L'incubo dello stare svegli

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Clarissa.

Appena arrivo alla porta di casa non mi prendo il disturbo di chiuderla.
Ricontrollo in telefono: sono arrivate molte chiamate:
Set ed Edward specialmente.

Una fitta mi percorre il braccio, tiro su la manica è quasi sussulto nel vedere che la ferita di pochi giorni fa a ricominciato a sanguinare.
La tasto, Dio fa malissimo.
Devo ricucirla...ma sono troppo poco lucida per farlo.
Troppo poco lucida...lo sono costantemente.
Prendo degli antidolorifici e morfina per non mettermi a urlare e metto il coltello più appuntito che ho a bollire.

La morfina fa il suo effetto quando il coltello è pronto, so che non è sicuro ma non posso farci niente.
Prendo il coltello, mi sono tolta la felpa restando in canotta, analizzo la ferita...sembra infetta.

Prendo del disinfettante, e lo passo sopra la ferita.
Poi lo vedo, è un lampo, una luce forse, un piccolo punto del mio braccio si è illuminato.

Ora ho capito. Un fottuto microchip. Sembra profondo, avrei dovuto scavare...
Dio ma quando è successo? Quando quegli uomini mi hanno iniettato  questo nel braccio? E perché durante i controlli al dipartimento non l'avevano trovato?

Non ha importanza, potrebbero avermi già trovato.
Devo sbarazzarmene ora.
Non sei lucida!
Non mi importa!

Prendo il coltello e taglio.
Affondo su più punti per trovare la via più facile, la morfina lascia un lieve dolore.
Dio quanto sangue ....troppo sangue.

Scavo ...continuo a scavare ma non trovo niente, è così che succede nella vita, scavi nel sangue sperando di trovare qualcosa, fino a toccare il fondo.
Poi chi ti ritira su?
Al massimo ti ci fanno soffocare...dentro a quel sangue....

Solo quando è troppo tardi capisco cosa sta per succedere. Ho perso troppo sangue.

Prima di svenire guardo il coltello...potrei continuare, forse poi starei bene.
Forse sarebbe stato diverso.
Potrei affondare ancora un po', forse voglio toccare il fondo.

Riguardo le cicatrici ormai bianche ma ancora ben evidenti, risentivo la frusta di mio padre e i tagli con la lametta...forse potrei ricominciare...

È così che funziona tanto...cosa perdo?

Che chi mi fa peccare, m'infligge pure la penitenza....

I versi riecheggiano nella mia mente, come lame taglienti, e fa sempre più male, non mi abituerò mai a questo costante e persistente dolore che è la vita.

Sono troppo vigliacca per sopportare tutto ciò. Me ne dispiaccio.

Pago di avere il tuo affetto, contento di dover morire!

Combatto il male con tutte le armi possibili e spesso loro stesse mi tradiscono.

C'è cosa tanto bella che non tema macchia? Tu potresti ingannarmi e io non saperlo.

No io lo so, io lo so.
Io ferisco il mio stesso corpo...perché io sono il male.

Forse voglio morire.

                         ****

-Dio- sento una voce nelle mie orecchie, una voce maschile, familiare.
-ha perso molto sangue- un'altra voce.
-lo vedo! Presto prendi dei panni!- urla la voce.
Mi sento prendere in braccio e un gemito di dolore mi invade il corpo.
-scusa- fa la voce, la sento stringersi a me.

Dal sangue agli occhi pieni d'amore. #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora