non potevo aiutarla.

Continuavo a domandarmi cosa stesse succedendo quella sera e perchè proprio a me, ma non sapevo la risposta per mia sfortuna. L'orologio appeso al muro indicava le 21:30 e ancora non c'era traccia della mia famiglia. Pensai a tante cose in quei momenti di silenzio e inquietudine, cercai di capire cosa stesse succedendo, e all'improvviso andò via la luce. "Ci mancava solo la luce" dissi e una lacrima inaspettata rigò il mio pallido viso. Incominciai a piangere forte, ero stufa di tutto ciò. 

Taehyung Kim - Surreal TextDove le storie prendono vita. Scoprilo ora