-Caterina!- urla mia madre sporgendosi dal barcone.
-Dimmi- dico guardandola.
-Le chiavi, oggi non torno a pranzo!- continua ad urlare.
Mi tira le chiavi dal balcone e me le infilo velocemente in tasca stando attenta a non far aggrovigliare le cuffiette che tenevo ben piantate negli orecchi.
Saluto velocemente mia madre e mi dileguo dietro l'angolo della strada. Mi appoggio al muro pensando a cosa dovrei fare oggi. Decido di andare a scuola e poi una volta uscità di stare un po' con Isaac e Margherita.
Alzo la testa e mi avvio lungo il grande viale alberato che mi porta dritta alla stazione degli autobus. Aspetto per 10 minuti buoni l'arrivo del 18.
L'autobus mi si ferma proprio davanti e quando si aprono le porte mi affretto a salire. Cerco il mio rispettoso angolino in cui devo per forza stare in piedi arreggendomi alle grandi maniglie che sono sistemate in tutto l'autobus. Punto i piedi a terra e appoggio la testa alla parete del mezzo cercanod di rilassarmi il più possibile. Ma quando il bus si ferma bruscamente capisco che si è fermato. Costretta a riamprire gli occhi cerco di mettere a fuoco l'edificio che abbiamo davanti.
Si, come aspettavo. L'edificio alto e grigio viene chiamato da tutti " Pilotto " non so il perché di questo nome, so solo che qui abitano alcune delle famiglie meno agiate della città. Ed è proprio a questa fermata che sale sempre sul bus Isaac. Ma oggi non si fa vivo. Ci sono due sole ipotesi : o sta ancora dormendo o non vuole venire a scuola. Credo sia improbabile che sia ammalato. Mi riprometto di chiamarlo davanti scuola.
A questo punto l'autobus tira a dritto fino alla fermata obbligatoria davanti a scuola. Prendo lo zaino nero e me lo metto a spalla cercando di mantenere l'equilibri mi sporgo un po' di più col baricentro in avanti.
-Cat!- mi raggunge Margherita raggiante.
-Marg- la saluto con un bacio sulla guancia.
-Isaac non si è fatto vivo oggi.- dice lei preoccupata.
-Non era ne anche sul bus.- confermo io.
-Va be' magari ha bucato- dice lei facendo spallucce. -Ok ma ora entriamo- continua lei guardando un punto indefinito dietro di me.
Mi giro per vedere cosa stava fissando e appena lo vedo mi giro quasi disgustata.
-Ancora lui?- dico io girandomi di nuovo per guardare il " ragazzo senza nome " come lo chiama Margherita.
-Andiamo- dice alzando gli occhi al cielo.
-Si si andiamo.- dico io scuotendo la testa.
* questo è solo un piccolo pezzo del capitolo. non ho ancora un idea precisa su come continuare ma cercherò di portarla avanti, ovviamente se riscuote dei consensi*
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Le ragazze dagli occhi di rubino.
Teen FictionStoria d'amore, azione, droga, società moderna e anche un briciolo di dramma. #Fan Fiction #Teen Fiction