NOVEMBRE.
Il tassista se ne andò dopo aver buttato a terra il borsone.
Luke lo squadrò irritato e si chinò a prenderlo, caricandoselo sulle spalle prima di entrare nel palazzo in cui avrebbe vissuto per i prossimi mesi.
Ricontrollò nuovamente se l'indirizzo fosse quello giusto e si accertò di aver memorizzato il numero dell'appartamento, per poi dirigersi all'interno.
Il viaggio da Sydney lo aveva talmente spossato che non vedeva l'ora di conoscere il suo nuovo coinquilino per poi chiudersi in camera e dormire per giorni, settimane, anni.
Non appena trovò il suo appartamento bussò con calma e attese qualche secondo prima che un ragazzo dal sorriso caldo come i toni della sua carnagione gli aprì.
"Devi essere Luke! Benvenuto a New York, io sono Calum, ma questo penso tu lo sappia già." disse porgendogli la mano.
Luke sorrise a sua volta e ricambiò la stretta. "Piacere di conoscerti, Calum."
"Accomodati" gli fece spazio e si grattò la nuca imbarazzato "Perdonami il disastro... Mi ero ripromesso di mettere tutto a posto, ma me ne sono completamente dimenticato!"
Luke alzò le spalle. "Non è un problema, anzi, mi fa sentire più a casa."
Calum sorrise e notò il pesante borsone. "Vuoi che lo porti in camera tua?"
Luke annuì e lasciò che Calum prendesse tutti i suoi averi per poi guardarsi attorno ed esplorare il piccolo appartamento. C'erano foto di Calum con una ragazza poco più grande di lui praticamente ovunque in cucina e dalla ovvia somiglianza suppose fosse sua sorella. Sentì una piccola onda di gelosia colpirlo di colpo, ma cercò di ignorarla subito. Il rapporto con i suoi fratelli era sempre stato meraviglioso, se non esemplare, ma nell'ultimo periodo si era talmente raffreddato che Luke cominciò a dubitare della loro fratellanza. Andare via di casa era stata probabilmente la scelta più saggia e dura della sua vita, ma non poteva più vivere in un ambiente così tossico.
Luke continuò a curiosare in giro finché notò Calum appoggiato allo stipite della porta che lo fissava divertito, causando inevitabilmente le sue guance rosse .
"Prenditi tutto il tempo che vuoi" lo stuzzicò "Non nascondo nulla."
"Questo lo dici tu" sbuffó Luke continuando a guardare in giro "Potresti essere un serial killer. O un drogato. O peggio... Potrebbe piacerti la musica country. Non si sa mai con le persone conosciute su internet."
Calum alzò gli occhi al cielo. "Che palle... Prima che tu li trova, ho dei CD di Taylor Swift. Non giudicare."
"Oh no, non lo farò." ridacchiò.
"Bene" disse dirigendosi verso la cucina "Perché sono le nove di sera e sto morendo di fame, quindi è meglio che tu sappia cucinare, ragazzo bianco!"
Luke roteò gli occhi e si diresse in cucina, decidendo di nascondere a Calum il fatto che sapeva cucinare solo le uova strapazzate.Il giorno dopo Luke si svegliò sentendo odore di bruciato.
Scese dal letto e non curandosi di mettersi addosso qualcosa che non fossero solamente i suoi boxer, si diresse in cucina per poi vedere Calum alle prese con i fornelli.
"Buongiorno!" sorrise "Di solito non le brucio, ma oggi sono particolarmente di fretta quindi mi dispiace."
Luke osservò l'ammasso di bacon bruciacchiato e alzò le spalle, passandosi le mani sul viso assonnato.
"Devo andare al lavoro, le chiavi sono nella tazza del caffè... Ti servono soldi?"
"Nope, ne ho messi un po' da parte... Devo trovarmi un lavoretto al più presto però." borbottò addentando un pezzo di bacon.
Calum si affrettò verso la porta. "Prova alla pasticceria qui davanti! Ho sentito che hanno bisogno di aiuto."
"Pasticceria?" chiese scettico.
"Esatto! Ci vediamo più tardi!" disse chiudendo la porta.
Luke grugní e scosse la testa. Cercare un lavoro era il primo dei suoi problemi, ma per qualche motivo non riusciva a spingersi a trovarne uno. A Sydney era tutto molto più semplice: aveva una casa, cibo pronto ogni giorno, lavorava occasionalmente nei weekend per permettersi qualche svago e aveva degli amici. New York era un mondo totalmente nuovo e opposto a quello confortevole di casa e non sapeva come sentirsi. Certo, era eccitato da tutto ciò, estasiato addirittura, ma sentiva la mancanza dell'Australia come un amante sente la mancanza di un amore perduto.
Si prese una decina di minuti per prepararsi e un'altra decina per preparare il suo curriculum, che richiese più impegno di quanto si aspettasse.
Prese le chiavi e chiuse casa, per poi seguire le indicazioni di Calum e cercare la pasticceria di cui, se ne rese conto ora, non sapeva neanche il nome.
Si stupì di quanto fredda fosse NYC rispetto a dove proveniva: ad ogni passo che faceva corrispondeva un brivido lungo le braccia e la schiena.
Maledì l'America e continuò a guardarsi intorno, intravedendo finalmente quella che sembrava una piccola pasticceria francese.
Entrò timidamente e venne subito colpito dal profumo di croissant caldi.
Una donna sulla cinquantina stava dietro al bancone e lo salutò con un sorriso materno.
"Cosa posso servirti?" chiese cordiale.
Luke mostrò il curriculum. "Un lavoro, forse?"
La donna - Hannah - annuì. "Non sono io quella che prende i curriculum..." si voltò verso la cucina "Ashton!"
Luke aspettò pazientemente mentre un ragazzo accorse pieno di farina.
"Ci penso io" disse pulendosi le mani sul grembiule, per poi voltarsi verso Luke "Dammi pure."
Luke diede il curriculum al ragazzo - biondo, abbronzato, di una bellezza a dir poco mozzafiato - e lasciò che lo osservasse attentamente.
Sperò ardentemente di riuscire ad avere quel lavoro: non si era gellato i capelli per nulla.
Ashton fece dei piccoli versi di approvazione e si illuminò all'improvviso.
"Sydney?" chiese e Luke annuì "Anche io sono di lì. Sono Ashton, piacere!"
Luke ricambiò la stretta e sorrise. "Luke."
"Beh, Luke... Hai fatto molti lavoretti, ma non so se sei abbastanza coraggioso da intraprendere l'arduo compito che è quello di mantenere in piedi una pasticceria..."
"Io..." si grattò la nuca Luke "Penso di sì?"
Ashton ridacchiò. "Su con la vita Luke... Puoi lasciarmi un recapito? Così da poterti informare dei giorni lavorativi e degli orari."
"Aspetta, quindi.... Vuol dire che ho il lavoro?"
"No" scosse la testa "Sei in prova. Come ho detto, è un mestiere arduo."
"Uhm, certo... Ti lascio il mio numero?"
Ashton gli diede carta e penna. "Nome e cognome prego."
Luke fece come ordinato e scrisse il suo numero, aggiungendo una faccina sorridente alla fine. Ashton storse il naso alla vista del ":-)" ma fece finta di niente, riponendo il numero in tasca.
"Bene... Allora ci sentiamo?" lo congedò, salutandolo con un sorriso.
Luke annuì e sorrise a sua volta.
Stava per uscire quando "Posso avere un croissant?" chiese.
Ashton scosse la testa e le fossette sulle sue guance divennero ancora più profonde.Quando Calum tornò a casa, Luke era sotto la doccia ed era abbastanza sicuro fossero le sei passate del pomeriggio.
Quasi si vergognò di se stesso quando realizzò che era sotto l'acqua da più di un'ora, ma in sua difesa amava la sensazione dell'acqua calda più di qualunque altra cosa al mondo.
Aveva in mente di starci dentro ancora qualche minuto finché sentì un'altra voce e andò nel panico pensando che doveva presentarsi e non era ancora pronto.
Solitamente avrebbe fatto tutto con comodo e sarebbe andato a presentarsi con nonchalance, ma nell'ultimo periodo era fin troppo ansioso per qualsiasi cosa, così si diede una mossa e cercò di ridurre a tre minuti ciò che avrebbe fatto in dieci.
Lasciò i capelli bagnati e cadenti sulla fronte, sistemando il collo del maglione che sua madre aveva cucito per lui e uscì dal bagno.
Non fece in tempo a fare due passi che sbatté violentemente contro qualcuno.
"Che cazz..." piagnucolò sentendo il dolore espandersi sul petto.
"Guarda dove vai!" gli ringhiò contro l'altro.
Luke si fermò ad osservare lo sconosciuto con occhi increduli, sbalordito da tanta sfrontatezza e mancanza di rispetto.
Il ragazzo - biondo, occhi verdi, piercing minaccioso sul sopracciglio - lo scansò con una spallata e si chiuse in bagno, sbattendo la porta.
Luke sbuffó irritato e raggiunse Calum dall'altra parte della casa, volgendogli uno sguardo seccato.
Calum ridacchiò. "Presumo tu abbia conosciuto Michael..."
"Avrei preferito non farlo." mugugnò toccandosi la spalla.
"Lo so, lo so" continuò "Ti ci abituerai. È fatto così, ma che ci vuoi fare... Ogni famiglia ha la sua pecora nera."
"Famiglia?"
"Siamo fratellastri" annuì "Sua madre ha sposato mio padre qualche anno fa."
Michael fece ritorno dal bagno e Luke decise di tacere e spostare lo sguardo da un'altra parte.
"Mike, questo è Luke. Viene dall'Australia" li presentò Calum "Resterà qui per un bel po', spero."
"Okay" disse ignorando totalmente la presenza di Luke "Senti, c'è Daisy che mi aspetta giù... Ti riporto la roba domani, okay? Ah... Ciao Duke." e senza aspettare una risposta da Calum, Michael se ne andò, portandosi dietro una scia di negatività.
Il moro sospirò e Luke alzò gli occhi al cielo, sempre più stupefatto.
"Non dirmi che quello stronzo ha la ragazza."
"Daisy sta con lui da parecchio tempo... Non chiedermi come faccia a sopportarlo, non ne ho idea."
"Ah bene..." si schiarì la voce "Comunque penso di aver trovato lavoro nella pasticceria qua di fronte."
Calum si illuminò. "Lo sapevo che Ashton ti avrebbe preso! Sei esattamente il suo tipo."
Luke quasi si strozzò con la sua saliva. "Cosa?!"
"Sto scherzando... Forse. Ashton e io siamo amici da secoli." disse mentre si diresse in cucina per prepararsi una tazza di camomilla.
"Quindi mi ha preso perché glielo hai chiesto tu?" domandò ancora più incredulo.
"Duh" alzò gli occhi al cielo "Com'è che si dice? Grazie?"
"Pft. Grazie. Comunque sono arrabbiato." sbottò sedendosi sul piano da cucina.
"Santo cielo, Luke... Impara a dire grazie e ad accettare che sei stato aiutato. Troppo orgoglio non va bene, fidati."
"Non sono orgoglioso!"
Calum alzò, per la centesima volta, gli occhi al cielo.
"Sì, come no" prese la sua tazza di camomilla calda e fece l'occhiolino a Luke "Buonanotte Dukey Pookey."
Luke lo osservò mentre si allontanava con la vestaglia di seta che ondeggiava e la tazza di Kim K tra le mani e si chiese come diavolo ci fosse finito uno così nella sua vita.
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Luke Meets World.
Fanfictiondove Luke si trasferisce a New York e lavora in una pasticceria francese.