KILLIAN POV
-Allora? Com'è andata ieri?
-Lasciami in pace Liam- biascicai coprendomi la faccia col lenzuolo -E' appena l'alba, sei impazzito?
-Veramente è mezzogiorno passato, dormiglione!
-Oh... beh, sai com'è. Sono tornato alle 4 del mattino, lasciami dormire in pace. Stasera lavoro!- lo pregai, ovviamente senza alcun risultato: invece di ascoltarmi aprì le tende e mi tirò via le coperte, tanto che mi domandai cosa lo portasse ad avere istinti suicidi del genere. In quel momento, ucciderlo mi sembrava davvero una grande idea. Dopo il gruppo di supporto avevo incontrato August, Victor e Graham per un paio di birre – che erano diventate molte di più – e ora avevo un gran bisogno di dormire.
-Non fare il bambino e trascina il culo in cucina, il pranzo è pronto.
-Bene!- feci tra i denti -Arrivo. Devo davvero iniziare a cercarmi un posto tutto per me- mi lamentai tirandomi su, sapendo che ormai non mi avrebbe lasciato in pace.
Mi trascinai quindi in bagno per sciacquarmi il viso con l'acqua gelata nella speranza che mi aiutasse a svegliarmi, poi indossai i soliti jeans e una t-shirt nera.
Tuttavia dalla cucina proveniva un ottimo profumino, e quando mi accorsi delle tue grandi pizze sul tavolo il mio umore migliorò all'istante: Liam aveva ragione, non potevo lasciare che si raffreddasse.
-Ce l'hai ancora con me, fratellino?
-Se smetti di chiamarmi fratellino no- promisi, per afferrare un trancio e dargli un morso ancor prima di mettermi a sedere. Era deliziosa: peperoni, salsicce e mozzarella, la mia preferita!
-Bene, adesso mi devi un favore. Raccontami di ieri sera, forza!- insistette, al che sospirai. Ancora una volta, se non avessi parlato non mi avrebbe lasciato stare, quindi non avevo scelta. Certe volte era proprio estenuante vivere con mio fratello, dopotutto avevo quasi 30 anni! Non ero più un bambino.
-Beh, non è stato così male...- ammisi -Ho conosciuto una ragazza piuttosto carina.
-Oh, ecco perché hai fatto così tardi...
-Sfortunatamente ti sbagli. Probabilmente non era dell'umore, ci riproverò... sono certo che alla fine cederà, lo fanno tutte.
-Non posso crederci! Vai all'incontro di un gruppo d'ascolto e riesci solo a pensare a convincere una ragazza ad uscire con te!
-Mi conosci- sorrisi pungente. Però non riuscivo proprio a togliermi quella tipa dalla testa, e non sapevo dire se fosse perché mi aveva respinto o per un altro motivo. In ogni caso, non mi sarei arreso prima di averle almeno offerto un drink.
-Sei senza speranze...- sospirò Liam, guardandomi con rassegnazione -Però deve far male essere rifiutato, eh?
-Non mi ha rifiutato. Diciamo che... ha solo bisogno di una spintarella, è tutto sotto controllo.- gli assicurai per poi tornare al mio pranzo. Emma sarebbe stata la mia accompagnatrice per il viaggio di compleanno che avevo organizzato, solo che ancora non lo sapeva; il tempo era decisamente a mio favore, dopotutto avevo più di un mese per conquistarla. Probabilmente non sarebbe durata a lungo, ma poco mi importava, non era la mia prima donna e non sarebbe stata neanche l'ultima. Dopo aver perso Milah avevo anche perso ogni interesse nell'amore, e ora non volevo altro che vivere la mia vita giorno per giorno, divertendomi senza coinvolgimenti seri.
-Ok, quindi vuol dire che tornerai.
-Certo, ma non guardarmi così. Lo faccio solo per la biondina, sai che non mi piace perdere.
Quello annuì senza aggiungere altro, quindi decisi di concentrarmi sulla pizza e il boccale di birra che l'accompagnava. Forse un po' di resistenza da parte della giovane non era poi così male: a pensarci bene, riuscire ad avere tutte le donne senza alcuno sforzo era piuttosto noioso a volte.
Emma era la mia nuova scommessa, nonostante non sapessi ancora nulla di lei. Il suo cognome, la sua età, il suo lavoro, e perfino se aveva un ragazzo. In ogni caso, non avrebbe potuto di certo essere più affascinante di me, di quello potevo esser certo.
Sapevo solo di avere un'insana e insensata voglia di rivederla.***
EMMA POV
Odiavo vestirmi elegante, ma le giornate in cui aiutavo Regina alla boutique, non avevo alternative. Il primo giorno di lavoro – quasi un anno fa – mi ero presentata in jeans e camicia e la mia amica mi aveva fatto una scenata decisamente esagerata, per poi costringermi ad indossare uno dei suoi abiti. Erano bellissimi, ovviamente, ma non nel mio stile. Ricordavo ancora quell'abito verde col corsetto di seta aperto sulla schiena e la leggera gonna in tulle che mi scivolava lungo le gambe quasi fino a terra: splendido ma scomodo per camminare.
Certo, dovevo ammettere che la volta in cui le avevo fatto da modella per la sua collezione insieme ad altre ragazze mi ero divertita molto, ma portare un abito cortissimo e leggerissimo per tutto il giorno era un'altra faccenda.
Per non ripetere l'esperienza avevo comprato un paio di completi eleganti con camicette a maniche corte leggermente a palloncino e dei pantaloni di cotone in vari colori.
-Swan! Adoro quando vieni in bianco, stai benissimo!- mi accolse la 24enne mora per poi salutarmi con un abbraccio e due baci sulle guance.
-Ciao Regina. Anche tu stai benissimo... come sempre- sorrisi, squadrandola da capo a piedi: sapeva essere perfetta senza il minimo sforzo. Quel giorno indossava una larga camicetta di seta beige e una semplice gonna nera fino al ginocchio... e ovviamente era perfetta, la donna più bella e di classe che conoscessi.
-Oggi quindi full time con me? Nessun cattivo da rintracciare?
-No, oggi no... sono tutta tua. E poi mi sento in colpa, ultimamente ti aiuto meno del solito...
-Tranquilla Emma, so che fare la commessa non è la tua ambizione. Mi chiedo solo se fare la cacciatrice di taglie lo sia davvero o lo fai solo per dispetto ai tuoi... è pericoloso, lo sai.
Sospirai alzando gli occhi al cielo: da quando – un paio di mesi prima – ero tornata con dei punti sulla fronte, era già la terza volta che mi faceva quel discorso. La prima volta avrei anche potuto capirla, il fatto che i miei continuassero a preoccuparsi eccessivamente mi irritava, ma non ero così sciocca da imparare un mestiere come quello soltanto per dispetto. In più, mi ero già ribellata abbastanza decidendo di non frequentare l'università. Mia madre era laureata in ginecologia e scienze infermieristiche, mio padre era avvocato, quindi avevano dato per scontato che avrei condiviso le loro ambizioni. Ci avevo provato a dare un'occhiata a qualche università, probabilmente coi miei voti sarei anche riuscita ad entrare in alcune piuttosto buone, ma prima che fosse troppo tardi avevo capito che quella vita non avrebbe fatto per me. A me piaceva l'azione, e per un po' di tempo avevo valutato di iscrivermi ad un concorso per entrare in polizia, poi però avevo conosciuto Cleo e dopo varie insistenza da parte mia aveva deciso di accettarmi come sua apprendista.
Cleo aveva 39 anni, ed era intraprendente e sicura di sé. Amava correre il rischio, rimanere sul filo del rasoio anche nelle situazioni più complicate, e questo mi piaceva molto. Ovviamente sapeva tutto ciò che mi riguardava, perché potesse prendermi sotto la sua ala avevo dovuto raccontarle ogni cosa nei minimi dettagli, ma alla fine non aveva battuto ciglio. Aveva deciso di credere in me.
-Non so più che dirti. Senti, a questo punto puoi anche non credermi... ma ti assicuro che è davvero ciò che voglio. Il mio scopo non è quello di farmi ammazzare.
-Lo so, lo so... scusa- sospirò, alzando le mani -A volte dimentico quanto tempo è passato e quanto tu sia cresciuta. Non che ti abbia mai vista come una bambina... però dai, avevi 16 anni rotti!
-Sì, me lo ricordo...- sorrisi, dandole una pacca sulla spalla.
Io e Regina ci eravamo conosciute in un modo strano, quando io ero rimasta da poco incinta di Henry. Era la figlia della psicologa da cui avevano deciso di mandarmi i miei genitori e un giorno, quando avevano parlato con lei circa la mia riluttanza ad aprirmi, mi ero ritrovata a chiacchierare con Regina. Pur conoscendo la mia situazione, era la prima persona che mi aveva trattata senza guanti. Mi aveva provocata con battutine acide oltre a darmi della ragazzina ingrata perché facevo perdere tempo a sua madre e soldi ai miei, tanto che avevo finito per apprezzarla. Quella sera stessa ero uscita con lei e non mi aveva trattata da ragazzina; alla fine, in qualche modo, eravamo diventate amiche. Era stato merito suo se avevo iniziato a risollevarmi già da prima della nascita del mio Henry.
-Ok, prometto di smetterla, non sono tua madre. Ma Neal, tipo? Come va con lui?
-Ti ci metti anche tu?! Sembri davvero mia madre. Anche lei è fissata, e per stasera l'ha invitato a cena.
-Oh avanti Swan, non far finta di non capire che quello è cotto di te. E poi non è tanto male.
-Siamo solo amici. Io lo vedo come un amico. Ok?- insistetti, incrociando le braccia al petto.
Mi ero accorta che ultimamente Neal si comportava in maniera più amichevole del solito? Certo. Avevo pensato che potesse avere una cotta per me? Anche. Ma io lo adoravo come amico, non sarei mai riuscita a vederlo come qualcosa di più. E non perché, come dicevano i miei e Regina ero ancora bloccata, semplicemente perché le cose stavano così e basta.
-Vabbé, come ti pare. Henry come sta? Ancora fa i capricci per gli omogenizzati alla verdura?
-Sta alla grande... e ieri l'ho ricattato! Gli ho detto che se l'avesse mangiato, poi gli avrei dato il budino al cioccolato. Ovviamente l'ha fatto per il budino, però gli è piaciuto!
-Astuta! Vedi solo di non farlo diventare un golosone come te!- mi punzecchiò, e in risposta le diedi una giocosa spinta – un attimo prima che entrassero le prime due clienti della giornata, obbligandoci a ricomporci.
Nonostante amassi lavorare con Cleo, non mi dispiacevano neanche le giornate a lavoro con Regina. Non perché fare la commessa mi piacesse particolarmente, ma con lei non ci si annoiava mai. Aveva sempre la battuta pronta e una soluzione a qualsiasi momento di noia; in più, i pranzi erano sempre fantastici. Ogni volta per dessert portava un dolce fatto in casa, e nonostante la sua specialità fossero le torte alle mele, preparava sempre qualcosa di diverso.
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Restoring Our Broken Souls (Italiano)
FanfictionKillian Jones, 29 anni, vive a Londra con suo fratello Liam ed è co-proprietario di un pub. Un incidente ha rovinato la sua vita portandogli via la fidanzata, la loro bambina non ancora nata e una mano. È seducente e di bell'aspetto, ma dietro la su...