Mystic Messenger (Headcanon)☆

Mc × 707 ☆(NORMAL)☆

(N.B.: la storia è una "What if?" in cui Vanderwood scova Seven nella sua route pochi giorni dopo la partenza. NON leggetela se non siete almeno al settimo giorno della route di Seven. E soprattutto, visto che sia io che Mion siamo al nono, vi prego, acqua in bocca se l' avete finita😂. Ultima cosa: parlo di Vanderwood al maschile. E qualunque cosa sia, non ne parlo bene.)

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La stanza puzzava di umido, muffa, sudore e una miriade di altre cose a cui preferí non pensare. Seven giaceva sul pavimento, incapace di muoversi, parlare o perfino pensare.
Quel maledetto ci aveva messo poco e niente a trovarlo. Un ricevitore nell' auto... in una delle sue amate macchine, e poi un inseguimento a piedi e attesa, per dargli la sensazione di averla spuntata. Razza di bastardo.

Era buio, ma volle tenere gli occhi aperti. Riposare? Che senso avrebbe avuto? Non era l' ultimo giorno che avrebbe passato lí dentro a sperimentare il dolore vero. Inoltre, se chiudeva gli occhi rivedeva cose che era meglio non ricordare: Mc tenuta in ostaggio da Saeran, quello stesso fratello che gli sputava contro con rabbia tutto il suo odio. Gli andava bene, in fondo: poteva fargli tutto, purché non prendesse lei; poteva anche ucciderlo. La sua vita, dopo la fuga, non doveva valere piú niente per nessuno.
Invece si sbagliava anche su questo.

Vanderwood aveva fatto irruzione nell' appartamento in mezzo a tutto quel caos, davanti a Saeran ed Mc, ma non gliene era importato minimamente. Tutto ciò che aveva fatto era stato estrarre dalla giacca il suo famoso taser, e Seven aveva provato un dolore terribile alla schiena e le gambe non avevano retto. Mc aveva gridato, suo fratello l' aveva zittita. Poi il nulla.

Si era svegliato lí, ad attenderlo i suoi... superiori. I pezzi grossi, quelli che comandano. Quelli a cui vendi l' anima in cambio di un po' di monete e di carta straccia appena accetti di lavorare per loro, e sapeva, oh, se sapeva, che la sua anima era stata collocata all' inferno nel momento in cui aveva deciso di sacrificarla per Mc.
Erano tre giorni che ero là dentro, forse quattro. Scosse, frustate, e non ricordavo piú cos' altro avessi dovuto subire. Sul pavimento sentivo le piaghe della pelle pulsare di dolore sordo e avevo la gola secca, poiché non bevevo da ore.

Non riuscí a tenere gli occhi aperti. Fu solo un istante ma la vide: Mc. Sorrideva. Poi il suo sorriso si spegneva e arrivava suo fratello, che la prendeva, gli strappava la sola cosa bella che gli restasse. Lo pregava di fermarsi, ma lui trascinava entrambi un un vortice verde e spariva con lei. E la colpa, la coscienza non smetteva di ripeterlo, era solo sua. Quando la porta si sarebbe aperta, i suoi superiori lo avrebbero sollevato e sottoposto ad una nuova sessione di "allenamento", non avrebbe fiatato. Non ne aveva il diritto; Saeyoung li aveva persi tutti sulla sua vita da molto, ormai.

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Non aveva mai provato tanta paura in vita sua come in quel momento. Attese in silenzio dietro l' angolo, finché l' uomo non sfilò accanto al muro senza curarsi di nulla. Arrivare fin lí, a quell' edificio anonimo in periferia e tranquillamente spacciabile per un ufficio, era stato... beh, facile, si poteva dire. Per lo meno rispetto a come sarebbe stato entrarvi e soprattutto uscirne viva.

Saeran era tornato. L' aveva portata via dopo che Luciel si era accasciato ai loro piedi e uno strano uomo l' aveva portato via trascinandolo per le gambe, mentre il ragazzo dai capelli bianchi le impediva di urlare. I due non sembravano conoscersi, ma a quanto pare avevano l' obbiettivo comune di sbarazzarsi di lui. Mc aveva dovuto seguire Saeran in un' auto, ma all' ultimo momento era riuscita a svignarsela per miracolo, saltando giú dallo sportello prima che la macchina partisse. Dopo, era stato tutto talmente strano che la ragazza cominciava a chiedersi se non avesse sognato.

Mc
Ho bisogno di aiuto, ragazzi. Seven ne ha bisogno...

Zen
Mc... stai bene?! Ti è successo qualcosa, dove sei?