𝕮𝖆𝖕𝖎𝖙𝖔𝖑𝖔 3

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               Al mio risveglio mi ritrovai su una barella con mani e piedi legati con delle cinghie di cuoio; ispezionai quella stanza e la riconobbi, era la mia camera che sembrava essersi trasformata in un manicomio date le bianche pareti che m...

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    Al mio risveglio mi ritrovai su una barella con mani e piedi legati con delle cinghie di cuoio; ispezionai quella stanza e la riconobbi, era la mia camera che sembrava essersi trasformata in un manicomio date le bianche pareti che mi circondavano e che potevo osservare.
D'improvviso quel silenzio fu rotto da passi lenti e leggeri. Chiusi gli occhi e dopo qualche secondo sentii il fiato sul collo e riaprii gli occhi.
A pochi centimetri dal mio viso c'era un ragazzo dall'aspetto normale che mi sorrideva in modo smagliante; era alto, magro, dai biondi capelli e dagli occhi di un azzurro mare. Lo osservavo in volto sorridendogli anch'io, pensando che finalmente qualcosa di stupendo stesse per accadere e che quel ragazzo fosse il mio salvatore, ma dopo un istante il sorriso di lui si trasformò in un ghigno alquanto maligno, e subito il mio riso svanì.
Mi slegò e io mi sentii finalmente libera così per ringraziarlo gli corsi incontro abbracciandolo forte. Mi sembrava come se lo conoscessi da una vita. Lui però non ricambio l'abbraccio, anzi mi scostò dal suo corpo.
"Scusami non volevo... Mi dispiace.", mi guardò male e io mi allontanai ulteriormente da quel ragazzo.
Lui cominciò a respirare più forte e alla fine urlò come se dovesse liberarsi da una camicia di forza; si accasciò sul pavimento in ginocchio e dalla sua schiena uscirono due grandi ali nere. Era un angelo nero, uno di quelli malvagi e affascinanti che avevo visto in qualche film. Ma questo non era un film, era la realtà.
Dopo qualche secondo si era già rialzato e camminava verso di me guardandomi intensamente negli occhi. Io feci lo stesso in gesto di sfida e quando arrivò davanti a me disse "Hey tu, vieni con me, ora".
"Perche mai? " gli risposi ingenuamente.
"Fallo e basta o da qui non esci viva". Mi prese per mano e corse verso l'uscita.
Una volta fuori dall'abitazione mi prese in braccio e mi disse "Reggiti forte signorina" e io annuii spaventata e allo stesso tempo felice. Spiccò il volo e mi sentii come un uccello leggero che attraversava il cielo e le sue nuvole.
L'angelo disse "Ecco siamo arrivati" e subito mi posò sul terreno davanti a una grande casa che sembrava proprio la mia. Era la stessa identica casa di prima, quella stramba e piena di ragni a otto zampe.
"Ma è la stessa casa di prima!" mi girai verso di lui ma si era già dissolto nel nulla.
Mi avvicinai al portone di casa e lo aprii. La luce d'ingresso era accesa e subito mi diressi in cucina dove seduti al tavolo c'erano i miei familiari. Tutti gridarono "Ma dove eri finita Martina, ti abbiamo cercato dappertutto!". Sospirai e guardai l'orologio: erano quelle maledette 21:30, ora quell'essere avrebbe dovuto comparire ma non accadde nulla di tutto ciò.
Era come se fossi stata in un'altra dimensione, come se fosse stato tutto un sogno, o anzi un incubo, non saprei come definirlo. So solo che quello che ho visto e vissuto era un'altra realtà.
Con un sorriso augurai una buonanotte alla mia adorata famiglia e di corsa filai al letto. 

Taehyung Kim - Surreal TextDove le storie prendono vita. Scoprilo ora